Libri di Paolo Virdi
Gli azzurri dell'hockey. L'epopea di una nazionale a rotelle
Paolo Virdi
Libro: Libro in brossura
editore: Linee Infinite
anno edizione: 2024
pagine: 418
(...) La prima Nazionale italiana nasce di fatto la sera del 23 marzo 1927, quando sulla pista di Via Conservatorio al civico 9, l’ex campo del Veloce Club trasformato nella Casa dei Balilla di Milano, il Commissario Straordinario On. Negrini, convoca i dirigenti di Milan Skating, Sempione e Novara per valutare gli atleti di punta da inviare ai Campionati europei di Montreux. E la sera del 25 marzo ’27 viene eseguito il primo screening della storia hockeistica italiana, posando la prima pietra verso la nascita degli Azzurri.
Hockey Mundial. Gli anni 80 e una favola tutta italiana
Paolo Virdi
Libro: Libro in brossura
editore: Linee Infinite
anno edizione: 2021
Nel mondo dello sport gli anni ottanta rappresentano una decade sfavillante, un incessante proliferare di personaggi ed emozioni che ha coinvolto anche il piccolo hockey su pista. Nasce così Hockey Mundial, un inno ad un periodo storico avvincente, a tratti poetico, ricco di entusiasmo, grandi vittorie e cocenti sconfitte. Un’opera di 614 pagine, che vede la genesi in un luogo preciso, il Parco Scianatico di Giovinazzo, quando sul finire degli anni ’70 Giovambattista Massari crea e plasma il mito dell’A.F.P., per concludersi all’alba del 1990 con il trionfo del Seregno in Coppa C.E.R.S.. Nel mezzo vengono narrati gli anni ottanta dell’hockey, disciplina che in quel contesto storico vive un periodo di grande floridità, supportato da una discreta attenzione mediatica. E proprio dai due più grandi successi del decennio prende spunto il titolo, dedicato ai trionfi ottenuti dalla Nazionale nei Mundial di Brasile ’86 e Spagna ’88.
Hockey pista, un grande romanzo. Da Pola 1922, un secolo di storia a rotelle
Paolo Virdi
Libro: Libro in brossura
editore: Linee Infinite
anno edizione: 2018
pagine: 326
Ho scoperto la bellezza di questo gioco quando ne ho letto la natura geometrica. Una geometria esatta e inaspettata sempre. L’occhio si abitua a coglierla, ad anticiparla e finisce per attendere uomo e palla là dove invariabilmente andranno; e se per caso non avviene così è perché un altro schema geometrico altrettanto esatto e bello si è venuto creando d’improvviso. Sono convinto che i veri giocatori sentono questo ritmo di perfezione, gli obbediscono e insieme lo ricreano ogni volta. Se i segni lasciati dai pattini restassero indelebili sulla pista e si potessero ricostruire ad una ad una le azioni nei loro diagrammi, avremmo sotto gli occhi un lucido splendente caleidoscopio di poligoni intrecciatisi, di cerchi, di spirali.

