Libri di Gianmario Guidarelli
Il monastero femminile di Santa Croce alla Giudecca. Spazi, libri e immagini a Venezia tra medioevo ed età moderna. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2023
pagine: 292
Il monastero benedettino femminile di Santa Croce nell’isola della Giudecca aveva fama di gran santità nella Venezia del XV secolo. Guidato da nobili badesse, che lo governavano aderendo ai principi di una riforma religiosa sempre più severa, il cenobio conservava il prezioso corpo di Atanasio, un santo d’Oriente, ed era ritenuto un luogo di miracoli. Questo libro è il primo interamente dedicato al monastero, di cui prende in considerazione l’area urbana, gli spazi, e i libri illustrati – a stampa e manoscritti – attraverso un arco di tempo che va dagli inizi della comunità fino alle pesanti alterazioni subite dagli edifici nel XIX e nel XX secolo. Sebbene molto sia andato perduto, gli autori hanno potuto analizzare testimonianze uniche e affascinanti, tra cui rarissimi progetti architettonici del XV secolo realizzati per le monache. Numerosi manoscritti, libri e documenti, molti dei quali inediti, vengono qui presi in considerazione per fare finalmente luce sul contributo artistico, religioso e sociale di questa importante istituzione alla storia e alla cultura di Venezia.
Layers of Venice. Architecture, arts and antiquities at Rialto
Libro
editore: Ca' Foscari -Digital Publishin
anno edizione: 2023
pagine: 184
Tintoretto e l'architettura
Marsel Grosso, Gianmario Guidarelli
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 231
L'interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l'architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l'urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell'architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l'originario rapporto tra il dipinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell'architettura, storici dell'arte ed esperti di storia della rappresentazione.
I patriarchi di Venezia e l'architettura. La cattedrale di San Pietro di Castello nel Rinascimento
Gianmario Guidarelli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2015
pagine: 296
Nell'architettura del Quattro e Cinquecento il patriarcato veneziano si erge a protagonista, al pari delle committenze statali, patrizie, confraternali o cittadine, della trasformazione urbana della città di Venezia. Il suo ruolo, tanto determinante quanto sfuggente, a lungo rimasto escluso dagli studi, è qui definito con una particolare attenzione per il contesto, gli intrecci tra i diversi interlocutori urbani e il retroterra culturale. È nella monumentalizzazione del complesso patriarcale dell'isola di San Pietro di Castello che si coglie, in particolare, il compito affidato all'architettura nel tradurre in immagine urbana il senso di un'istituzione nata soltanto nel 1451 con Lorenzo Giustiniani. Tale complesso appare l'esito di una precisa strategia che i patriarchi del Rinascimento perpetuano, trasformando un insieme incoerente di edifici medievali in uno dei maggiori centri in città di elaborazione dell'architettura "all'antica", nel tentativo di legittimare una memoria identitaria che compensi l'assenza di una tradizione consolidata. Attraverso il coinvolgimento di artisti come Vittore Carpaccio e di architetti come Mauro Codussi, Andrea Palladio, Giovanni Grappiglia e Baldassarre Longhena, la disciplina architettonica diviene uno strumento privilegiato nell'invenzione e nella risignificazione della imago urbis, che denuncia una comunanza di obiettivi con lo Stato veneziano e soprattutto con l'élite patrizia di cui gli stessi patriarchi facevano parte.

