Libri di P. Dogg
Pezzi da museo. Ventidue collezioni straordinarie nel racconto di grandi scrittori
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2019
pagine: 264
Lasciarsi accompagnare in un museo, ascoltare il racconto di una visita, appassionarsi a un'opera d'arte, condividere la bellezza e l'emozione di un luogo inaspettato. È quanto accade in questa originale celebrazione dei musei del mondo nelle parole di scrittrici e scrittori, attraversando il Prado di Madrid, il Musée Rodin a Parigi, la Frick Collection di New York, sino ai più insoliti e meno conosciuti come il cottage di William Wordsworth in Gran Bretagna o il museo degli ABBA a Stoccolma. Questi saggi personali e narrativi offrono le testimonianze di oltre venti autori e il loro tour nei musei che li hanno ispirati, ossessionati, intimoriti. Il risultato è uno sguardo nella storia, nell'arte, nella letteratura, nella relazione tra gli artisti e la società che li circonda. Julian Barnes e il mistero della casa del silenzio di Sibelius a Järvenpää; Roddy Doyle e il «museo della gente comune» di New York, nei caseggiati del Lower East Side dove vivevano gli immigrati giunti in America dalla fine dell'Ottocento. E poi Ali Smith a Capri, nella Villa San Michele, Aminatta Forna e il Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria, dove si espongono gli oggetti personali donati da ex amanti e il racconto delle loro storie. E ancora il Musée de la Poupée a Parigi, quello della Letteratura a Odessa: ognuna di queste visite è anche una riflessione sul significato del museo come spazio di rappresentazione del mondo. Da alcuni anni l'istituzione museale è al centro di una rilettura critica e storiografica che ne celebra l'utopia della conoscenza, della conservazione del passato, il segno democratico di condivisione del sapere, o al contrario ne denuncia l'impianto elitario e autoritario che trasforma i musei in cattedrali aristocratiche che congelano la storia delle idee e della libertà artistica. La sensibilità letteraria degli scrittori raccolti in queste pagine sembra suscitare ulteriori riflessioni, ed esaltare il ruolo dell'immaginazione e della memoria; è un invito a mettersi in viaggio, a visitare sale e gallerie, ad aprirsi ancora una volta alla scoperta del mondo. Introduzione di Nicholas Serota.
Duveen. Il re degli antiquari
Samuel N. Behrman
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2018
pagine: 273
All'origine delle maggiori collezioni americane (tra le più cospicue le Morgan, Mellon, Frick, Kress, Huntington, che a loro volta sono alla base dei musei più importanti) c'era lui, Joseph Duveen (1869-1939), che comprava tesori e li rivendeva a un'elite affamata di bellezza e ancora grezza. Mercante d'arte, anzi: il primo mercante d'arte nel senso attuale, aveva capito due cose fondamentali: che negli Usa stavano i quattrini e in Europa le opere d'arte, e che queste dovevano circolare il più possibile perché «non appartengono a noi. Appartengono al popolo». «Duveen seppe trasformare il gusto artistico degli americani grazie alla sua energia e alla sua audacia. Oltre ad educare quel piccolo gruppo di collezionisti suoi clienti, seppe creare un pubblico americano per i capolavori della pittura. [...] Filibustiere o meno, è certo che seppe costringere i milionari ad accumulare grandi tesori, farne una schiera di orgogliosi collezionisti e infine far approdare le loro collezioni nei musei pubblici, consentendo agli americani di ammirare tantissimi capolavori». Arbitro assoluto del gusto dei ricchi, e non solo quanto a dipinti, i suoi trucchi per convincere i nababbi a spendere cifre mai viste sembrano usciti da una sceneggiatura di Frank Capra. Ma proprio perché in fondo convinto che un'opera d'arte non ha prezzo, per Duveen comprare era più degno di passione ed entusiasmo che vendere. Un acquisto diventava perciò un episodio di caccia e di avventura avvincente per lui e per chi vi assisteva. Scritta da un commediografo di successo e autore di ritratti letterari del «New Yorker», questa biografia è rimasta celebre. Dello spazio in cui è nata (a puntate, per una rivista), conserva la freschezza, la narratività più attenta al movimento che all'analisi, la spregiudicatezza di giudizio.
Duveen. Il re degli antiquari
Samuel N. Behrman
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio
anno edizione: 2005
pagine: 239
Titanico compratore ancor più che venditore diabolico, il mercante d'arte Joseph Duveen fu l'inflessibile arbitro del gusto sotto la cui regia si formarono le maggiori collezioni americane. In presenza di tasse sul reddito e sulla successione che rendevano difficile la continuità delle collezioni private, Duveen seppe pilotare le donazioni che formarono il nucleo della National Gallery di Washington. Pubblicata dapprima a puntate sul "New Yorker" tra il 1951 e il 1952, questa biografia è rimasta celebre. Rigorosa e documentata ma al tempo stesso avvincente e ricca di colpi di scena, ritrae l'estroso Duveen, quasi un incrocio tra Arsenio Lupin e il Dottor Fu Manchu, dedito soprattutto a mandare in fumo gli affari della concorrenza.

