Libri di Franco Bellingeri
Anamnesi. Appunti di un percorso parkinsoniano attraverso una memoria da salvare
Franco Bellingeri
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Faro
anno edizione: 2016
pagine: 94
Un quaderno degli appunti per raccogliere riflessioni personali sul ricordare di un parkinsoniano e per proporre narrazioni tra diario e racconto breve: tracce, visioni, storie reali e immaginarie, sogni che affermano la volontà di salvare la propria memoria dagli attacchi della malattia. Una speranza di conservare la propria identità e la propria affiliazione al mondo come impegno e come risorsa da ricercare nei ricordi delle emozioni e di un desiderio che orienti il percorso di un parkinsoniano: un oggi, più o meno, peggiore di ieri, ma da rendere palesemente migliore del domani che la malattia prospetta.
Diario-mail post scolastico. Appunti-mail di un post scolastico, ovvero un preside in pensione
Franco Bellingeri
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Faro
anno edizione: 2013
pagine: 55
Diario-mail di un preside in pensione che affida a semplici annotazioni il ricordo di quello che è stato all'inizio un lavoro amato, ma poi è diventato anche un impegno preso con il territorio: un servizio pubblico. Prima che la malattia di Parkinson ne cancelli la memoria, il diario è una testimonianza dovuta sebbene, per forza di cose, riesca a esprimersi solo con una sorta di tweet alla ricerca di un destinatario.
Vedere non solo con gli occhi. Diario di un vedente parkinsoniano
Franco Bellingeri
Libro: Libro in brossura
editore: Effatà Editrice
anno edizione: 2009
pagine: 80
Il diario, in parole-immagini, di un vedente parkinsoniano che, interrogando se stesso, tenta di investigare l’essere e l’apparire contemporaneo. Vedere da parkinsoniano apre scenari sofferti, ma dischiude possibilità di analisi differenti di un mondo come il nostro che si esibisce senza mostrarsi o che si mette a nudo per non rivelarsi. Questa condizione può diventare un osservatorio privilegiato per alimentare la speranza in una visione, più ricca di relazioni umane e di comunicazione, che non nasca solo dagli occhi: una speranza non solo per chi convive con la malattia.