Libri di Clizia Carminati
Archilet. Per uno studio delle corrispondenze letterarie di età moderna. Atti del seminario internazionale (Bergamo, 11-12 dicembre 2014)
Libro
editore: QuiEdit
anno edizione: 2016
pagine: 550
Vita e morte del cavalier Marino
Clizia Carminati
Libro: Libro in brossura
editore: I Libri di Emil
anno edizione: 2011
pagine: 176
Edizione e commento della "Vita" di Giovan Battista Baiacca, 1625, e della Relazione della pompa funerale fatta dall'Accademia degli Umoristi di Roma, 1626. Prima delle cinque biografie che consacrarono Giovan Battista Marino già a breve distanza dalla morte, la "Vita" di Giovan Battista Baiacca fu dedicata al cardinale Desiderio Scaglia, con l'intento di offrire del Marino, condannato dall'Inquisizione all'abiura nel 1623, un'immagine ricomposta e priva di ombre, e di garantire protezione al poema maggiore, L'"Adone", che rischiava (e poi subì nel 1627) una condanna all'Indice dei libri proibiti. Uno scontro tanto sotterraneo quanto serrato si andava infatti consumando negli ambienti letterari romani sin da quello stesso 1623 che aveva visto l'elezione di Maffeo Barberini al soglio pontificio e il ritorno del Marino dalla Francia: classicismo barberiniano e oltranza mariniana si andavano progressivamente divaricando.
Giovan Battista Marino tra inquisizione e censura
Clizia Carminati
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2008
pagine: 420
Tradizione, imitazione, modernità. Tasso e Marino visti dal Seicento
Clizia Carminati
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 180
Il volume prende le mosse dalla riflessione critica secentesca, quella occasionale che si espresse in lettere, lezioni accademiche, commentari, postille, relazioni di censura, per avviare un’indagine sul rapporto con la tradizione, sull’imitazione e sulla modernità delle opere di Tasso e di Marino. Prendendo in esame testi antichi e moderni (da Omero a Góngora, da Plutarco a Lope), il libro segnala nuove fonti e analizza il «modo dell’imitazione», ravvisando lo scarto che rende il testo dell’imitatore sostanzialmente diverso da quello imitato e che, su larga scala, contribuisce a definire la sfuggente modernità di Tasso, di Marino e dei loro contemporanei, la nuova dimensione poetica che creano, il nuovo valore che attribuiscono alla letteratura, i nuovi occhi con cui guardano e conoscono. Nelle pieghe del modo di imitare si scorgono linee di una evoluzione del gusto e suggerimenti per tracciare la mappa di tutta una stagione della letteratura italiana ed europea, nella convinzione che la storia letteraria debba farsi e rinnovarsi procedendo dal dettaglio, spesso minimo, all’insieme.