Libri di Thomas Corneille
L'indovina o i finti sortilegi. Testo francese a fronte
Thomas Corneille, Jean Donneau de Visé
Libro: Libro in brossura
editore: Siké
anno edizione: 2019
pagine: LXXI-411
Il 19 novembre 1679, supportata da un'abile campagna pubblicitaria, al teatro di me de Guénégaud va in scena la commedia "La Devineresse, ou Les faux Enchantements". Tutta Parigi vi accorre, decretandone un successo e un ammontare d'incassi senza precedenti. La pièce, ideata da Thomas Corneille, fratello dell'illustre Pierre, e dal gazzettiere di Francia Jean Donneau de Visé, richiamava un inquietante soggetto di attualità, alludendo a una realtà di indovine, avvelenatrici e procuratrici di aborti che in quegli stessi anni infestavano Parigi. Tutta la capitale ne era al corrente, poiché la faccenda coinvolgeva le varie classi della società e alte personalità della corte, al punto da diventare un affare di Stato oltremodo seccante per un regno votato all'ordine e alla grandezza. Nel pieno del processo contro la spietata Catherine Monvoisin, nota a tutti come la Voisin e nodo strategico dell'"Affare dei veleni", sul palcoscenico del teatro di rue Guénégaud si snodano in cinque atti i trucchi ingegnosi e gli espedienti magici messi in opera da una fattucchiera di nome Jobin, con la complicità di domestiche e assistenti, al fine di raggirare e soddisfare le più singolari richieste di una clientela di poveri diavoli e di esponenti del bel mondo parigino. Un ventaglio di comiche situazioni, tanto più che la scaltra Jobin è affidata alle doti attoriali di La Grange, in un ruolo "en travesti". Se la clientela che sfila dall'indovina rispecchia, nei toni di una parodia, quello sciame di marchese, cavalieri e contesse che si recavano in incognito nelle sordide stanze della Voisin, non vi è traccia, tuttavia, di quell'atmosfera d'inquietudine che emerge dai lunghi interrogatori a cui quest'ultima quasi quotidianamente veniva sottoposta, con l'accusa di avvelenamenti, infanticidi ed esecrabili messe nere. I due autori, schivando ogni riferimento troppo esplicito alla "congiura dei veleni" e alle sue ripercussioni politiche, adottano gli ingranaggi di una pièce à machines e le comiche soluzioni di un divertissement per demistificare le arti chiromantiche e dissolvere il velo dell'ignoranza e la pubblica credulità. Giochi di specchi, ingegnosi trucchi e apparizioni di spazi illusori, spacciati come frutto di un sapere sovrannaturale, erano stati accuratamente studiati per trasformare in spettacolo vicende di assai più allarmante attualità. Divertito, il pubblico poté assistere a un lucroso mercato d'ingannevoli illusioni e nell'accelerato happy end alla demistificazione di quel mondo di apparenze che è l'essenza stessa del teatro.
Il convitato di pietra nei versi di Thomas Corneille. I retroscena degli attacchi al «Dom Juan» di Molière. Testo francese a fronte
Thomas Corneille
Libro: Libro rilegato
editore: Euno Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 376
Portato in scena il 15 febbraio 1665, il "Dom Juan" di Molière rimase in cartellone solo pochi giorni a causa della violenta reazione di una parte della corte, che lo considerò lesivo della morale pubblica, e non apprezzò che fosse scritto in prosa. La pièce ritornò solo dodici anni dopo, ma in versi, e con sostanziali modifiche nei contenuti. Portava il nome di Molière, si trattava invece di una riscrittura di Thomas Corneille che riscosse un grandissimo successo. In questo volume si ripropone il testo originario di Corneille in francese con traduzione italiana a fronte, con un saggio critico introduttivo che cerca di chiarire alcuni dubbi sul perché furono rivolte aspre critiche all'opera di Molière e perché essa cadde nell'oblio per circa due secoli.