Libri di Salvatore Rotta
Geminiano Montanari e altri studi di storia della scienza nella prima età moderna
Salvatore Rotta
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 210
Salvatore Rotta (1926-2001) è stato uno dei maggiori studiosi italiani del Settecento e in generale della prima età moderna. Docente per lunghi anni presso l’Università di Genova, il suo magistero è stato fondamentale per numerosi storici, letterati, storici della scienza. In questo volume sono raccolti tutti i suoi lavori di storia della scienza, che coprono un periodo che va dal 1967 al 1990. Autori centrali della storia della scienza italiana tra Sei e Settecento, da Montanari a Bianchini a Borri, sono studiati nel loro contesto culturale, nella loro dimensione europea, con una particolare attenzione ai modi e alle forme della sociabilità scientifica che caratterizzò la prima età moderna, quando la scienza non si era ancora distaccata del tutto dal mondo umanistico e dalla teologia, mentre cercava di allontanarsi dalle pratiche magiche e astrologiche. All’ombra di Newton e della Royal Society, ma con tratti distintivi peculiari, la scienza italiana, ancora legata alla matrice cattolica, ma spesso molto più libera nei metodi, negli scopi e nell’ideologia generale di quanto non si pensi, giunge a notevolissimi risultati tecnici in varie discipline, dall’ottica alla fisica dei fluidi, dalla medicina alle scienze applicate. Rotta, con uno stile icastico e preciso, vivifica tutti questi personaggi, la loro rete di corrispondenti, le loro pratiche scientifiche, la loro personalità a volte molto complessa e la loro “forma mentis”, divisa tra Rinascimento, Barocco e Illuminismo.
Montesquieu e Voltaire in Italia. Due studi
Salvatore Rotta
Libro: Libro in brossura
editore: Mucchi Editore
anno edizione: 2016
Montesquieu viaggiò in Italia tra il 1728 e il 1729 e conobbe bene la nostra letteratura, che per lui era quasi una cosa sola con la latina: arrivato alla fine dell'Esprit des lois, citò, quasi in forma di ringraziamento, una solenne clausola virgiliana ("Italiam, Italiam": il grido dei compagni di Enea all'approdo dal lungo viaggio). Voltaire in Italia non venne mai ma amò la nostra lingua e la nostra letteratura, pur aborrendo papisti e inquisitori ("veramente l'Italia è mia patria", scrisse a un corrispondente parmigiano, per altro sacerdote). I due studi raccolti in questo volume – dotti quanto eleganti – guardano all'illuminismo francese attraverso il prisma italiano, mostrando legami e diffidenze, emulazioni e resistenze tipiche di un'Italia che, come tutta Europa, ragionava in francese ma immaginava con la lingua di Ariosto e di Metastasio.