Libri di Francesca Cerbini
Prison lives matter
Francesca Cerbini
Libro: Libro in brossura
editore: Elèuthera
anno edizione: 2025
pagine: 208
Cosa succede quando il concetto di istituzione totale e i suoi corollari non sono più utili a definire l’esperienza carceraria? Quando il confine tra ghetto urbano e prigione diventa poroso e sfumato ed emergono forme ibride di autogestione o co-gestione fra Stato e detenuti? In un continuo rimando tra contesti geografici e sociali molto diversi, Cerbini esplora questi interrogativi con lo sguardo dell’antropologa, ovvero partendo dalle esperienze dei soggetti che il carcere lo vivono e dalla loro visione del mondo. Grazie alle numerose etnografie condotte nell’ultimo decennio all’interno degli istituti di pena del Sud e del Nord globale, si profila così un radicale cambio di prospettiva che scardinando l’univocità del penitenziario ideale, sinonimo di ordine e disciplina, permette di riconsiderare le connessioni e la continuità tra dentro e fuori, tra carcere e società. Un mosaico di narrazioni e contronarrazioni in grado di restituire la multiforme violenza della governance del carcere contemporaneo e gettare le basi per un nuovo statuto teorico dell’istituzione penitenziaria.
Absolute painting. Giorgio Griffa, Tomas Rajlich, Jerry Zeniuk
Libro: Libro in brossura
editore: ABC-Arte
anno edizione: 2019
pagine: 143
Catalogo della mostra collettiva "Absolute painting" di Giorgio Griffa, Tomas Rajlich, Jerry Zeniuk a cura di Flaminio Gualdoni e realizzata in ABC-ARTE.
La casa di sapone. Etnografia del carcere boliviano di San Pedro
Francesca Cerbini
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 314
Definito da un recluso "la casa di sapone" per essere un luogo "scivoloso" in cui è difficile rialzarsi dopo essere caduti, il carcere di San Pedro (La Paz, Bolivia) presenta al suo interno uno scenario del tutto particolare. Pur essendo ufficialmente sottoposto e regolamentato dalle leggi dello Stato boliviano, è di fatto gestito dai reclusi stessi, i quali concepiscono e rimodellano secondo le loro possibilità economiche lo spazio carcerario, abitato anche da quelle donne che, con i propri figli, hanno deciso di convivere col marito detenuto. I rituali, la religione, la salute, la malattia e il cibo sono il filo conduttore di una ricerca etnografica mirata a mettere in luce i meccanismi di annientamento e di sopraffazione che si innescano in un contesto simile e che hanno ripercussione sul concetto di corpo, persona e identità di coloro che vivono questa tragica esperienza, nella più inutile e ingiusta delle istituzioni statali.