Libri di Antonella Di Paola
Diventare clown-dottore. Elementi di terapia del sorriso e logoterapia
Antonella Di Paola
Libro: Libro in brossura
editore: Universitalia
anno edizione: 2014
pagine: 108
La "psicologia del sorriso" argomento di grande interesse negli ultimi tempi, si sta evolvendo sempre di più. Piano piano il sorriso è divenuto argomento scientifico tanto da farci aprire gli occhi su quelle realtà che potevano sembrare senza speranza, parlo degli ospedali, delle case di riposo, delle case famiglia, di quei bambini o anziani che hanno perso la voglia di sorridere, di ridere di sè e di dare un senso alla propria vita. Queste persone non devono perdere questa speranza perché non sono sole, in Italia il fenomeno della clownterapia cresce sempre più tanto da diventare per molti uno stile di vita, una cosa in cui credere. Il seguente volume vuole essere un'integrazione tra l'approccio di Patch Adams, medico pioniere della terapia del sorriso, all'umorismo e quello di Viktor Frankl, psicologo e psichiatra viennese, per permettere ai lettori di dare un senso al sorriso che si va a portare nelle corsie di ospedale e non solo. Uno strumento per tutti corsi di formazione organizzati in Italia per diventare clown dottore e riscoprire il bambino che vive dentro di noi, dando la speranza a tutti i malati che con il sorriso si può tornare a vivere.
Il rumore del vento
Antonella Di Paola
Libro
editore: Costruttori di Pace
anno edizione: 2000
pagine: 64
In questo volumetto, espressione di una profonda lettura dell'animo umano interconnesso con la realtà che lo circonda, troverete tra l'altro la poesia, che ha ispirato il titolo all'intero libro. "Il rumore del vento, dentro l'anima, si confonde con il rumore dei sogni caduti in terra. Spazzati via i ricordi, gli amori le lacrime inutili e i solchi disegnati da impronte. Arriva la luce di un nuovo giorno di vento."
Senso di vuoto e bisogno di annullarsi. Adolescenti e giovani adulti a rischio di suicidio
Roberto Pani, Antonella Di Paola
Libro
editore: CLUEB
anno edizione: 2013
pagine: 108
La riflessione che sta alla base di questo testo parte dalla convinzione che alcuni atti suicidari dipendano da gesti impulsivi e compulsivi che non sono necessariamente una conseguenza di determinate patologie pregresse, come la depressione maggiore o la patologia del bipolare. Quando parliamo in particolare di adolescenti e giovani adulti dobbiamo stare molto attenti a formulare diagnosi o classificare come morbosi alcuni comportamenti che caratterizzano questo passaggio dell'età evolutiva. Sembra, infatti, che molti giovani siano attratti da questa via di uscita, come se fosse un'alternativa. Pensano al suicido in modo compulsivo, provando piacere; è come se si dicessero: se mi suicido, se ne accorgeranno e io vincerò? La realtà ci offre un altro punto di vista: una buona parte dei suicidi si verifica in seguito al raggiungimento di un dolore mentale molto forte, a un senso di vuoto, cioè nichilismo, a un lungo rimuginare del soggetto su immagini via via più pericolose e tetre, che si fortificano e consolidano col passare del tempo, diventando l'unica via d'uscita per ogni crisi. Il ragionamento si concentra sugli aspetti psicologici educativi e sociali degli adolescenti e dei giovani adulti che compiono questa scelta, talvolta meditata e disperata, e su quali siano oggi le modalità di intervento riabilitativo del tentato suicidio in due "Centri anti-suicidi" italiani. L'impegno deve riguardare soprattutto la prevenzione.

