Libri di Fred Beltran

Attraverso il racconto di Albino, il Tecnopadre, assisteremo alla nascita di una dinastia religiosa che fonda il proprio credo sul commercio. Sospinto dall'ideale di creare mondi virtuali per videogiocatori, Albino scopre presto a sue spese che l'universo è regolato dalle leggi della violenza e delle menzogne.

Megalex, la città-pianeta, retta da una terribile tecnocrazia, che ha sostituito i cittadini con cloni dalla vita preprogrammata. La manovalanza vive 400 giorni, i cittadini medi 40 anni e la nobiltà 400 anni. Solo il re morto Yod, la sua consorte Marea e la loro figlia Kavatah sfuggono a questa regola. C'è chi dice che potranno vivere 4.000 anni, chi 400.000 anni, ma nessuno lo sa e a nessuno interessa contrastare la terribile triade. Importa solo agli Obiettori, uomini e donne "vere" che combattono la tecnocrazia e si nascondono nella foresta di Chem.

La serie firmata da Jodorowsky, Janjetov e Beltran arriva alla sua conclusione con l'ottavo libro. Albino, eroe di alabastro di questa odissea nello spazio virtuale, è divenuto maestro nella creazione di giochi nella realtà virtuale che domina la galassia. Divenuto patriarca, guida la comunità verso "la galassia promessa" in un viaggio e una ricerca che fanno pensare a quella di Mosè, qui espressa in chiave cosmica. Si ammira l'universo caro a Jodorosky, che esplora la realtà virtuale e i suoi paradossi, il tutto perfettamente adatto alla bravura artistica di Janjetov. Crudele, spettacolare e mistica nello stesso tempo, questa serie di fantascienza termina con la stessa energia con cui era iniziata.

Albino, diventato Maestro di giochi della realtà virtuale, dei quali tutta la galassia è avida, continua a raccontarci la sua storia, dalla sua nascita dopo che sua madre fu violentata agli attuali ostacoli per cercare di condurre i giovani pantecno verso la Galassia Promessa. La nave di Albino si trova davanti un enorme muro che copre tutto lo spazio cosmico, una parete di metallo che arriva fino all'orizzonte. Ma non è un muro e nemmeno la fine dell'universo, è la flotta Tecno-tecno al completo che è alla sua caccia. E questo non è un gioco, è la realtà. Ma per il Maestro dei giochi, un combattimento nello spazio è meglio di un semplice gioco, meglio di una guerra sugli schermi: è il "Gioco perfetto".

Mentre cercavo, come un paleo-Mosé, di condurre i miei 500.000 giovani pantecno verso la Galassia promessa, non smettevo di presagire grandi pericoli, senza sospettare che il più terribile dei nemici sarebbe stato l'inquinamento dello spazio siderale: Il cosmo è invaso di "Marabunta", milioni di macchine robotiche abbandonate e comandate da un cybercervello sprofondato nella follia. Mentre stavamo per essere divorati da quei residui dell'industria tecno, ho dovuto riprogrammare l'unità centrale della discarica che finalmente ha iniziato a funzionare in modo armonioso. Da quel mucchio di rifiuti immondi nacque un pianeta...

"Io, Albino, ormai diventato Supremo Tecnopadre, posso raccontare la mia storia..." Si apriva così la saga dei Tecnopadri, iniziata nel 1999, che con "La Setta dei Tecnovescovi" giunge oggi al quinto volume. In un crescendo di pathos e di esperienze tragicamente negative, Jodorowsky aggiunge un nuovo capitolo al racconto di Albino, fatto di flashback ed incursioni nel presente, su come è arrivato al ruolo che ardentemente desiderava assumere dopo avere lottato e sofferto, dopo essersi spogliato dei buoni sentimenti ed essere diventato più spietato dei suoi carnefici, guidando un popolo di 500.000 giovani verso la Galassia Promessa, verso la costruzione di una nuova società basata sulle relazioni umane felici.