Libri di Nicola Giampaolo

"Ad Aldo Moro: o Dio della vita e della morte" è una raccolta di poesie, prose e riflessioni dedicate alla memoria dello statista Aldo Moro. Curato da Nicola Giampaolo e Monia Palmieri, il volume raccoglie contributi di professionisti, politici, giornalisti e studenti che, attraverso parole intense e cariche di emozione, rendono omaggio alla figura di Moro come uomo, intellettuale e politico. Tra i temi emergono la sua visione della democrazia, il valore della diversità, l’attenzione ai giovani e il suo tragico sacrificio. Il titolo riprende le toccanti parole della preghiera di Paolo VI durante le esequie di Moro, sottolineando il dolore collettivo e l'eredità morale che ha lasciato all’Italia. Un’opera che invita alla riflessione e mantiene vivo il ricordo di un uomo che ha segnato la storia del Paese.

Nel cuore della Puglia, l'arte dei fratelli Vivarini prende vita, tra fede e maestria. Questo saggio esplora il legame tra bellezza e spiritualità nelle opere rinascimentali della famiglia veneziana, tracciando un percorso tra Rutigliano e Venezia. Attraverso analisi dettagliate e appassionate, l'autore svela come l’arte possa essere un ponte tra culture e un invito alla contemplazione del sacro. Un viaggio che celebra il patrimonio artistico pugliese e il suo contributo alla storia dell’arte italiana, dove la devozione e la creatività si fondono in opere intramontabili.

Con l’ampia e dotta Prefazione di Magdi Cristiano Allam, documento fortemente indicativo delle qualità teologiche-filosofiche di Joseph Ratzinger, e, a seguire, con la Introduzione del Prof. Fabio Arduini, si avvia questo prezioso volume con cui Nicola Giampaolo rende omaggio a “Il Papa”, attraversando gli itinerari di tutta l’opera e il pensiero di Benedetto XVI, e alcune sue belle immagini a colori, passate alla storia.

“Esposizione sul Padre Nostro” è un’affascinante interpretazione, scritta da Sant’Andrea Avellino, straordinaria figura religiosa, vissuta a cavallo tra il ‘500 e i primi del ‘600. Fu pubblicata per i Padri Teatini, presso i quali il santo, nel 1556, prese i voti nella basilica di San Paolo Maggiore di Napoli.

Il libro di Nicola Giampaolo, prendendo le mosse dagli ultimi istanti della vita terrena di Gesù Cristo, raccontati dall'evangelista Matteo, offre una serie di spunti e riflessioni, a cuore aperto e senza "mezze misure" se non quella "infinita" dell'Amore di Dio, che toccano le "grandi questioni" della Chiesa dei nostri tempi: la Dottrina della Fede, la figura di Maria, il sacrificio umano di Cristo, l'Anticristo, la tutela della vita nascente; e che culminano in una certezza inequivocabile, ossia quella che "Cristo non può e non potrà tornare" non solo perché lo ha già fatto, ma proprio perché, avendolo già fatto, ci ha lasciato, a partire dal suo esempio, tutti i mezzi e gli strumenti per fare in modo che sia l'Uomo a tornare, o meglio, ritornare da Lui, e non viceversa: il Vangelo, la Croce, la Chiesa, la figura di Maria e dei Santi. Prefazione del Cardinale José Saraiva Martins.

Il volume ci permette di seguire la vicenda umana ed ecclesiale di Papa Paolo VI, grande “evangelizzatore del Concilio”, e la sua cordiale amicizia con un “uomo giusto e buono”, quale fu il Servo di Dio Aldo Moro, di cui è stata avviata la causa di beatificazione e di canonizzazione presso il Tribunale del Vicariato di Roma. Prefazione di Luciano Conte. Presentazione di José Saraiva Martins.

Il cuore e la mente di Nicola Giampaolo, Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Aldo Moro, ci hanno donato una interessante lettura della vita del Servo di Dio, nella quale emerge soprattutto il senso di una sfida, quella che investe le basi stesse della democrazia italiana e a cui si può rispondere solo con una tensione morale e politica uguale a quella che ispirò il nostro Servo di Dio, in un crescendo costante fino alla perfezione del dono e dell’amore, sull'esempio del Signore Gesù, che non vince la morte ma vince nella morte, perché scatena in essa la forza dirompente dell’amore fino alla fine.

Il padre liguorino Filippo Patroni Griffi, nato a Corato nel 1769, vissuto e morto nel Convento di Maria Santissima della Consolazione in Deliceto nel 1831, è in procinto di ricevere ufficialmente devozione e preghiere. Personalità importante, rifiutò per ben tre volte la nomina a vescovo di Tursi (Matera) per esercitare il ruolo di precettore per gli studenti presso il predetto convento in Deliceto. Quanti ebbero la fortuna di essere educati da lui ne serbarono per lungo tempo grata memoria, e portarono come impresse nel loro stile di vita le tracce dell'educazione di un eccellente Prefetto.

Chi sceglie di essere una Guardia d’Onore al Sacro Cuore di Gesù, decide volontariamente di dedicare un’ora della propria giornata alla consacrazione di Gesù, durante la quale, nel rispetto delle proprie quotidiane occupazioni, offre Lui le proprie pene, i propri tormenti e le proprie fatiche.

È possibile "vivere" la Misericordia di Dio Padre, senza riuscire a "vivere" la nostra misericordia di fratelli suoi figli? È una domanda importante per le generazioni future. La risposta che riusciremo a dare tutti, chiamati dalla Storia, sarà impegnativa e risolutiva di accadimenti planetari. Per questo gli uomini di fede non possono che pregare perché la Misericordia si affermi anche nelle scelte culturali dell'umanità, che sappiano riconoscersi in un ponte univoco con Dio.