Libri di Giorgio P. F. Grossi

C'era una volta Nibb, figlio trasgressivo che decide di cambiar vita fin dalla nascita. Per reinventare davvero la sua esistenza. I tempi sembrano permetterlo. Siamo nel 1968. Il padre, Augusto Bell, insegue le sue tracce. Aspetta giorno e notte il figlio fuggito che non ha mai visto. Quanto a lungo potrà resistere? E poi lo incontrerà davvero? L'ospedale “Parto d'oro” di Trieste, la spiaggia di Deauville e la Vecchia Europa, Long Island e l'ultima goccia di benzina, un capodanno epocale nella Foresta Boema, la salita frenetica alla Jungfrau, l'amico di Finale che scruta e indaga, ancora a Trieste nella casa dell'Ammiraglio Faravelli. Viaggi di andata e ritorno, su e giù fino alla fine del 1999. Ma allora non c'è storia? O il tempo è finito? La grande battaglia in fondo non c'è stata. E forse nemmeno il riconoscimento. Via, via, è stato solo un piccolo urto, uno sfiorarsi casuale, una involontaria ricongiunzione?

I testi "mobili e intermittenti" raccolti in questo libro sono collocati in tre periodi distinti di un arco temporale compreso tra la meta degli anni sessanta del Novecento e i primi venti anni del Terzo millennio. La scrittura, tuttavia, e sempre "fuori tempo" ma esprime anche un "tempo altrove" in quanto spazio semantico sfrangiato e illimitato che vuole sopravvivere opponendosi alla vita stessa. Puo, cioe, nutrire e significare l'esistenza di tutti o di qualcuno o di nessuno, e quindi deve essere vissuta sapendo che i suoi caratteri sono intessuti all'infinito.