Libri di Elena Di Gioia
La piuma e il mattone. Storia della casa del popolo di Castello d'Argile
Simone Cortesi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2017
pagine: 79
Cosa ci raccontano queste "architetture di ideali" che hanno attraversato il Novecento e oggi giungono a noi? Luoghi - beni comuni per una pratica della democrazia e della cultura, luoghi che racchiudono Storia e storie che ancora parlano e a cui questo volume dà voce, a partire dalla significativa casa del popolo di Castello d'Argile. Un libro a due voci che comprende l'originale storia a fumetti "La piuma e il mattone di Simone Cortesi" - con tavole illustrate per ricomporre, nell'intreccio tra sogno e realtà, uno sguardo nuovo con cui guardare passato, presente e futuro - e il saggio "Le quattro stagioni della Casa del Popolo" di Castello d'Argile della studiosa Magda Barbieri: un affresco in cui, attraverso la lente della Casa del Popolo di Argile si affaccia la storia d'Europa e di Italia, tra ideali, lotte, guerre, ricostruzione e nuove prospettive.
Pasolini a Villa Aldini. Salò o le 120 giornate di Sodoma, aprile 1975
Elena Di Gioia, Roberto Chiesi, Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni
Libro: Libro in brossura
editore: Archivio Zeta
anno edizione: 2022
pagine: 112
Questo libro nasce nell'ambito del progetto "100 colpi" ideato da Archiviozeta per i 100 anni di Pier Paolo Pasolini e viene pubblicato in occasione della mostra Pasolini a Villa Aldini. Si possono così ripercorrere finalmente i giorni di lavorazione del film Salò o le 120 giornate di Sodoma presso Villa Aldini a Bologna, nell'aprile del 1975, grazie alla documentazione fotografica di Deborah Imogen Beer, fotografa ufficiale del set. Ci sono voluti diversi giorni per orientarci nell'immensità del materiale disponibile, ma nello scorrere le foto di Deborah Beer ci è sembrato di entrare in profondità nel lavoro di Pasolini. I suoi gesti, il suo sguardo, il suo stare sempre alla macchina da presa, il suo dialogo continuo con attori e comparse emerge da ogni scatto. Non è un regista accomodato su una sedia che porta il suo nome, anzi non ci pare proprio di averlo mai visto riposare. È sempre in piedi, in cima ad una scala altissima oppure su un ponteggio. Il suo occhio è quello della macchina da presa, è lui a decidere l'inquadratura. Scrive con le immagini sulla pellicola così come scriveva con le parole sulla carta. Ha la stessa cura.