Libri di Silvia Righi
La fiamma del vento
Silvia Righi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni della Goccia
anno edizione: 2017
pagine: 208
La volpe Shelroy emigra a Canlandia per "estirpare il cuore sporco del nemico", missione affidatale dalla sciamana con lo scopo di liberare Volpilandia dal giogo della schiavitù. Shelroy diventa poliziotta e scopre l'esistenza di un'organizzazione criminale che manovra politica, economia e opinione pubblica. Un romanzo per tutte le età, che punta il dito contro l'intolleranza, il razzismo, la violenza, la paura e tutto ciò che, mettendo a tacere la coscienza, minaccia la libertà.
Demi-monde
Silvia Righi
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2020
pagine: 104
"Le Civette", immutata collana all'interno di una rinata NEM, prosegue il suo cammino nell'intento di trovare opere prime di ricerca dotate di particolare lucore. "Demi-monde" di Silvia Righi riluce come un abitato inumidito da condensazioni acquee del quale è difficile delineare la geografia; come si sa l'umido è pervasivo e della stessa pervasività è fatto questo teatro in bilico, questo occhio che si spalanca mentre il sogno è ancora in corso. Non si afferra quando finisce il sogno e quando comincia la veglia, ma, occorre ricordarselo sin dal principio, non è questo l'importante. Nella sua attentissima prefazione Tommaso Di Dio mette in luce come in "Demi-monde" non sia più necessario avere forte presa su di sé, sul proprio presunto io soggettivo, tanto che perfino i pronomi si sfaldano e si liquefanno, occupando posti quasi arbitrari: siamo in molti si potrebbe affermare insieme ai demoni del Vangelo di Marco o alle personalità di Billy Milligan, ma non è nemmeno così. Io, Tu, Lei, la Creatura (i quasi-personaggi di questo libro) non sono le plurime sfaccettature di un soggetto, né sono i risvolti che appartengono ora alla coscienza ora all'inconscio, piuttosto si tratta degli esiti di un linguaggio che di mira ha il non linguaggio, o meglio poter dire le cose (finalmente) senza mediazioni. "Demi-monde", e con esso la stessa Silvia Righi, credo tentino di dire la vita del corpo, della pluralità tutta dei corpi nella loro pura biologia; e se giustamente il prefatore definisce quest'operazione erotica, si tratta proprio dell'eros muto dei gesti, delle posture e delle relazioni che tra essi si intrecciano e si ingarbugliano come nodi che un pettine non riesce a districare, bypassando il fatto che siamo presi dal linguaggio. Ovviamente entrambi falliscono, ma questo fallimento si chiama poesia.