Libri di G. Polimeni
«I suoi begli anni»: Verga tra Milano e Catania (1872-1891). Volume 2
Libro: Copertina rigida
editore: Euno Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 780
Atti del Convegno Internazionale di Studi per il quarantennale della Fondazione Verga (Catania 19-21 aprile 2018 - Milano 28-30 novembre 2018).
Il «Sermone» di Pietro da Barsegapè. Indagini sul Codice AD XIII 48 della Biblioteca Nazionale Braidense
Attilio Bartoli Langeli, Chiara Frugoni, Marta mangini, Giuseppe Polimeni
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2018
pagine: 338
"Dopo le segnalazioni degli eruditi del Settecento e la pubblicazione integrale a opera di Bernardino Biondelli (I 856), tra Ottocento e Novecento intorno al codice braidense si sono avvicendati studiosi che hanno lavorato a un'indagine sistematica, sia nella direzione del dibattito orientato all'edizione critica, sia in quella della descrizione della lingua. Rimasto ai margini delle antologie e dei canoni, in tempi recenti il Sermone è stato oggetto di una più approfondita analisi, volta a mettere in evidenza fonti, richiami, interferenze, offrendosi a un prezioso studio "di ritorno" che ha potuto portare in luce anche la persistenza di tasselli e di moduli nelle pieghe della letteratura religiosa a venire. Acquisiti i risultati messi a punto nel corso della storia della ricerca e i rilievi più recenti, la generosità di tre studiosi del Medioevo (Attilio Bartoli Langeli, Chiara Frugoni, Marta Mangini) rimette oggi al centro del dibattito il Sermone di Pietro, per un momento strappandolo alla piega di luce in cui si era, forse non del tutto involontariamente, adagiato. [...] Se il testo del Sermone è stato nella tradizione oggetto privilegiato della ricerca di chi si è occupato del manoscritto braidense, il volume che oggi si presenta vuole porsi, si crede per la prima volta nell'indagine su Pietro da Barsegapè, come studio complessivo di un codice: in questa prospettiva l'opera in versi, fulcro di tutta la discussione, dialoga con le miniature, con la materialità del manoscritto e, in filigrana, con il contesto storico e documentario". Il volume, curato da Giuseppe Polimeni, riproduce integralmente, in facsimile a colori, il Sermone di Pietro da Barsegapè (codice AD XIII 48) e riporta la classica "edizione" del 1891 di Carlo Salvioni.
L'italiano alla prova. Lingua e cultura linguistica dopo l'Unità
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2016
pagine: 213
La lingua italiana dopo l'unità d'Italia.
E che il mondo sia una cosa sola. I dialetti danno voce a John Lennon
Libro
editore: Ibis
anno edizione: 2012
pagine: 48
In occasione dell'anniversario della canzone "Imagine di John Lennon", una delle più conosciute e famose canzoni dei Beatles, alcuni poeti e scrittori dialettali hanno proposto diverse versioni della canzone secondo le varie regioni di provenienza. Ne è nato così un piacevole libretto in cui le parlate popolari italiane fanno rivivere il messaggio ideale di Lennon, in un certo senso rilanciandolo da una parte all'altra del paese, e riproponendone gli ideali di pace e di amicizia. Il libro è illustrato con alcune tavole di Marco Giusfredi.
Lingua letteraria e lingua dell'uso. Un dibattito tra critici, linguisti e scrittori («La ruota» 1941-1942)
Libro: Libro in brossura
editore: Accademia della Crusca
anno edizione: 2013
pagine: 128
Nel 1941-1942 la rivista "La Ruota" ospita un dibattito linguistico di grande interesse. Scintilla alla discussione è l'articolo con cui Mario Meschini, direttore della rivista, recensisce il primo volume del "Vocabolario della lingua italiana" pubblicato dall'Accademia d'Italia, mettendo in luce i limiti di uno strumento in cui l'uso viene esemplificato sugli autori della tradizione letteraria. Nei numeri successivi intervengono linguisti, critici, scrittori: apre il confronto Bruno Migliorini, che propone un articolato paradigma interpretativo della situazione contemporanea. Il volume "Lingua letteraria e lingua dell'uso" propone quel confronto nella sua completezza e in Appendice riproduce la coeva discussione di Paolo Monelli e Giovanni Battista Angioletti sull'opportunità che l'italiano accolga termini dai dialetti in luogo delle parole straniere. Da quell'epoca di transizione arriva così fino a noi la voce di critici e scrittori che, intuita la necessità di chiudere i conti con i termini tradizionali di un dibattito, hanno sentito il dovere e l'urgenza di aprire una fase nuova della riflessione sulla lingua e sulla storia culturale italiana.