Libri di Marina Breccia
Contro-tempo. La temporalità del pensiero e della storia nella clinica e nella letteratura
Marina Breccia
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2022
pagine: 340
Il trauma rimane tuttora un argomento inesauribile, anche se la letteratura psicoanalitica se ne è occupata a lungo. Da esso si dipana una sottile ma articolata trama reticolare a partire da un concetto di temporalità che clinicamente si esprime come opposizione ad andare oltre, a ristabilire una continuità con la vita e con la morte. La realtà psichica si affianca a una realtà esistenziale storica nelle sue declinazioni religiose, antropologiche, letterarie e biologiche, secondo un procedere che tende a psichicizzare lo storico e a storicizzare lo psichico.
Exilium. Oltre la psicosi
Marina Breccia
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 192
Nel Novecento intere popolazioni del mondo sono state costrette all'esilio, in un tragico contrappunto con i genocidi, i massacri di massa, le guerre civili che hanno mutato il corso della storia del mondo. Utilizzando l'esilio come parametro interpretativo, l'autrice ci fa imbattere nei sentimenti di odio e di vergogna e in alcune condizioni della vita umana come apolidia, guerra e morte. Questa estensione è affiancata da testimonianze storiche, letterarie e teatrali che esprimono la sofferenza "esiliata" nella sua contemporaneità. Avvalendosi delle riflessioni metapsicologiche incentrate sui concetti di scissione, di abolizione della percezione interna, di rigetto e diniego (i concetti freudiani di Verneinung, Verleugnung e Verwerfung) il testo sottolinea l'inevitabile ridimensionamento che tali meccanismi apportano al meccanismo della rimozione, e segnala come l'esilio dell'Io nella psicosi attraversi uno squilibrio che danneggia l'Io e che viene visto all'interno di un unico paradigma strutturale traumatico. Di qui l'autrice sviluppa l'ipotesi dell'esilio dell'Io come di una forma transizionale della mente che oltrepassa la psicosi. Si tratta di una ipotesi teorica che scaturisce da una vasta esperienza clinica, ampiamente descritta, e si riaggancia alla proposta da Freud espressa nel Compendio di Psicoanalisi, dell'esistenza di un "angolino dell'animo", dal quale l'Io vigila impotente anche nei casi più tragici della vita psichica.