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Libri di Francesco Petrucci

Genesi e divenire del Barocco tra Roma e Napoli. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e dalla collezione Koelliker

Genesi e divenire del Barocco tra Roma e Napoli. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia e dalla collezione Koelliker

Libro: Libro in brossura

editore: De Luca Editori d'Arte

anno edizione: 2025

pagine: 96

Il catalogo mette in risalto la relazione osmotica nel campo della pittura tra Roma e Napoli, capitali della cultura artistica europea nell’età barocca. Molti artisti attivi nella città dei papi si trasferirono poi nel viceregno, mentre altri di formazione napoletana viceversa operarono nel centro del Cattolicesimo, con un proficuo scambio di esperienze e stimoli culturali. Bastino gli esempi di Caravaggio e Ribera, formatisi a Roma e poi trasferitisi a Napoli ove fecero scuola, o quelli di Bernini, nato nella città partenopea e poi divenuto l’astro del Barocco romano, e di Salvator Rosa, che fu attivo nella maturità a Roma ove eseguì molti dei suoi capolavori più insigni. Ma i casi sono molteplici, fino al pieno Settecento con le figure di Sebastiano Conca e Corrado Giaquinto, che innestarono originalmente la loro cultura solimenesca nel substrato classicista romano. Si tratta di un argomento trascurato dalla critica, che per la prima volta approda ad una mostra. A tal fine sono stati selezionati venti dipinti di qualità molto alta: dieci provenienti da Palazzo Chigi in Ariccia, sede del museo del barocco romano, e dieci dalla collezione Koelliker, una delle più prestigiose raccolte private di arte italiana formata dal mecenatismo dell’imprenditore milanese Luigi Koelliker. I primi sono di scuola romana, i secondi di scuola napoletana. Alcuni dei pittori selezionati hanno contribuito a traghettare verso il Barocco nelle due capitali la loro cultura naturalista e manierista, altri sono stati attivi nei due centri, altri ancora solo in uno di essi, ma ingenerando comunque reciproche suggestioni per l’importanza delle loro opere pubbliche, con una vitalità mutevole e innovativa, fatta di interazioni reciproche.
28,00

Ritratto e figura. Dipinti da Rubens a Cades

Ritratto e figura. Dipinti da Rubens a Cades

Francesco Petrucci

Libro: Copertina morbida

editore: De Luca Editori d'Arte

anno edizione: 2015

pagine: 128

La mostra propone al pubblico 40 ritratti di papi, principi, cardinali e figure di spicco della società italiana tra 600 e 700, oltre a filosofi, santi, artisti e figure popolari, provenienti da collezioni pubbliche e private. La rassegna, costituita da numerosi capolavori di grandi maestri, si compone di due sezioni ritrattistiche, in parte formate da opere inedite o mai esposte al pubblico. Una prima sezione espone ritratti reali, raffiguranti personaggi ripresi nella loro concreta fisionomia, che posarono per artisti che li ritrassero dal vero, cogliendone la fisionomia e la psicologia, di cui si conosce in molti casi l'identità. Sono comprese in questa sezione anche "teste di carattere", cioè studi fisiognomici di volti, avanti carattere di studio autonomo o funzione propedeutica a composizioni più grandi di soggetto sacro e profano. Una seconda sezione illustra invece ritratti ideali e allegorici, raffiguranti cioè personaggi realmente vissuti, ma le cui effettive fisionomie non sono note e furono create dagli artisti sulla base di testimonianze scritte o di interpretazioni iconografiche consolidate. Oltre a dipinti provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche (Ariccia, Palazzo Chigi; Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Corsini; Roma, Accademia Nazionale di San Luca), vengono presentate anche opere poco note provenienti da collezioni private, selezionate da Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia e curatore della mostra.
24,00

Mecenati e dimore storiche nella provincia di Roma
12,00

Dipinti tra Rococò e Neoclassicismo da Palazzo Chigi in Ariccia e da altre raccolte

Dipinti tra Rococò e Neoclassicismo da Palazzo Chigi in Ariccia e da altre raccolte

Libro: Libro in brossura

editore: Gangemi Editore

anno edizione: 2013

pagine: 128

Il volume è il catalogo della mostra di Cavallino di Lecce (Palazzo Ducale dei Castromediano, 21 settembre - 15 dicembre 2013). La mostra è dedicata alla memoria di Fiammetta Luly Lemme (Ancona, 20 marzo 1937 - Roma, 29 marzo 2005), avvocato, collezionista e studiosa d'arte, moglie dell'avvocato Fabrizio Lemme, che con lei ha condiviso i medesimi interessi per l'arte e il collezionismo, che ancora coltiva. La collezione Lemme, formata con la consulenza di insigni studiosi quali Federico Zeri, Italo Faldi e Giuliano Briganti, fornisce un rilevante materiale di studio per la conoscenza della pittura barocca, rococò e proto-neoclassica, con particolare attenzione al Settecento romano.
25,00

Dipinti inediti del barocco romano. 20 quaderni di dipinti inediti del barocco romano
120,00

Bernini e la pittura del ’600. Dipinti dalla Collezione Koelliker

Bernini e la pittura del ’600. Dipinti dalla Collezione Koelliker

Libro: Libro in brossura

editore: De Luca Editori d'Arte

anno edizione: 2024

pagine: 168

La biografia manoscritta di Giovan Lorenzo Bernini compilata attorno al 1678-80 dal primogenito monsignor Pietro Filippo, ricorda che il padre “per lo spatio di due anni si applicò a dipingere, nel qual tempo fece molti e molti pezzi di quadri, parte finiti, e parte abbozzati, i quali sono in grandissimo pregio tenuti nelle gallerie di Roma”. Secondo Filippo Baldinucci, primo biografo dell’artista (1682), questi raggiunse “sì gran progressi in quell’Arte che si vedono di sua mano, oltre a quelli, che sono in pubblico, sopra 150 quadri, molti de’ quali son posseduti dall’Eccellentissime Case Barberina, e Ghigi, e da quella de’ suoi figliuoli”. Parla inoltre di “Quadri grandi, e piccoli, i quali oggi nelle più celebri Gallerie di Roma, ed in altri degnissimi luoghi fanno pomposa mostra”. Anche Domenico Bernini, altro figlio del principe del Barocco, ricorda nella propria biografia paterna che questi all’inizio del pontificato Barberini, avendo “già superate tutte le difficoltà del disegno con le sue antecedenti osservazioni, ad altro allora non attese, che alla maniera del colorire. E questi, che Noi chiamiamo suoi Studi, furono di così squisita maniera, tanto nel Colorito, quanto nel Disegno, che vanno del pari colle principali Figure de’ Pittori più celebri del suo tempo. Oltre a quelli, di cui non se ne hà notizia, vi sono più di cento cinquanta pezzi di Quadri tra nella Galleria famosa del Serenissimo Gran Duca di Fiorenza, et in quelle de’ Principi Barberini, e Ghigi di Roma, e moltissimi in Casa Bernini senza que’ più, che sono stati involati all’Italia, e portati in Francia”, mentre in un altro passo cita “più di duecento Quadri da lui dipinti”. In effetti le fonti storiche, la documentazione epistolare, gli antichi inventari e gli estratti contabili ci restituiscono un panorama ampio, limitato non solo a pochissime teste abbozzate – come si riteneva –, ma esteso a veri e propri quadri di figura, con la presenza di uno o persino più personaggi. Le scoperte di quadri a soggetto religioso o allegorico avvenute nell’ultimo ventennio confermano tutto questo, come illustrato nell’ampio saggio di apertura di Francesco Petrucci e dalle opere della collezione Koelliker, probabilmente la più importante collezione privata di dipinti del Bernini. Il peso che l’artista ha esercitato non solo sulla scultura, ma anche sulla pittura del Seicento romano, è documentato in mostra da opere dei suoi più stretti collaboratori e seguaci, oltre ai dipinti di altri pittori che comunque direttamente o indirettamente ne subirono l’influsso. Tutti i quadri provengono dalla collezione Koelliker, offrendo uno straordinario panorama del secolo, comprese molte opere inedite o mai esposte al pubblico.
38,00

La luce del barocco. Dipinti da collezioni romane. Catalogo della mostra (Ariccia, 1 ottobre 2020-10 gennaio 2021)

La luce del barocco. Dipinti da collezioni romane. Catalogo della mostra (Ariccia, 1 ottobre 2020-10 gennaio 2021)

Libro: Libro in brossura

editore: Gangemi Editore

anno edizione: 2020

pagine: 144

«L'evento espositivo "La Luce del Barocco" vuole evidenziare, attraverso l'Arte e il significato della Luce come motivo espressivo, quanto sia importante per il Patrimonio Artistico nazionale l'attività di ACEA S.p.a., che, oltre ai servizi per cui è stata costituita, illumina Monumenti, Chiese e Palazzi Storici, punto di attrazione di milioni di turisti presenti a Roma per ammirarne le testimonianze di storia e cultura plurimillenarie. L'arte barocca, che proprio nella Capitale d'Italia trova la sua origine e le sue più alte manifestazioni, si presta magnificamente a questo, in quanto la Luce, in tale espressione artistica tipica del Cattolicesimo, si carica di significati simbolici e mistici, legati al tema della Grazia e della redenzione dell'uomo, di cui è visualizzazione (...) Una mostra legata al tema della Luce in questo particolare momento che stiamo vivendo, vuole esprimere speranza e rinascita, dopo mesi di clausura e segregazione forzata. La Luce ha da sempre un valore metaforico connesso alla nascita, al risveglio dopo la notte, alla resurrezione della natura dopo l'inverno e per il Cattolicesimo ad un messaggio di speranza di vita eterna suscitato dalla sequela del messaggio di Cristo. Il Barocco quindi, che del Cattolicesimo è la massima espressione artistica, è lo stile più adatto per veicolare un messaggio ottimistico di riscatto umano e sociale dopo la Pandemia. Viene presentata in mostra una selezione di importanti dipinti di artisti di chiara fama provenienti da collezioni private romane, in gran parte inediti o mai esposti al pubblico. L'evento vuole incentivare e promuovere il collezionismo, come agente culturale del rinnovamento della ricerca, motore economico del settore e tramite di arricchimento di collezioni pubbliche, ove spesso le raccolte private confluiscono per lasciti e donazioni. Vengono esposte opere di Bernini e della sua cerchia, assieme a dipinti di Giovanni Baglione, Mattia Preti, Agostino Tassi, Gaspar Dughet, Sebastiano Conca, Pierre Subleyras e altri maestri del Seicento e Settecento, offrendo una larga panoramica sull'arte barocca per quasi due secoli. La mostra è articolata in vari generi pittorici, tra ritratti, pittura di figura a soggetto sacro e profano, paesaggi, vedute e nature morte. Motivo conduttore: la Luce come veicolo comunicativo, formale e simbolico, segno di ottimismo e rigenerazione.» (Giuseppe Lepore)
25,00

Mondanità e segregazione. La «galleria delle Belle» e la galleria delle «Monache» a Palazzo Chigi in Ariccia

Mondanità e segregazione. La «galleria delle Belle» e la galleria delle «Monache» a Palazzo Chigi in Ariccia

Francesco Petrucci

Libro: Libro in brossura

editore: Ceccarelli

anno edizione: 2021

pagine: 158

Tra le stravaganze e il gusto per l'eccentrico dell'età barocca, espresso al massimo grado nell'allestimento di wunderkammer o "musei delle curiosità", vanno annoverate anche bizzarre serie ritrattistiche monotematiche. Appartengono al genere le cosiddette "gallerie delle belle romane", esemplate sulla prima selezione commissionata dal cardinal Flavio Chigi al pittore fiammingo Jacob Ferdinand Voet. Questa singolare collezione, conservata nel Palazzo Chigi di Ariccia, voluta da un porporato noto più per la sua galanteria e le numerose amanti che per sentimenti di devozione religiosa, è la più emblematica per qualità e valore documentario, essendo stata un modello per altre analoghe ordinate con varianti dai Colonna, dagli Altieri, dagli Odescalchi, dai Savoia e da altre illustri casate italiane. Una vera e propria ossessione, quella delle "belle", che raggiunse nell'ultimo quarto del secolo effetti maniacali, tanto che quasi ogni palazzo o dimora, di città o di campagna, poteva vantare una sala dedicata alla bellezza muliebre. Il Seicento è tuttavia anche il secolo dei contrasti. Così una sala nello stesso piano nobile del palazzo di Ariccia, ospita nella "Stanza della suore" la relativa galleria ritrattistica di monache Chigi. Le religiose raffigurate sono tutte unite da stretti vincoli di parentela, sorelle nella clausura e per consanguineità. È così che gli aspetti salienti dell'età barocca trovano, nella paradossale convivenza in una stessa dimora di queste due contrastanti gallerie ritrattistiche, un loro emblema.
12,00

Girolamo Troppa

Girolamo Troppa

Libro: Libro in brossura

editore: Ediart

anno edizione: 2021

pagine: 328

70,00

Palazzo Chigi in Ariccia nel contesto del complesso berniniano e dell'antico feudo chigiano

Palazzo Chigi in Ariccia nel contesto del complesso berniniano e dell'antico feudo chigiano

Francesco Petrucci

Libro: Copertina rigida

editore: Gangemi Editore

anno edizione: 2022

pagine: 544

Il Palazzo Ducale di Ariccia costituisce un complesso architettonico unitario e armonico, la cui conformazione attuale è il risultato della radicale trasformazione del Vecchio Castello Savelli, promossa dai Chigi dopo l'acquisto del feudo nel 1661. La dimora è una vera "capsula del tempo" per la miracolosa conservazione dell'arredamento storico, incrementato dopo la vendita del Palazzo Chigi di Roma allo stato (1917) con ulteriori importanti arredi e manufatti d'arte.
150,00

Caravaggio. «La presa di Cristo» dalla collezione Ruffo

Caravaggio. «La presa di Cristo» dalla collezione Ruffo

Libro: Libro in brossura

editore: De Luca Editori d'Arte

anno edizione: 2023

pagine: 144

La Presa di Cristo della collezione Mattei, nota attraverso numerose copie e presunti originali, è una delle composizioni spiritualmente più intense e ricche di pathos dell’attività romana di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Essa costituisce un vero corrispettivo a destinazione privata delle stupefacenti tele della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi e della cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo, che segnano una radicale svolta in termini espressivi nella produzione dell’artista lombardo, dopo la prevalenza di soggetti di genere e a tema mitologico degli anni precedenti. In questa sede si ripercorre la controversa storia della potente invenzione caravaggesca e delle sue testimonianze pittoriche, che hanno un vertice nelle due redazioni della raccolta Ruffo di Calabria, qui presentata, e della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, in deposito presso la National Gallery of Ireland. Le due versioni sono entrambe autografe, ma dotate di autonomia formale ed espressiva, con una precedenza della versione Ruffo, di cui quella irlandese è una replica con varianti rivisitata in senso iconografico ed estetico rispetto al carattere “espressionista” e fortemente drammatico del prototipo.
36,00

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