Libri di Donatella Bolech Cecchi
Eitel Friedrich Moellhausen. Un diplomatico tedesco amico degli italiani (1939-1945)
Donatella Bolech Cecchi
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2016
pagine: 137
Un personaggio quasi da film Eitel Friedrich Moellhausen, una figura di diplomatico del tutto anomala nella Germania del Terzo Reich. Nato a Smirne da padre tedesco e madre francese, entra nel 1939 al Ministero degli Esteri tedesco, grazie alla sue conoscenze linguistiche, pur non essendo iscritto al partito. Inizia così una carriera che lo porterà a Parigi, poi più volte nel Nord Africa, come uomo di fiducia di Rudolf Rahn, il futuro ambasciatore presso la Rsi. Divenuto Console generale a Roma dopo l'8 settembre, darà prova di moderazione e di coraggio, intervenendo più volte a proprio rischio in difesa degli ebrei e degli italiani. Il suo spirito di indipendenza e le sue capacità di iniziativa gli varranno la considerazione di von Ribbentrop, che lo invierà in Spagna e Portogallo nel tentativo disperato di cercare contatti con gli americani per avviare negoziati di pace.
Alle origini di un'amicizia. Italia-Cecoslovacchia 1918-1922
Donatella Bolech Cecchi
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2008
pagine: 218
Fu proprio alla Conferenza della Pace a Parigi che si svilupparono i primi contrasti fra l'Italia e la Cecoslovacchia. Arroccati nella difesa del patto di Londra, Orlando e Sonnino non seppero collaborare con la Francia nella soluzione dei grandi problemi della pace, in particolare nel settore danubiano-balcanico. Mentre Parigi si valse del comune timore del pericolo tedesco per fare di Praga l'elemento di punta della sua politica danubiana, agli occhi italiani la Cecoslovacchia andrà via via configurandosi come una riedizione in piccolo dell'Austria-Ungheria, senza averne le funzioni di stabilizzazione e di equilibrio. L'autore ripercorre la storia delle relazioni fra l'Italia e la Cecoslovacchia nell'immediato dopoguerra per mettere in luce come in quei pochi anni si riuscì a erodere il complesso dei legami nati dalla lotta contro l'impero asburgico e a porre in secondo piano gli interessi economici, che avrebbero suggerito di fare di Trieste il fulcro della collaborazione fra i due stati, aprendo la via all'influenza italiana nei Balcani.