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Libri di P. Roggi

Federico Caffè nel pensiero economico italiano

Federico Caffè nel pensiero economico italiano

Libro: Libro in brossura

editore: Fabrizio Serra Editore

anno edizione: 2016

pagine: 180

"Federico Caffè nasceva a Pescara il 6 gennaio 1914, all'alba della prima guerra mondiale. In tempo per trascorrere infanzia e giovinezza nel naufragio degli ideali liberali che avevano costruito l'Italia. In tempo per testimoniare, prima del boom economico, la fame e la miseria che affliggevano gran parte del paese. In tempo per vivere l'effervescenza del secondo dopoguerra, ma anche il mancato compimento del processo di sviluppo economico che ne seguì. Una vita nel Novecento, dunque, costretta, parrebbe, da quanto le accadeva intorno ad una forzata disillusione, addirittura ad una fine di disperazione. Così, tanti hanno letto in quello scomparire improvviso il 15 aprile 1987 l'esito di un tramonto delle idealità dopo una vita di servizio alla propria famiglia, al proprio insegnamento, al proprio paese. Del Novecento italiano Federico Caffè non fu un testimone passivo e disincantato. Scelta la strada dell'economia, si dedicò alla sua parte attiva, quella politica economica che riscattò da arte pratica a disciplina degna di autonomia scientifica. L'economia non aveva senso se non indirizzata verso uno scopo di maggior benessere sociale; un fine, questo, di chiaro valore etico e politico. L'economista, dunque, diveniva con Federico Caffè un intellettuale la cui azione si esplicava non solo nell'accademia ma nei giornali di ogni coloritura politica, nell'editoria e nella consulenza ad istituzioni quali la Banca d'Italia ed il sindacato". (Dall'Introduzione)
95,00

La San Giorgio. Gli albori della grande industria a Pistoia

La San Giorgio. Gli albori della grande industria a Pistoia

Libro: Libro in brossura

editore: Gli Ori

anno edizione: 2015

pagine: 184

20,00

Capitalismo, socialità, partecipazione

Capitalismo, socialità, partecipazione

Amintore Fanfani

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2009

pagine: 312

In "Capitalismo, socialità, partecipazione"-, scritto nel 1976, Fanfani proseguì la sua indagine sulle manchevolezze e sui limiti del sistema capitalistico avviata nel 1934 con "Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo". A trent'anni da questa opera destinata a diventare un classico del pensiero economico, confermò il suo giudizio critico: il capitalismo era insostituibile nella produzione della ricchezza ma incapace di distribuirla equamente. Di qui la necessità di riformarlo sottoponendolo al "controllo" di una vasta partecipazione democratica, a suo avviso strumento indispensabile per correggere un sistema economico poco attento alle esigenze di una maggiore giustizia sociale. "Il volume - scrisse Fanfani nella prefazione alla prima edizione italiana - si inserisce nel discorso tuttora aperto attorno ai modi migliori per adottare sistemi che eliminino i danni prodotti dal capitalismo. Ma facciamo ciò, come i più avveduti sperano, senza provocare i danni che potrebbero derivare dal ripudio indiscriminato di validi ideali etici e politici e di istituzioni sociali e strumenti tecnici scoperti o aggiornati dall'umanità anche nell'età del capitalismo". Rilette nei giorni in cui è in atto una delle più gravi crisi della finanza e dell'economia mondiali, provocata dall'instabilità dei mercati e dalla mancanza di efficaci regole condivise, queste riflessioni di Fanfani appaiono di scottante attualità.
23,00

Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo

Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo

Amintore Fanfani

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2006

pagine: 324

Questo scritto del 1934 è un'indagine approfondita sui formarsi della società capitalistica. Fanfani contesta la tesi weberiana: il capitalismo è il frutto di rivolgimenti economici intervenuti tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento che alterano il generale atteggiamento verso la ricchezza, piuttosto che il risultato del più tardo affermarsi del calvinismo. L'autore dimostra, in sostanza, che la sola fede religiosa non fu decisiva per il decollo economico dei singoli paesi. E sostiene che le forme assunte dal capitalismo nella sua attuazione storica non sono compatibili con una corretta concezione cristiana delle attività economiche.
21,00

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