Libri di Giovanni Foresti
Esercizi di visioning. Psicoanalisi, psichiatria, istituzioni
Giovanni Foresti, Mario Rossi Monti
Libro
editore: Borla
anno edizione: 2010
pagine: 304
La coesistenza di diverse tradizioni teorico-cliniche caratterizza l'epoca del pluralismo in psicoanalisi. In questo nuovo contesto, la complessità intra e inter-disciplinare dei concetti richiede un radicale ripensamento degli strumenti di lavoro dello psicoanalista. Mentre per lungo tempo l'interpretazione è stata la punta di diamante dell'intervento terapeutico, oggi essa viene riconsiderata grazie alla decostruzione/ricostruzione dei fattori terapeutici (specifici e non specifici, interpretativi e non interpretativi) all'opera nel processo trasformativo. L'interpretazione "classica", che mirava al disvelamento di verità nascoste, viene dunque intesa in una prospettiva più flessibile e multidimensionale che consente di esportare le conoscenze della psicoanalisi nel lavoro con i pazienti gravi, nel lavoro di gruppo, nella pratica clinica delle istituzioni psichiatriche. In questa prospettiva, giocano un ruolo cruciale quelli che abbiamo chiamato "esercizi di visionino": ipotesi provvisorie e concettualmente eterogenee che mirano a sviluppare la capacità dei singoli e dei gruppi di generare rappresentazioni perspicue dei fenomeni con i quali di volta in volta i clinici si confrontano.
Percorsi di vita e di risocializzazione. Nuove strategie per la riabilitazione psichiatrica
Simone Vender, Giovanni Foresti, Camilla Callegari
Libro
editore: La Goliardica Pavese
anno edizione: 1999
pagine: 230
L'annata psicoanalitica internazionale. Trasformazioni tecniche, vissuti corporei, dimensioni dell'ascolto. Volume Vol. 12
Libro: Libro in brossura
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2022
pagine: 224
Alla conclusione del nostro lavoro di editing di questo numero dell'Annata abbiamo constatato con sorpresa che da tutti questi lavori emergeva un comune tema di ricerca, anche se ciascun autore segue una propria linea di pensiero. Il tema comune si può riassumere come la ridefinizione del concetto di controtransfert alla luce della ridefinizione di inconscio. Ci siamo perciò interrogati se questa evenienza possa essere vista come l'inevitabile constatazione che il mondo della psicoanalisi funziona come qualunque altro campo scientifico: seppure con linguaggi diversi e in contesti culturali differenti, ad un certo punto un tema comincia ad emergere come il punto di riflessione di maggiore interesse per arrivare ad una più chiara ed evidente definizione del proprio oggetto di studi: l'inconscio appunto e la sua declinazione all'interno delle relazioni umane.