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Libri di Gabriella Lalìa

Marsiglia. Una piega del mondo

Marsiglia. Una piega del mondo

Gabriella Lalìa

Libro

editore: Tecnostampa

anno edizione: 2023

15,00

Intervista impossibile Gherardo Cibo
15,00

L'universo dentro di noi, noi dentro l’universo
8,00

Del viaggiare, origine e mèta

Del viaggiare, origine e mèta

Gabriella Lalìa

Libro

editore: Gei (Jesi)

anno edizione: 2020

pagine: 4

"Mi sono destata prima dell’alba sperando che la transizione tra notte e giorno – se l’avessi colta – avrebbe illuminato un attimo fuggente. Di qui vedo le colline digradare fin dove, all’orizzonte, il mare tocca il cielo. A volte un effetto “fata Morgana” capovolto fa scomparire la patina del consueto e gli Elementi si rivelano in purezza: Acqua Aria Terra. Qualche istante e il sorgere del sole apporta il Fuoco. Allora, se trovo il coraggio di rispondere alla potenza del richiamo, posso liberarmi del peso del superfluo e accogliere la spinta a rimettermi in cammino. Tutto può avere inizio, ancora e di nuovo."
50,00

I fili, la stoffa

I fili, la stoffa

Gabriella Lalìa

Libro

editore: Tecnostampa

anno edizione: 2020

pagine: 48

8,00

Ad occhi chiusi. Da memoria del cinema al cinema della memoria

Ad occhi chiusi. Da memoria del cinema al cinema della memoria

Gabriella Lalìa

Libro: Libro rilegato

editore: Tecnostampa

anno edizione: 2018

pagine: 48

Nel finale di "Nuovo Cinema Paradiso", il maturo protagonista ‘recupera’ emozioni perdute visionando una «pizza» dove la mano di un amico ha montato le scene di bacio tagliate via da pellicole viste in giovinezza. È la dinamica che ha fatto lievitare questa breve raccolta. I singoli scritti sono nati e rimasti separati sino a quando è emerso un filo rosso che tutti li attraversa: ciascuno di essi, a suo modo, parla del rapporto con il tempo e delle percezioni – tra loro diverse – che del tempo possiamo avere nel corso della vita. Al momento di individuare la sequenza e il ritmo secondo i quali collegare i singoli pezzi, il riferimento al cinema si è affacciato, direi quasi imposto. La raccolta – come la «pizza» di ritagli in Tornatore – rappresenta il salvataggio di alcuni fotogrammi di vissuto (personale o altrui, reale o immaginario) e senza di essa la memoria del loro bagliore, breve ma intenso, andrebbe perduta. Amerei che la lettura potesse evocare come – se non perché – càpiti a volte che aspetti fluttuanti della dimensione del tempo entrino nelle nostre vite, costringendo a scrollarci di dosso le asfittiche abitudini che chiamiamo ‘realtà’.
8,00

Di inchiostro e di mare

Di inchiostro e di mare

Gabriella Lalìa

Libro: Libro rilegato

editore: Tecnostampa

anno edizione: 2017

pagine: 24

Tracce di percorsi interiori lungo l’avventura di scoprire se stessi: dalla passione per la lettura alla scrittura, dalla poesia alla poetica, dalla poetica letteraria alla poetica dello sguardo.
5,00

Mare che senza sosta

Mare che senza sosta

Gabriella Lalìa

Libro: Copertina rigida

editore: Gei (Jesi)

anno edizione: 2015

pagine: 78

12,00

Come vento tra i rami

Come vento tra i rami

Gabriella Lalìa

Libro: Copertina rigida

editore: Gei (Jesi)

anno edizione: 2014

pagine: 96

11,00

Alla finestra, tra cielo e terra. Castello di Piticchio
4,00

Con mano lieve il tempo

Con mano lieve il tempo

Gabriella Lalìa

Libro: Copertina rigida

editore: Gei (Jesi)

anno edizione: 2011

pagine: 120

14,00

Ossidiana

Ossidiana

Gabriella Lalìa

Libro: Copertina morbida

editore: Gruppo Albatros Il Filo

anno edizione: 2010

pagine: 103

"Ossidiana s. f. (geol.) roccia vulcanica di colore nero e aspetto vetroso. Una pietra, quasi un pezzo di vetro naturale, amorfo, dice la scienza, ma nera come l'inferno magmatico che l'ha creata. Da quello stesso inferno nascono le poesie di Gabriella Lalìa, che affida alla pagina il compito di conservare ciò che è restato. Questi sono versi fatti di rovesci e risalite, di un andamento mutevole e imperfetto che trova nella trasformazione, nella metamorfosi la chiave per essere sempre se stessi, nonostante le apparenze, nonostante le pressioni che ogni esistenza è costretta a sopportare. Se in qualche modo l'ossidiana è infatti il residuo della trasformazione della lava, queste composizioni sembrano essere il risultato della interazione tra i fatti della vita e il vissuto dell'autrice, talvolta doloroso, segnato da assenze e perdite."
11,50

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