Libri di Giorgio Rebuffa
Nel crepuscolo della democrazia. Max Weber tra sociologia del diritto e sociologia dello Stato
Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Il Mulino
anno edizione: 1991
pagine: 210
Costituzioni e costituzionalismi
Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Giappichelli
anno edizione: 2009
pagine: 182
Lo Statuto albertino
Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Il Mulino
anno edizione: 2003
pagine: 173
Lo Statuto non fu prodotto da un'assemblea costituente, ma da gentiluomini piemontesi convocati dal Re che lo estesero poi ai nuovi territori entrati a far parte del regno. Nelle inevitabili prassi che lo Statuto ha determinato, nei linguaggi istituzionali che a partire da esso si sono costruiti, nelle mentalità e nei giudizi che ci ha tramandato, nelle interpretazioni delle norme costituzionali che ha consolidato, ritroviamo radicati vizi e patologie che hanno afflitto e ancora affliggono il nostro sistema parlamentare: l'assenza di responsabilità politica, la divaricazione tra maggioranza e governo, una concezione localistica e clientelare della vita politica e parlamentare.
Una costituente per le riforme
Giuseppe Mammarella, Paolo Cacace, Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Liberal Libri
anno edizione: 2000
pagine: 260
Elogio del presidenzialismo
Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Ideazione
anno edizione: 1996
pagine: 112
La Costituzione impossibile. Cultura politica e sistema parlamentare in Italia
Giorgio Rebuffa
Libro
editore: Il Mulino
anno edizione: 1995
pagine: 144
Nel pensiero popolare il Parlamento deve fare le leggi e il Governo eseguirle e ciò sottintende l'idea che ciò che rende legittimo un organo, un'istituzione, non è tanto l'applicazione delle norme quanto la sua composizione che deve rispecchiare il più possibile le varie forze presenti nel paese. Questa deviazione ha finito per esautorare il Parlamento della sua iniziativa a favore di quella dei partiti e appiattire l'identità del governo sull'apparato burocratico. A ciò si aggiunge l'antica debolezza della nostra cultura dei diritti individuali, spesso sacrificati agli interessi superiori dei gruppi e del bene comune. Ma il primo compito delle istituzioni, dice l'autore, è la difesa dei diritti individuali, una volta per tutte esplicitamente definiti.