Libri di Giuseppe Rajola
The Sciacca mistery. A history of coral of times gone by
Giuseppe Rajola
Libro: Libro rilegato
editore: ESA (Torre del Greco)
anno edizione: 2012
pagine: 264
Nel 1875 fu rinvenuto, a una trentina di miglia al largo della città di Sciacca, in Sicilia, un banco di corallo diverso da quello locale e di uno strano colore arancio. Il corallo risultava come accatastato in spazi molto ristretti sul fondale marino. In breve la notizia si sparse e furono moltissimi i pescatori di corallo professionisti, in primis quelli di Torre del Greco, ad accorrere in zona. Esaurito il primo banco se ne rinvenne un secondo e, quindi, un terzo, per complessive 14 mila tonnellate estratte in oltre venti anni. Fu dato incarico agli scienziati più affermati del momento di studiare la situazione e verificare l'impatto ambientale di una simile "pesca". La risposta fu sempre la stessa: si trattava di corallo "morto", impossibilitato, quindi, a riprodursi e si trovava lì a causa della presenza del vicino vulcano dell'isola Ferdinandea, la famosa "isola che non c'è". Nessuno si chiese perché mai ce ne fosse tanto nello stesso luogo, né come fosse possibile che un materiale organico, quale il corallo, si conservasse a dispetto di temperature così alte. Nessuno, fino ad oggi.
Mistero Sciacca. Storia di un corallo di altri tempi
Giuseppe Rajola
Libro: Libro rilegato
editore: ESA (Torre del Greco)
anno edizione: 2012
pagine: 264
Nel 1875 fu rinvenuto, a una trentina di miglia al largo della città di Sciacca, in Sicilia, un banco di corallo diverso da quello locale e di uno strano colore arancio. Il corallo risultava come accatastato in spazi molto ristretti sul fondale marino. In breve la notizia si sparse e furono moltissimi i pescatori di corallo professionisti, in primis quelli di Torre del Greco, ad accorrere in zona. Esaurito il primo banco se ne rinvenne un secondo e, quindi, un terzo, per complessive 14 mila tonnellate estratte in oltre venti anni. Fu dato incarico agli scienziati più affermati del momento di studiare la situazione e verificare l'impatto ambientale di una simile "pesca". La risposta fu sempre la stessa: si trattava di corallo "morto", impossibilitato, quindi, a riprodursi e si trovava lì a causa della presenza del vicino vulcano dell'isola Ferdinandea, la famosa "isola che non c'è". Nessuno si chiese perché mai ce ne fosse tanto nello stesso luogo, né come fosse possibile che un materiale organico, quale il corallo, si conservasse a dispetto di temperature così alte. Nessuno, fino ad oggi.