Libri di Paola Bonazzi
Con l'abito bianco. Ispirato a Le Serve di Jean Genet
Paola Bonazzi
Libro: Copertina morbida
editore: Helicon
anno edizione: 2021
pagine: 44
Se c'è nella situazione umana una corda tesa da cui scoccare la freccia dell'odio, essa è proprio questa, del servo-signore, della serva-signora, con le varianti indicate, con tutti gli eufemismi sociali possibili, la condizione del dominio, il sadismo del dominio e della sopraffazione imposta e subìta, e nel dramma derivato, anche se tiene conto di altre sensibilità e fragilità umane, è fatta risaltare con evidenza insopprimibile l'amarissima difficilmente sostenibile, perché non paritariamente umana, tensione destinata, se non sempre a esplodere, a stagnare o marcire nel malessere, nell'ansia paurosa delle relazioni squilibrate.
Aritmie. 10 racconti di numero
Paola Bonazzi
Libro: Libro in brossura
editore: Helicon
anno edizione: 2018
pagine: 94
Unico, Binario, Triciclo, Tetraedro, Cinquina, Sestante, Settebello, Ottovolante, Novembre, Decimazione. Sono questi i titoli dell’astuto marchingegno letterario dal titolo "Aritmie". Si intende, in senso scientifico, con il termine "aritmia", un’alterazione del ritmo cardiaco normale, che qui diventa requisito strutturale e pertanto collettiva qualifica di dieci racconti, germoglianti, tutti, di volta in volta intorno a un concetto o a un fenomeno, a una persona o a un oggetto, ascrivibili rispettivamente - in forma più o meno poetica - alla prima decina dei numeri naturali. Composti da una penna leggera che, sempre in punta di stilo, forgia fra forme classiche di sostrato e dialoghi frizzantini di passata, questi brevi racconti seducono il lettore, lo spingono dall'inizio alla fine a curiosare lungo questa carrellata di storie numeriche numerate. Introduzione di Andrea Pellegrini.
La valigia. Dentro e oltre Il giardino dei ciliegi
Paola Bonazzi
Libro: Copertina morbida
editore: Firenze Leonardo
anno edizione: 2017
pagine: 160
"Il giardino dei ciliegi", l'ultima e forse la più poetica opera teatrale di Antòn Cechov, si chiude con i colpi di scure che si abbattono sui ciliegi dell'amato giardino. La casa è stata venduta all'asta e i membri della famiglia si disperdono, ognuno per la sua strada. Che cosa succede dopo l'asta? Cosa ne è di Ljuba, la protagonista dell'opera? Quali sono i rapporti familiari, i desideri e le speranze, i sensi di colpa che ne determinano il comportamento? Sono queste le domande che si pone la protagonista di questa storia, mentre si accinge a interpretare la parte di Ljuba nel corso di un laboratorio teatrale. Man mano che si immerge nello studio del testo, l'attrice stabilisce una sorta di simbiosi con il personaggio da interpretare, entrando in un luogo dove la finzione letteraria si mescola ai casi della vita e nel quale il contorno della protagonista gradualmente sfuma nel personaggio. Dopo la perdita della proprietà, Ljuba è tornata a vivere a Parigi dove lui - l'amante di cui si parla ne "Il giardino dei ciliegi" - l'aspetta, di nuovo malato. È la Parigi vivace e stimolante dei primi del Novecento, ricca di artisti di genio, animata da concerti, balletti, esposizioni d'arte. Tuttavia, a causa della malattia di lui e delle ristrettezze economiche, Ljuba conduce una vita lontana dagli eventi mondani: le frequenti visite del medico che cura il suo convivente rappresentano le uniche occasioni di distrazione e consolazione. Stimolata dalla personalità affidabile ma riservata del medico, di cui subisce il fascino, Ljuba trascrive in un diario episodi della sua infanzia e della sua giovinezza ma anche i desideri che la mantengono viva nella sua nuova vita parigina: i desideri di una donna che, come l'attrice narrante, si trova a fare i conti con le proprie fragilità. La figura del medico, estranea all'universo cechoviano ma personaggio chiave della storia, e la valigia, oggetto emblematico per Il Giardino dei Ciliegi e titolo di questo racconto, attraversano il presente e il passato fino al colpo di scena finale, in cui il sentimento mai dichiarato si svela. Introduzione di Carlo Lapucci.