Libri di Aleksandar Tisma
Senza un grido
Aleksandar Tisma
Libro: Libro in brossura
editore: FT - FinisTerrae
anno edizione: 2024
pagine: 224
"Senza un grido" è una raccolta di racconti che si svolgono nell’immediato dopoguerra. La guerra è finita e la violenza continua a dilagare: un uomo si trascina dietro moglie e figli in quattordici campi profughi e finisce per essere cacciato di casa. Branka viene picchiata, maltrattata e derubata dal suo amante, eppure lo segue ovunque. Lo zio Ratko crede di essere un genio e lavora per anni a un’opera letteraria che nessuno della famiglia riuscirà mai a vedere. Le storie di Tišma descrivono, senza giudizio, il destino irripetibile dei personaggi che si dibattono tra amore e odio, violenza e desiderio, trionfo e umiliazione. La sua freddezza serve a renderci a nostra volta testimoni. I suoi personaggi sono tutti tratti da eventi reali e non devono nulla a un’indulgenza immaginaria, la cui morbosità sarebbe allora sospetta. È come se la violenza della guerra si fosse infranta in migliaia di piccoli frammenti individuali, ognuno con la propria ferita. L’arte di Tisma in questo libro consiste nel sezionare, con la massima meticolosità, l’animo di questi sopravvissuti per offrirlo al lettore sul tavolo anatomico.
L'uso dell'uomo
Aleksandar Tisma
Libro: Libro in brossura
editore: Calabuig
anno edizione: 2017
pagine: 360
Nella città serba di Novi Sad, nelle vicinanze della frontiera ungherese, tra il 1939 e il '45 persone legate tra loro da relazioni di parentela e vicinanza sono investite dall'uragano della storia. Un uragano che assume le fattezze della seconda guerra mondiale, catastrofe che investe tutto e tutti, sconvolgendo le vite della facoltosa famiglia ebrea dei Kro-ner e dei serbi Bozic e Lazukic, i cui destini e le cui storie si intrecciano intorno al diario rosso di Anna Drentwenscheck, insegnante di tedesco della cittadina. Vera, Milinko e Sredoje, i tre protagonisti, rappresentano un'umanità che resiste all'orrore e alla follia del nazismo, che non cede il passo senza combattere, che soffre e patisce senza mai smarrire l'amore e l'entusiasmo per la vita. Come nello stile di Tisma, che qui raggiunge la piena maturità stilistica, la loro è una storia di sconfitti: «Penso che ogni vittoria sia falsa - scrive l'autore -. Vera è solo la sconfitta, perché la vita è in definitiva sempre una sconfitta, a meno che non sia, dal principio alla fine, un'illusione. E le illusioni non mi attirano».
Novi Sad. I giorni freddi
Danilo Kis, Aleksandar Tisma
Libro: Copertina morbida
editore: ADV Advertising Company
anno edizione: 2012
pagine: 103
La racija dell'esercito e della polizia ungherese a Novi Sad dura tre interi giorni - 21, 22, 23 gennaio 1942. È la prima rappresaglia collettiva degli occupanti. Viene sterminata la comunità ebraica, decimati i serbi, uccisi slovacchi, croati, rom, rumeni; colpiti i 'nemici etnici' e i sospetti oppositori. La rappresaglia fallisce e i giorni di Novi Sad diventano il passaggio di sangue attraverso il quale il movimento di Liberazione guadagna una coscienza unitaria.
Kapò
Aleksandar Tisma
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 325
Alla follia della distruzione che impera nel lager c'è chi si è adattato e ha accettato di ritardare la propria morte affrettando quella altrui: il kapò. In questo straordinario romanzo Tisma descrive - con potenza letteraria e un rigore documentario- la caparbia vitalità e la forza animalesca che consentono a Vilko Lamian, ebreo battezzato e assimilato, di sopravvivere a Jasenovac e Auschwitz cambiando identità e trasformandosi nel kapò Furfa. Ora, dopo la guerra, tormentato dal ricordo dei suoi misfatti e dal terrore della vendetta postuma della storia, ma soprattutto ossessionato dalla figura di una delle sue vittime, Helena Lifka, si mette sulle tracce della donna, convinto che solo lei possa giudicarlo e magari assolverlo. Tisma indaga qui - sollevandosi nettamente al di sopra di ogni contingenza e con una sensibilità lancinante nel registrare il frantumarsi dell'identità - ciò che resta di un uomo quando è costretto ad attingere alle sue estreme risorse, a scacciar via da sé ogni timore e senso di pietà. E la sua opera è prodigiosamente all'altezza del compito: ferisce, viviseziona, scuote le certezze, ci tiene all'erta contrastando l'oblio.