Libri di Lorenza Colicigno Laraia
Canzone lunga e terribile
Lorenza Colicigno Laraia
Libro: Libro rilegato
editore: Nemapress
anno edizione: 2003
pagine: 111
“La voce di una donna lucana di oggi, Lorenza Colicigno, fin dai primi versi di questo suo poema, "Canzone lunga e terribile", richiama a sé, travalicando oltre quattro secoli, la figura, il corpo e le parole, specialmente di un'altra donna lucana, Isabella Morra, distante appunto quattro secoli. Isabella aveva soltanto ventisei anni, e scriveva, e continuava a scrivere, disperate bellissime poesie, quando i fratelli, Decio, Cesare e Fabio semplicemente la pugnalarono, nel suo letto di fanciulla, nella solitaria Rocca di Favale, (oggi Valsinni), feudo della loro nobile e decaduta famiglia. Assassinata per ragioni "d'onore", si capisce, le più naturali per l'epoca, e le più labili: una lettera, sequestrata al precettore - lui stesso annientato insieme alla sua allieva, - una lettera che "forse" era stata indirizzata ad Isabella da Diego Sandoval de Castro, un cavaliere spagnolo, e poeta anche lui... Ma forse era stata invece la moglie di Don Diego, la bella Antonia Caracciolo, a scrivere quella lettera alla più giovane amica: che l'aveva presa, a modello ideale di grazia e fortuna, dedicandole versi innocentemente amorosi, e pieni di speranza”. (dalla prefazione di Adele Cambria)
Matrie
Lorenza Colicigno Laraia
Libro
editore: Aletti editore
anno edizione: 2017
pagine: 100
Ci si sveglia per anni sullo stesso orizzonte, poi succede qualcosa: dentro una nuvola, forse, prende forma un pensiero, o un albero svela, ad un tratto, il suo profilo inquietante (o rassicurante) sul crinale deserto di uomini e cose, o una rondine invade il silenzio del mattino, o una pala eolica impone il suo ritmo allo sguardo perso lungo i sentieri di campagna. Il paesaggio consueto, e per questo ormai anonimo e amorfo, diventa un mondo da riscoprire e, per questo, da indagare in ogni suo segno, in ogni suo suono. Da questa “scoperta” dell’usuale vista sul mondo, mediato dallo sguardo sulla città di Potenza e sull'Appennino che la circonda, osservati dal balcone di casa, è nato il diario poetico, di cui questo testo è parte.