Libri di Renato Pistilli

Nessun delirio per una razza pura può mai concepire soltanto lo sterminio di un popolo, mostruosità umane invece realmente accadute a distanza quasi di un secolo con dittatori e governanti spietati, Hitler e Netanyahu, identici nel pianificare come belve assetate di sangue l’estinzione di etnie già stremate, gli ebrei allora, i palestinesi oggi. L’Esodo biblico, infatti, si rinnova ora in altra diaspora, con tempi diversi, in nuovi eccidi e drammatiche deportazioni con gli israeliti che diventano, in un crescendo insospettabile, inesorabili carnefici da vittime che erano. Non è solo fanatismo religioso, il ritorno, l’occupazione definitiva della patria promessa, turpi attentati subiti e ritorsioni cruente, ma violenza selvaggia, incontenibile, disprezzo dei diritti e della vita altrui. Non esistono figli, dice Silvia Salis in una preziosa citazione, che vengano prima o dopo i nostri figli. In Nathan il barbone l’autore propone una forma di narrazione affidata in epoche diverse a plausibili interpreti, più vicini alle ataviche rivalità: mendicante a Parigi il protagonista è stato pilota nella guerra dei sei giorni, ha ucciso, ha perso il suo amore e la voglia di vivere.

Lilou, dal padre incerto, nasce in una comunità di sole donne che in Sardegna, su un colle della Costa che guarda L’Italia, sperimenta un altro modo di stare insieme, di vivere felici in solitudine e volersi bene, grazie all’affetto e alla generosità di una facoltosa amica ereditiera, Elettra. Dotata di non comune intelligenza, Lilou cresce libera e ribelle fra tante mamme cui tuttavia non risparmia rimproveri: oltre a confessarsi disillusioni e lussurie, le stesse ragioni cioè della loro misantropia, hanno il dovere morale di stare fra i poveri, aiutarli, mettendo a profitti le abbondanti risorse messe da parte. Devono cioè prodigarsi per chi non sta bene come loro: vengono spronate energicamente a farlo in quanto Lilou non concepisce altro modo di vita se non quello di essere sempre come gli altri, nel suo ambiente e in ogni angolo della Terra.

Tre gemelle in una, tenerissime da bambine, loquaci e ignare di essere diverse, e splendide da adulte in un sol corpo avvenente: una malformazione, sottratta alla morte da Ginevra, la nonna ritenuta madre, che diventa la loro dannazione nell'età delle consapevolezza nella vita appartata di un castello medievale del mantovano e in una società esterna necessariamente arretrata e soffocata dall'alterigia di chi, riferendosi nobile, non tollerava "inganni della natura" che ritenevano inquinassero il retaggio di un casato. Belle, deformi e, in quanto tali, dubbiose, di aver comunque diritto a vivere e a conoscere l'amore: troveranno l'una e l'altro in dimensioni inconsuete e tuttavia sufficienti a sconfiggere incomprensioni, ripugnanza e malvagità per concedere invece spazi, sia pur limitati, a una felicità garante di una vita che l'ottusità umana spegneva con spietata noncuranza. L'imperfezione sconfigge il sangue blu e l'ottusità umana.

I diritti negati, i doveri sempre, anche quello di rimanere schiacciati dalla tracotanza del maschio padrone quando, sfinita, sei altrove, fragile e hai bisogno solo di carezze, non dell'arroganza dei sensi. More e Gelsi accoglie narrazioni trasferite dal vissuto femminile perfino nella violenza consapevole, quella scelta magari per far esperienza e fatalmente rivelatasi cruda, brusca, dolorosa, uno sfregio dei sentimenti e un danno irreparabile per quell'intima sensibilità che è solo della donna. Ma sono sfumature di abusi, che lasciano cicatrici indelebili, anche l'innocenza scalfita dagli adulti dissennati, o la disponibilità a emulare l'amore del mondo animale, spinte da ingenuità e candore quando mancano la scuola, le letture, il sapere, le risorse per comprendere e difendersi dai mali in agguato. Più difficile risorgere e recuperare una normalità dopo aver patito violenze e soprusi e qui, nel " riscatto di donne abusate", More e Gelsi offre chiavi di lettura e soluzioni inediti, quasi sperimentando vie nuove di rinascita sulle tracce di esperienze realmente vissute e sofferte.