Libri di Giandonato Crico
Maria Callas
Giandonato Crico
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2024
pagine: 134
Il volto e la voce di Maria Callas sono icone del Novecento. In occasione del centenario della sua nascita, il mito della "Divina Callas" rivive in questa nuova edizione ampliata del volume di Crico. È il racconto avvincente di un'incredibile carriera, da giovane cantante greca di talento a diva di prestigio mondiale, di un'esistenza leggendaria, trascorsa tra l'amore viscerale del pubblico e gli amori sfortunati della vita privata, tra le sorridenti passerelle del jet-set e le inquiete fragilità vissute lontano dai riflettori.
Maria Callas
Giandonato Crico
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2023
pagine: 132
Poche donne, nel corso del XX secolo, hanno suscitato tanto interesse, tanto clamore, quanto Maria Callas. Il suo volto, la sua voce, la sua leggenda sono tra le icone del nostro tempo. Ma chi era, in realtà, Maria Callas? Una bambina greca nata a New York, un’adolescente complessata, umiliata da una sorella troppo bella, una giovane cantante grassa e informe con il dono di una voce altrettanto abnorme, senza confronti. E poi, quasi di colpo, quasi senza transizione, una diva di prestigio mondiale, la musa dei massimi intellettuali del suo tempo, una donna scarnificata ed elegantissima proiettata nel jet set internazionale, un personaggio da rotocalco per amori, amicizie, scandali e collere da tregenda. “Divina”, come le urlano in teatro quando canta, e comunque diva, qualunque cosa faccia. Una di quelle donne che sembrano bruciare per autocombustione ogni volta che si presentano alla ribalta, incendiando il pubblico e consumandosi un po’ di più, fino a morirne. Su questi incendi, su questa divorante capacità di esaltazione si basa il mito Callas, per chi la conobbe. Per gli altri, vale la pena di conoscerne la storia. Prefazione e commenti di Enrico Stinchelli.
Fuga a cavallo lontano nella città
Bernard-Marie Koltès
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 152
Sbilanciato verso la narrativa, il teatro di Bernard-Marie Koltès è uno dei più significativi degli ultimi quindici anni. Teatro emblematico di una condizione esistenziale randagia e periferica. Accanto al suo teatro, unico esempio di narrazione vera e propria che Koltès abbia lasciato nella sua breve vita è questo “Fuga da cavallo lontano nella città”, datato 1984. Due ragazze, Félice e Barba, e due ragazzi, Chabanne e Cassius, divengono emblemi di una giovinezza tutta deliri e dolorose dipendenze. Si direbbe la trasgressione la loro bandiera. Essi imboccano una strada di libertà dove però l'allucinazione, un immedicabile infantilismo, denunciano il cerchio stretto di un labirinto senza uscite, senza decoro. Koltès è uno scrittore della paura. Si può fare riferimento a Kafka, ma la tradizione fulgente del surrealismo francese non gli è estranea. Si potrebbe ipotizzare un universo visto attraverso la figurazione dionisiacamente macabra di un Francis Bacon; poi certe chiarezze dolcissime e improvvise parlerebbero di una suggestione più scanzonata e ilare, alla David Hockney quasi. Tutto ciò è segno di un sentimento irreprensibile di contemporaneità, e Koltès si rivela narratore di quell'essere perdutamente figli, desiderosi di pietà e affetti disperati, che segna la condizione dei tanti che oggi incontriamo sui sentieri della vita, mai maturi e non più immaturi.