Libri di Garcia Renaud
La nostra biblioteca verde. I maestri del pensiero ecologista-naturista
Garcia Renaud
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Malamente
anno edizione: 2025
pagine: 672
La Nostra Biblioteca Verde raccoglie oltre sessanta schede di approfondimento su autori e autrici non semplicemente definibili come “ecologisti”: etichetta che ormai vuol dire tutto e nulla. Strumentalizzata da chiunque aspiri a un minimo di decenza, è diventata un ombrello troppo ampio per riconoscervi la propria parte. I nostri autori e le nostre autrici sono sì ecologisti, ma più nello specifico sono difensori del vivente, criticamente lucidi verso l’attacco che il capitalismo industriale e la sua religione tecnoscientifica conducono contro la condizione umana. Persone, e gruppi, che si ostinano a difendere il sentimento della natura – dove si nasce, si vive e si è consci della propria finitudine – di fronte all’arroganza dell’artificiale – dove le cose vengono fabbricate, funzionano e tendono alla dismisura. Contro la dilagante biofobia del mondo macchinico contemporaneo, la Nostra Biblioteca Verde ci fa scoprire (o riscoprire, o vedere sotto una nuova luce) i tanti tasselli di una cultura ecologista-naturista prodotta nel corso dei secoli da noti e meno noti amici e amiche della Terra, che non hanno mai dimenticato l’indissolubile legame tra natura e libertà.
Il deserto della critica
Garcia Renaud
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2016
pagine: 224
Contemplando la desolazione di un mondo ormai ampiamente decostruito, sulla scorta di pensatori influenti come Foucault, Derrida, Deleuze, Guattari, Butler, l’autore riflette sulle ricadute, anche politiche, di un processo di frammentazione sociale e immaginaria che ha portato alla «morte del pensiero comune», il solo che consenta di riconoscere ciò che è rilevante da ciò che non lo è. Da qui quel «cretinismo delle rivolte» che è il sintomo più evidente di una frenesia decostruttiva che ha dissolto il pensiero emancipatore nelle pieghe dei discorsi infiniti propri della postmodernità. Pur avendo plasmato, soprattutto in ambito radicale, lo «spirito del tempo», le teorie della decostruzione si sono rivelate inadatte a capire il mondo contemporaneo e soprattutto a cambiarlo. Perché non solo sono operativamente inconcludenti – anzi disarmanti nel senso letterale del termine – ma addirittura partecipano a quella marcia verso il caos dell’inintelligibilità cui ci spinge, con ben altra consapevolezza, la follia capitalista.