Libri di Dario Faggella
Eugène Atget. Parigi città in dissolvenza
Dario Faggella
Libro: Libro in brossura
editore: Coppola Editore
anno edizione: 2024
pagine: 46
Questa è la storia di Eugene Atget, l'uomo che fotografava gli scorci della Parigi che stava sparendo. Definito da tutti il "Balzac della fotografia".
Georges Brassens, amico mio
Beppe Chierici
Libro: Libro in brossura
editore: Villani Libri
anno edizione: 2022
pagine: 482
Il volume può essere considerato l’opera omnia di Beppe Chierici che ha realizzato il sogno della sua vita: tradurre in italiano “tutte” le canzoni di Georges Brassens, poeta, compositore e cantautore francese con origini lucane. Il libro si divide in tre parti. La prima è costituita da una nota dell'editore Franco Villani, da un’introduzione e un’intervista di Giancarlo Passarella che mettono in risalto la vita artistica e professionale di Chierici. Seguono: un testo in francese di Mirella Conenna, e un testo di Margherita Zorzi che riflettono sugli aspetti metrici e stilistici affrontati da Chierici nella traduzione-trascrizione in italiano delle canzoni di Brassens, un'analisi tematica e stilistica di Isabel Perrone sulla canzone "Les patriots". Conclude la prima parte una nota dello stesso Beppe Chierici che racconta un po' della sua vita d'artista giramondo, del suo incontro con l'opera poetica e musicale di Brassens e la sua amicizia con lui. La parte centrale del testo è composta dalle 170 canzoni di Brassens con testi a fronte in francese e in italiano.
Agnello leone maiale scimmia
Dario Faggella
Libro: Libro in brossura
editore: Aguaplano
anno edizione: 2021
pagine: 192
L'esordio di Dario Faggella è un'autobiografia al tempo stesso minima e iperbolica. Un romanzo di racconti picareschi giocati sul filo dell'ironia e di un realismo isterico, trasognato e tagliente, un Lazarillo contemporaneo che unisce idealmente Boris Vian, Andrea Pazienza e François Rabelais. Con una scrittura grottesca, scintillante e fiorita, con un talento narrativo spiazzante che si fa beffa del lettore ma che infine lo ricompensa con commoventi squarci di autenticità, Faggella percorre le tappe di un'educazione all'inettitudine e all'inadeguatezza cosmica di fronte alla realtà e alle relazioni. Memoria e menzogna, lirismo e squallore metropolitano si intrecciano con disarmante e implacabile sincerità, fino a chiudere il cerchio di un'esistenza qualunque e irripetibile. «Provengo dalla piccola borghesia impiegatizia. Mia madre covava per me le aspirazioni tipiche della suddetta classe: sognava che divenissi un alto esponente della futura classe dirigente. Purtroppo, invece, aveva partorito un essere sul cui destino era scritto "barbone". E così sarebbe stato, se colei che sarebbe poi diventata mia moglie non mi avesse raccattato per strada ubriaco e piangente, non mi avesse quindi ripulito e rimesso a nuovo. Rimango comunque consapevole che, se le cose dovessero andare male, il marciapiede e lo sporco dei muri dei palazzi mi riavrebbero come cosa loro per diritto naturale».