Libri di Francesco Bigotti
Piccole cattiverie gratuite
Francesco Bigotti
Libro
editore: Valigie Rosse
anno edizione: 2020
pagine: 92
"Ci sono persone che non sono proprio cattive, diciamo che hanno un lato oscuro un po’ più pronunciato. Eppure a volte sembra che la cattiveria sia dappertutto, e dappertutto si manifesti in modo gratuito e quotidiano, in forme estese ed evidenti, o minime e diaboliche, come se Dio quando ha fatto l’uomo – scrive Cormac McCarthy – avesse avuto il diavolo accanto. Lo sa bene Francesco Bigotti, che confeziona questa straordinaria raccolta di racconti lucidissimi e spietati, anche se a volte ci regala un barlume di speranza, e di ottimismo curativo." (Francesco Mencacci)
La vita musicale a Cuneo negli anni della Belle Époque
Francesco Bigotti
Libro: Libro in brossura
editore: Nerosubianco
anno edizione: 2018
pagine: 128
È un luogo comune, assodato e inamovibile: Cuneo città austera e severa, possente e paziente, dove non succede mai nulla… il grigio più opaco e deprimente, insomma. E invece no: queste pagine parlano di luci, di fiori, di profumi, di tappezzerie damascate, di rara eleganza, di colori preziosi e di eleganti toilettes. Parlano di vita e, soprattutto, parlano di note: presenze costanti che aleggiano per ogni dove e animano col loro soffio invisibile angoli e piazze, chiese e “salotti buoni” di questa incredibile città. Il tutto, poi, filtrato da quell’impalpabile atmosfera così piena di charme, così sfacciatamente e deliziosamente rétro di una Belle Époque forse provinciale, ma non per questo meno affascinante. Come in un vecchio film, dove affiorano e si riflettono – in un raffinato gioco di specchi – antichi muri segnati dal tempo e sfavillanti sale da ballo, austeri gentiluomini e civettuole 'totine', suoni di strada e struggenti melodie, echi e fragranze di note di un tempo che fu, conservati miracolosamente in vita nelle pagine saporose e colorite di un giornale quotidiano di allora…
Arte organaria a Cuneo. Luoghi dello spirito polvere di suoni
Francesco Bigotti
Libro
editore: Nerosubianco
anno edizione: 2015
pagine: 224
Una chiesa: lo spazio ideale per trasformare il suono in memoria, per addolcire i passaggi musicali più impervi, per fondere, plasmare e nobilitare le cascate di note, per illuminare i vecchi registri d'organo di una luce calda, ambrata, sfumata dalle morbide tinte del Tempo. Una chiesa: un ambiente estremamente suggestivo, in cui spesso convivono volute architettoniche complesse, memorie più o meno leggibili di vecchi affreschi, arredamenti lignei che profumano di passato, e le cui pareti sono impregnate di echi, riflessi, voci e consonanze che è bello immaginare stratificati in un'impalpabile polvere di suoni. Una chiesa: il contesto più idoneo per ospitare una presenza pulsante e inescludibile: l'Organo, "soggetto vivente che cambia forma e stile di generazione in generazione", autentico "mistero strappato dall'uomo all'armonia del creato". Una chiesa... tante chiese... una città; ecco delinearsi un intrigante percorso tra navate e tribune, riverberi d'eco e note senza tempo, storiche volte e consunti fogli d'archivio, alla scoperta di un universo tanto interessante quanto ancora poco conosciuto ed esplorato: la storia, antica e affascinante, dell'arte organaria in Cuneo.
Luigi Caldera. «Invenzioni a più voci» di un cunese ai confini tra musica e ingegno
Francesco Bigotti
Libro: Libro in brossura
editore: Nerosubianco
anno edizione: 2014
pagine: 92
Nel campo della ricerca musicologica accade non di rado di imbattersi in figure storiche dal destino singolare: personaggi estremamente attivi e creativi nel corso della loro esistenza, noti e acclamati a livello anche internazionale, precipitati di colpo in un oblio palpabile e quasi imbarazzante. È questo il caso del piemontese Luigi Caldera, originario di Cuneo e attivo a Torino nella seconda metà dell'Ottocento, visionario ideatore e realizzatore di sofisticati perfezionamenti tecnici applicati agli strumenti a tastiera. Le sue indagini furono soprattutto indirizzate a conferire al pianoforte la tanto vagheggiata continuità delle note e degli accordi, una sonorità "tenuta" che diede origine alla nascita e all'affermazione di strumenti quali il Melopiano e l'Armonipiano, nonché ad associare alla tastiera le delicate sfumature timbriche dell'arpa, con sistemi a corde sia percosse (come nella splendida Calderarpa) che pizzicate (come nel Piano-Arpa Caldera). Presente e apprezzato coi suoi ritrovati nelle grandi Esposizioni Universali dell'epoca (Parigi, Vienna, Londra, Chicago), fu titolare di numerosi brevetti, privative ed esclusive commerciali a livello internazionale.