Libri di Paolo Avarello
Se esiste, l'urbanistica a cosa serve?
Paolo Avarello
Libro: Copertina morbida
editore: INU Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 100
Nel corso degli anni Novanta si è assistito a una vasta sperimentazione su diverse concezioni nel progetto urbanistico e del piano e sulle relazioni sempre più strette e necessarie che, attraverso i programmi, si stabilivano con le politiche, urbane ma non solo. Alla sperimentazione si sono accompagnati i ripetuti tentativi di formalizzare una nuova legge nazionale che stabilizzasse le pratiche innovative, in parte acquisite e sancite in alcune leggi urbanistiche regionali (pur non omogenee). Poi il progressivo estendersi del disagio confrontando gli sforzi profusi con i risultati, il diversificarsi esplicito delle posizioni e un certo smarrimento per il mancato e forse irraggiungibile obiettivo di fissare principi comuni. Questo è il momento imbarazzante che stiamo vivendo.
Rinascimento urbano. L'esperienza dei programmi complessi in Umbria
Paolo Avarello, Luciano Tortoioli, Lorenzo Raymond
Libro: Copertina morbida
editore: INU Edizioni
anno edizione: 2005
pagine: 142
L'amalgama. Fertilizzazioni tra Italia e Stati Uniti d'America nella costruzione della città. Ediz. italiana e inglese
Antonio P. Latini, Paolo Avarello, Piero Bassetti
Libro
editore: INU Edizioni
anno edizione: 2005
pagine: 160
Quinta Rassegna urbanistica nazionale (Venezia, novembre 2004). I casi in rassegna
Paolo Avarello, Francesco Sbetti, Carolina Giaimo
Libro
editore: INU Edizioni
anno edizione: 2004
pagine: 32
I territori della pianificazione. Il piano urbanistico nelle regioni del medio Adriatico
Paolo Avarello, Walter Fabietti
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 1997
pagine: 262
Il volume si propone di analizzare e valutare le trasformazioni della città adriatica in rapporto alle procedure operative e agli stumenti di controllo delle trasformazioni stesse. Finalità ultima del volume è la conoscenza di territori caratterizzati da una elevata dinamicità dei processi insediativi e dalla presenza riconoscibile di un percorso di "ricostruzione della forma urbis" o, almeno, di una strategia di controllo pubblico delle trasformazioni territoriali.

