Libri di Claudio Rovito
Mercogliano, Torelli e Valle. Viaggio sotto Monte Vergine fra 1500 e 1900 e sopra Montevergine di Avellino
Claudio Rovito, Arturo Bascetta
Libro: Libro rilegato
editore: ABE
anno edizione: 2025
pagine: 134
L'attuale Comune di Mercogliano consta di due storie: una ufficiosa, antecedente il 1193, ed una posteriore, quella ufficiale, basata su documenti che hanno un riscontro non solo nelle pergamene ecclesiastiche ma anche nella documentazione amministrativa. In realtà potremmo partire da cento anni prima, quando esistevano due regni, uno a Salerno detto Regno d'Italia, e uno a Palermo detto Regno di Sicilia, fino all'unificazione degli Svevi avvenuta fra il 1193 e il 1194. Mercogliano era infatti nella Contea dei dell'Aquila, insieme ad Avellino e ad altri feudi della zona. Più Contee dipendevano dalla città di Civitate, sede della nascente Diocesi vescovile che si intendeva imporre a capoluogo di una provincia dello stato chiamato Ducato Apulia che ebbe sede prima a Salerno e poi Bari (1087), città arcivescovili in quanto sedi metropolitane. Quando la sede dell'Apulia si spostò a Bari, la vecchia sede salernitana si trasformò in Principato per volere del Guiscardo. La ripartizione non piacque agli altri titolari dei ducati d'Italia che chiesero al papa di riordinare i feudi nel Concilio di Melfi (1087), da cui scaturirono gli Statuti generali (1089) che portarono alla pace, la Santa Trevia (1091) per la nascita di un elenco ufficiale dei feudatari, il Catalogo dei Baroni (1096) che elenca Principati e Ducati presi in Curia dal papa in quel di Benevento.1 La nascente ex Diocesi vescovile della 'provincia' del Principato, quella in cui ricade il feudo comitale di Mercogliano continua ad essere definita Civitate, benché ex capoluogo mai nato della provincia della regione di Urbe Salerno, meglio identificabile con toponimo di Civitate Salernitana, essendo appartenuta ad Urbe Salerno. Questo libro è un viaggio dalla A alla Z, con migliaia di nomi di persone e luoghi, fatti, carte inedite di archivi laici.
Venticano Campanariello. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348 nella Valle Beneventana futuro Principato Ultra di Benevento
Claudio Rovito, Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2024
pagine: 128
30 VENTICANO CAMPANARIELLO. E i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348.
29. San Martino valle Caudina, e i 29 oppidi papalini rifondati nel 1348
Arturo Bascetta, Claudio Rovito
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2024
pagine: 134
Prima di ogni altra ipotesi che accomuna i paesi della Valle Caudina con quelli della Valle di Campobasso sarà preferibile analizzare meglio i toponimi. Non a caso il Catalogo dei Baroni, retrodatato al 1096, parla di una Valle Gauda e di una Valle Gaudina in un altro luogo del medesimo territorio. Moltre sciocchezze infatti potrebbero cadere studiando meglio la rivoluzione migratoria avvenuta dopo il sisma, la peste e l'invasione ungherese del 1348, quando molti paesi vennero ricostruiti e ben 29 furono proprio quelli del Partenio, come risulta da una bolla del 1348, quando l'inviato del papa di Avignore, Bernardo Deucio, rifondò l'arcidiocesi di Benevento e questi 29 paesi che non estevano più nei luoghi originari e furono riedificati dove li vediamo, da Montesarchio a Sant'Angelo a Scala. In primis Castrum Pontis inhabitatum, et inde ascendere Castrum Casaldoni, Castrum Campi lattari, Castrum montis Leonis, Castrum Sancti Severi, Castrum Fragneti Monfortis, Castrum Fragneti Abbatis, Castrum Sancti Georgii Molendinaria, Castrum Sancti Andreae de Molinaria, Castrum petrae maioris, Castrum Paduli cum suo suburbio, sive Casali Sancti Archangeli, Castrum montis mali, Casale Templani, Castrum Apicii cum casalibus, Castrum Moroni, Castrum Venticani, Castrum montis Militum, Castrum montis aperti, Castrum montis Fuscoli cum casalibus, Castrum Tufii, Castrum Altavillae, Castrum Cepalloni, Castrum Petrae Strumierae, Castrum S. Martini, Castrum Cervinariae, Castrum montis Sarveli, Castrum Tocci cum casalibus, Castrum Torregusii, cum casali Popisii et aliis casalibus. Volumus itaque etc. Datum Avenione septimô Kalendes Iunilannô nonô, salutis autem 1350. Sicque territorium Beneventanum erat amplum; nunc autem ab Hispanis valde suit imminutum: complectiturque tantum in praesentia Castra S. Angli de Cupola, Mottam, Panellam, Montem Orsi, Maccolum, Sciarram, Pastenam, Balnearam, S.marci a montibus, S. Lucii, S. Angeli, et Francavillam; quae omnia vix 3. aut 4. milliaribus distat a Benevento. 1. In primis Castrum Pontis inhabitatum, 2. et inde ascendere Castrum Casaldoni, 3. Castrum Campi lattari, 4. Castrum montis Leonis, 5. Castrum Sancti Severi, 6. Castrum Fragneti Monfortis, 7. Castrum Fragneti Abbatis, 8. Castrum Sancti Georgii Molendinaria, 9. Castrum Sancti Andreae de Molinaria, 10. Castrum petrae maioris, 11. Castrum Paduli cum suo suburbio, sive Casali Sancti Archangeli, 12. Castrum montis mali, Casale Templani, 13. Castrum Apicii cum casalibus, 14. Castrum Moroni, 15. Castrum Venticani, 16. Castrum montis Militum, 17. Castrum montis aperti, 18. Castrum montis Fuscoli cum casalibus, 19. Castrum Tufii, 20. Castrum Altavillae, 21. Castrum Cepalloni, 22. Castrum Petrae Strumierae, 23. Castrum S. Martini, 24. Castrum Cervinariae, 25. Castrum montis Sarveli, 26. Castrum Tocci cum casalibus, 27. Castrum Torregusii, cum casali Popisii et aliis casalibus.