Libri di Francesca Monti
Richard Linklater. La deriva del sogno americano
Francesca Monti, Emanuele Sacchi
Libro: Libro in brossura
editore: Bietti
anno edizione: 2017
pagine: 250
Forse il suo nome non vi è noto, ma sicuramente avete visto uno dei suoi film: perché nel cinema di Richard Linklater (come in quello di un altro "celebre ignoto", David Finchér) prima o poi si incappa. Magari attraverso le vicende di due amanti da feuilleton romantico, Ethan Hawke e Julie Delpy, che si incontrano su un treno Prima dell'alba e cambiano per sempre le loro vite. O passando per un finto insegnante un po' matto che insegna AC/DC e Led Zeppelin alla School of Rock. O ancora seguendo dodici anni di una famiglia in tempo reale, in Boyhood, uno dei più arditi esperimenti del cinema recente. Tutto questo e molto altro ancora è Richard Linklater: sperimentale, indipendente, filosofico, e anche amante dello sport, ribelle, americanissimo. La prima monografia italiana su questo straordinario regista texano traccia un percorso autoriale che unisce le apparenti contraddizioni della sua filmografia e sottolinea l'enorme importanza del suo lavoro per il cinema contemporaneo.
Juventus. La meglio gioventù. Da calciopoli alla serie A
Emanuele Bellato, Francesca Monti
Libro: Copertina morbida
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 248
Con la prefazione di Luciano Moggi e la presentazione di Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport, la ricostruzione delle vicende, che hanno visto la Signora del calcio italiano accusata di essere la principale protagonista di un sistema di corruzione, viene qui condotta con lo scopo di ristabilire una verità "diversa" da quella comunemente acquisita. Questo volume racconta il difficile cammino affrontato dalla squadra bianconera, le partite, le emozioni, le tappe che hanno scandito il ritorno della Vecchia Signora nella massima serie. L'intento non è quello di difendere o giustificare comportamenti scorretti, ma di capire perché la Juve sia stata l'unica società a pagare con la clamorosa retrocessione in serie B, diventando così l'emblema della malattia del calcio italiano.