Libri di Giorgio Amendola
Il Sessantotto. Il confronto tra PCI e movimento studentesco
Giorgio Amendola, Luigi Longo
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 64
In tutto l’Occidente il Sessantotto ha rivoluzionato la società e la politica, modificando valori tradizionali e consolidati ruoli sociali e familiari, sino a incidere profondamente sui comportamenti sessuali e politici. Di fronte a un fenomeno che in Italia assumerà negli anni il volto di una vera e propria contestazione violenta, culminata nel tentativo di lotta armata delle Brigate Rosse con il suo carico di morti, due “mostri sacri” del comunismo italiano, l’allora segretario del PCI Luigi Longo, diretto erede di Togliatti, e Giorgio Amendola, figlio del leader liberale Giovanni, vittima del fascismo, si scontrano in due lunghi articoli su «Rinascita», la rivista degli intellettuali del PCI. In un inatteso rovesciamento di posizioni, Longo vede nel movimento studentesco istanze comuni con quelle del movimento operaio. Amendola, invece, vede gli studenti come figli di una borghesia che nulla aveva da spartire con la classe operaia, che allora si identificava ancora con il PCI, e teme che la loro agitazione si radicalizzi e si rivolti – come in effetti avvenne – contro lo stesso partito. Completa il volume la prefazione di Gianni Cuperlo, ultimo segretario della Federazione Giovanile del PCI, forse il più fine intellettuale tra i dirigenti dell’attuale Partito Democratico.
Un'isola
Giorgio Amendola
Libro: Copertina morbida
editore: Minimum Fax
anno edizione: 2021
pagine: 288
Per Davide Lajolo il titolo più appropriato per questo libro sarebbe stato Germaine. Perché quando ci si incontra a Parigi, un 14 luglio all'inizio degli anni Trenta del Novecento, durante un ballo pubblico nelle strade, l'amore può sembrare una predestinazione, una promessa illimitata. Sono le undici di sera e Giorgio attraversa da solo una piazza. Lo sguardo gli cade su una ragazza seduta vicino alla madre. Si avvicina di slancio e con un inchino cerimonioso chiede il permesso di ballare con lei. Stanno suonando un valzer veloce. Giorgio e Germaine, si chiama così la ragazza, muovono i primi passi insieme. Lei ha mani «fini e asciutte, che rivelano una gran forza interiore». Con una mancia, Giorgio ottiene dall'orchestra altri due tanghi e «in quella calda serata di festa popolare» nasce un legame che durerà tutta la vita. Sembra la scena di un film che René Clair deve ancora girare. È invece l'incipit appassionato di un tempo in cui tutto si mischiava: la lotta antifascista, il coraggio e i rischi, gli ideali di giustizia e libertà e le lettere di Gramsci, le primavere di Parigi e le estati romane, le isole del confino e quelle della clandestinità, gli innamoramenti, il carcere, gli amici, la nascita lontana dei figli e l'incombere minaccioso della guerra. Un'irripetibile educazione sentimentale e politica che ci ricorda di più certe pagine di Hemingway in Festa mobile che le autobiografie di carattere storico di altri testimoni del Novecento. Un'isola è anche l'ultimo libro che Giorgio scriverà. Muore pochi mesi dopo averlo terminato, a distanza di cinquant'anni da quella stagione, e Germaine non gli sopravvive che per poche ore. Prefazione di Sandro Bonvissuto.
La classe operaia italiana. Con uno scritto sulla lezione della FIAT e un saggio di Giulio Sapelli
Giorgio Amendola
Libro: Libro in brossura
editore: goWare
anno edizione: 2016
pagine: 198
Uscito nel 1968 e oggi introvabile, "La classe operaia italiana" di Giorgio Amendola, è, come scrive Giulio Sapelli, un punto di riferimento per chiunque voglia capire la storia del nostro paese e del movimento operaio. La tesi di Amendola partiva da una semplice constatazione: la maggioranza degli operai italiani lavorava in aziende piccole e medie e solo una minoranza nelle grandi fabbriche. Da ciò discendeva una conclusione politica: occorreva ribaltare tutta la linea allora prevalente nei tre grandi sindacati italiani e anche nei partiti della sinistra. Amendola scriveva da capo politico e con un fine politico, avanzando una tesi dirompente che lo isolò all'interno del PCI e che andò dimenticata nella successiva stagione dell'autunno caldo e del terrorismo. Insieme a questo saggio presentiamo l'intervento di Amendola del 1979 sull'atteggiamento della classe operaia torinese nei confronti del terrorismo. Sulla lezione della FIAT pubblichiamo anche un saggio coevo di Giulio Sapelli: "Grande impresa, comportamenti sociali e sindacato: il caso FIAT". Una lettura anche di educazione civica.
Intervista sull'antifascismo
Giorgio Amendola
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2008
pagine: IX-218
"Errata. Ma non solo quella dei comunisti. L'analisi della situazione italiana nel '21 fatta da tutti i gruppi dirigenti socialisti era errata. Anche Turati, su cosa puntava? Puntava su un risanamento della borghesia, del gruppo dirigente della borghesia; puntava su una vittoria di Giolitti, su un ritorno al buon governo: qualche cosa che non soltanto non era accettabile dal movimento operaio, ma che era anche utopistico, perché ormai la borghesia aveva altri disegni, lo sono pronto ad accettare una critica che riguarda gli errori di prospettiva allora commessi dai comunisti; ma allargo questa critica a tutti i socialisti. Nessuno comprese questa critica a tutti i socialisti. Nessuno comprese che cosa era il fascismo, l'originalità di questo movimento di massa." In questo libro-intervista Giorgio Amendola fa un'analisi originale e spregiudicata dell'antifascismo, per coglierne meriti storici e debolezze politiche e culturali.
Una casa di campagna
Giorgio Amendola
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2011
pagine: 160
Una scelta di vita
Giorgio Amendola
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2001
pagine: 264
Un protagonista della vita politica italiana del dopoguerra, un personaggio che fu sempre guardato con rispetto sia all'interno del suo partito (il Pci) sia dagli avversari, racconta i principi morali che lo condussero alla scelta della lotta antifascista e all'intransigente difesa della libertà contro qualsiasi totalitarismo le minacciasse. Scritto nel 1976 - ai tempi in cui il partito di Enrico Berlinguer ricercava una propria via all'eurocomunismo e preparava lo "strappo" con Mosca - questo testo autobiografico rimane un punto riferimento per chi ritiene che la lotta politica sia un confronto di idee e non uno scontro fazioso. prefazione di Miriam Mafai.