Libri di Angela Lischetti
La vita è bella perché costa. Confessioni del giovane don Luigi Crosta
Angela Lischetti
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Ambrosiano
anno edizione: 2025
pagine: 80
Il volume ripercorre il cammino di don Luigi, dai suoi anni di seminario, dove emerge una spiritualità intensa e una profonda riflessione sulla vocazione sacerdotale, alla sua ordinazione per opera dal cardinale Ildefonso Schuster nel 1953, fino al suo ministero nelle comunità di Gavirate e Lonate Ceppino (entrambe in provincia di Varese). A Gavirate, don Luigi si distinse per la sua dedizione all'educazione dei giovani e per la creazione di un vivace gruppo giovanile, mentre a Lonate Ceppino divenne un punto di riferimento per l'intera comunità, amato per la sua accoglienza e il suo servizio premuroso verso tutti, in particolare le famiglie e i malati. Il libro, curato dalla professoressa Angela Lischetti, arricchito dai contributi di don Ferdinando Citterio e don Ennio Apeciti, offre una preziosa testimonianza della figura di un sacerdote esemplare, la cui memoria rimane viva nei cuori di chi lo ha conosciuto, e che ha saputo incarnare i valori del Vangelo con amore e passione.
In punta di penna. Matteotti secondo Scalarini
Angela Lischetti
Libro: Libro in brossura
editore: Biblion
anno edizione: 2024
pagine: 162
Su Matteotti sono usciti molti studi, perché la sua è una storia che ha lasciato il segno. Questo libro lo vede raccontato dalle vignette di Giuseppe Scalarini (1873-1948) che non vogliono far ridere, ma riflettere. Egli scrive: «C’erano degli imbecilli che mi dicevano: “Ah, le sue vignette come mi facevano ridere!”. Ridere? Ma se non c’era miglior elogio per me di questo: “Scalarini, la tua vignetta d’oggi mi ha commosso!”». Se da sempre la sua penna denuncia le ingiustizie mentre onora gli onesti, è all’Avanti! (1911-1926) che matura il segno e potenzia l’allegria tragica della satira politica, ed è con il delitto Matteotti che il vignettista trova la figura ideale capace di trascinare i lavoratori contro gli sfruttatori che si impinguano con il lavoro degli altri. Ed è così che Scalarini ‒ per dire che l’uomo non è morto invano, ma era e rimane la bussola per ogni futura azione progressista ‒ mette il suo nome su croci, lapidi e carte processuali, disegna l’inquietante ombra bianca di Matteotti. Uno spettro cieco, muto, esangue, eppure vivo quanto mai.