Libri di S. Rapa
Carteggio (1933-1963)
Hannah Arendt, Kurt Blumenfeld
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2015
pagine: 277
Che cosa dobbiamo o vogliamo ancora sapere di Hannah Arendt, dopo anni di studi fondati su scritti editi e inediti? Dai diari e dai carteggi ci si attende il disvelamento dell'aspetto privato della vita di un pensatore o delle sue idee allo stato nascente. Nel caso di Hannah Arendt, ci si trova di fronte a qualcosa di più complesso, a sentieri interrotti del suo pensiero. Come se questioni vissute dal vivo incontrassero un limite insormontabile nella loro formulazione teorica e potessero venire espresse per illuminazioni, per esperimenti di pensiero, solo nel contesto di una relazione, come quello della lettera o dell'insegnamento. Tutto questo si può dire anche per uno degli aspetti più controversi della vicenda intellettuale di Hannah Arendt, il suo rapporto con l'ebraismo, al centro del carteggio con Kurt Blumenfeld, amico e figura di grande rilievo nella maturazione del pensiero politico della filosofa tedesca. L'ebraicità di Hannah Arendt si gioca interamente sul confine tra vita e pensiero e per questo motivo i carteggi sono particolarmente adatti a metterne in luce i dilemmi esistenziali e intellettuali. Sono la viva testimonianza delle "amicizie politiche" che nutrirono la sua vita e il suo pensiero, e nelle quali essa diede prova di grande maestria, e insieme di una drammatica ambiguità. Introduzione di Laura Boella.
Proverbi e modi di dire. Civiltà contadina
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni del Baldo
anno edizione: 2016
pagine: 256
Proverbium in latino, cioè "davanti al verbo, prima della parola", proverbio in italiano. È una massima, un detto che in sé contiene in forma sintetica norme, consigli utili tratti dall'esperienza comune. Non proviene da scuole filosofiche o di altro genere, ma dal sentire del popolo, e come tale si fa traduttore di una logica e di una morale, a volte d'altri tempi, superata, che tuttavia ha avuto un ruolo cardine nella società umana. Spesso non trovava modo di tradursi in lettera, dato che la gran parte della popolazione di tempo fa era analfabeta, perciò si è tramandato oralmente, anche grazie all'uso di rime e assonanze. Ma i proverbi hanno dato vita anche a un vero e proprio genere letterario e come tale sono stati riconosciuti nelle molteplici raccolte che fin dall'antichità ci sono pervenute: basti pensare ai "Proverbi di Salomone" contenuti nella Bibbia o a quelli presenti nell'opera "Le opere e i giorni" del poeta greco Esiodo. In questa raccolta abbiamo voluto elencare i più comuni proverbi della società contadina, da cui la nostra contemporanea ha avuto, volente o nolente, origine. Li abbiamo raccolti dalla memoria familiare personale e non, perché alcuni proverbi si sono sviluppati in un'area linguistica dialettale che non ci appartiene, proprio per i suoni che quella lingua aveva evoluto in quel territorio, in quella microeconomia che vi si era annidata. Alcuni si sono rivelati proverbi italici, che si ritrovano, pressappoco uguali dalle Alpi alla Sicilia.