Libri di Giovanni Rosa

Una toccante vicenda d'amore nel contesto storico della conquista araba della Sicilia. Nella drammaticità di quegli eventi, un trovatello soccorre un principe saraceno colpito a tradimento in un agguato e lo aiuta a riconquistare il suo amore perduto. Coinvolto in rocambolesche avventure. il ragazzo scopre l'amicizia e compie i riti di passaggio per diventare uomo, ritrovando a sua volta affetti mai conosciuti. II tutto ambientato in quel sito rupestre della Cava d'Ispica di Modica (RG), che ancora oggi evoca misteriose presenze di tempi lontani. Mondo arabo e mondo cristiano tra storia e leggenda, con uno sguardo al futuro. Un sogno: "Voglia Allah che la Bibbia e il Corano siano due strade che conducano allo stesso unico Bene!"...

Tra le disavventure tragicomiche di un marito in una Bologna deserta, omicidi premeditati che appaiono come incidenti, movimentate e bizzarre notti di ferragosto, gare di ballo che celano squallidi retroscena, prostitute pronte ad annullarsi nel giorno di San Valentino, si susseguono questi 17 racconti di vita quotidiana. Interpretati da donne e uomini come ce ne sono tanti. Messi a nudo nel rivelare timide insicurezze, angoscianti fragilità, a volte cupa violenza. Ma che conservano, in fondo, un tratto comune: la lotta spasmodica alla ricerca di briciole di amore.

Tra Modica e Leonforte si intreccia la storia di più generazioni, a partire da un antefatto: l'incontro sul treno tra il marchese Tedeschi e il barone Bonsignore, il 7 gennaio del 1908. Una occasionale emigrazione interna, inserita nelle vicende del "secolo breve", a cavallo delle due guerre mondiali, ha dato vita ad uno scambio di culture e di risorse umane. All'interno della cosiddetta "grande" storia, si snodano piccole storie di vita legate alla civiltà agricola e contadina, custode di quei valori che ci hanno generato e nei quali, nonostante tutto, serbiamo le nostre radici. Il libro narra, per episodi significativi, la vita di don Peppino Iozzia, classe 1913. La sua figura solida e tenace di contadino del sud sembre ritagliata su quella del carrubo, il secolare albero della nostra terra, che dà frutti buoni nella propria stagione ed è buono in tutte le stagioni.