Libri di Julio R. Ribeyro
Scritti apolidi
Julio R. Ribeyro
Libro: Copertina morbida
editore: La Nuova Frontiera
anno edizione: 2015
pagine: 131
A metà strada tra l'aforisma, la riflessione filosofica e il diario "Scritti apolidi" è un'opera di straordinaria forza e una delle più attuali dello scrittore peruviano Julio Ramón Ribeyro. Il protagonista è l'autore stesso nelle vesti di osservatore/narratore che in ogni scena o situazione quotidiana isola con perizia un piccolo dettaglio e offre un profondo spunto su una molteplicità di temi: dalla letteratura alla memoria, all'infanzia, alla vecchiaia, all'amore, al sesso. "Scritti apolidi" esplora nuove forme di rappresentazione di una contemporaneità che è percepita come irrimediabilmente frammentaria. Lo stile, elegante e preciso, l'ironia e un senso di raffinata melanconia conferiscono al testo un'unitarietà capace di cogliere la condizione dell'uomo moderno in tutta la sua profondità.
Solo per fumatori
Julio R. Ribeyro
Libro: Copertina morbida
editore: La Nuova Frontiera
anno edizione: 2013
pagine: 162
"Pur non essendo stato un fumatore precoce, da un certo punto in poi la mia storia si confonde con quella delle mie sigarette." Inizia così "Solo per fumatori", il racconto che dà il titolo alla raccolta. Dopo aver passato in rassegna le prime sigarette, il tabacco nero peruviano, il pacchetto perfetto delle Lucky Strike, le Gauloises e le Gitanes che gli tennero compagnia a Parigi, Ribeyro ricorda il momento più triste della sua vita da fumatore quando, ormai senza soldi, è costretto a vendere i suoi libri: baratta Balzac per un pacchetto di Lucky Strike, i poeti surrealisti per delle Players, Flaubert per una manciata di Gauloises. Con una prosa limpida e corrosiva queste otto brevi storie confermano Ribeyro come uno dei più grandi maestri dell'arte del racconto.
I genietti della domenica
Julio R. Ribeyro
Libro: Libro in brossura
editore: La Nuova Frontiera
anno edizione: 2010
pagine: 256
È il 31 Dicembre, Ludo è in ufficio, è annoiato e vuole bere; smette di scrivere il ricorso che stava redigendo e lancia un grido, acuto, assordante. Un centinaio di crani, per lo più calvi, si girano verso di lui e, poco abituati come sono alle cose insolite, tornano subito a fissare le proprie scrivanie. Ludo straccia il ricorso e scrive le proprie dimissioni. Il capo prova a dissuaderlo con ragionamenti subdoli ma Ludo, quella sera stessa, lascia la grande impresa dove ha sudato e sbadigliato per tre anni e si getta a capofitto nella vita, con l'eco di quel grido che lo accompagnerà per sempre.

