Libri di Federica Murgia
I cunti de nonna Cia
Fabio Placì
Libro: Libro in brossura
editore: Il Raggio Verde
anno edizione: 2019
pagine: 104
Inserito nella collana "I Taccuini" diretta da Raffaele Polo, "I Cunti da Nonna Cia" è l'omaggio sentito di un nipote, Fabio Placì, per la propria nonna ma al contempo diventa anche l'omaggio ad un dialetto e ad un intero territorio: il Sud Salento. Specchia città natale dell'autore e Taurisano città d'origine della nonna. Rielaborazione grafiche di scorci dei due paesi salentini si alternano ai frasi e motti raccolti dal nipote, quasi di nascosto, ma con il desiderio di fissare nella memoria i pensieri e la saggezza della sua Nonna Cia per donarla agli altri oltre che a se stesso. E come si legge nella bella prefazione del giornalista ed editore Raffaele Polo "Tornano i proverbi e la fragranza di un dialetto che non è quello, asettico e informale, della nostra quotidianità. Ma ripercorre il magico accento che aveva nelle parole, nelle cadenze, nei toni dei nostri nonni, degli anziani che, con umiltà e modestia, ci facevano dono del più grande tesoro in loro possesso: la saggezza, la sapienza che non ha tempo e non conosce confini, racchiusa nelle scarne parole di Nonna Cia che è la quintessenza di tutte le meravigliose donne salentine, vestite di nero e con l'animo proteso a consolare e carezzare 'li piccinni e le caruse' che poi eravamo noi, magari infastiditi da quel linguaggio, da quelle mani rugose, da quella bontà talmente evidente da farci commuovere e vergognare della nostra commozione...
I Pasano
Federica Murgia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Raggio Verde
anno edizione: 2019
pagine: 228
"Persone, luoghi e vicende sono plausibili e anche se si potrebbe obiettare che è facile riconoscere subito i 'buoni' dai 'cattivi'; come in tutte le storie ambientate nel secolo scorso, nel Meridione, è la povertà a farla da padrone, condizionando i comportamenti di uomini e donne che affrontano i propri destini in maniera opposta, a secondo di come un Caso che molti chiamano Provvidenza, li faccia nascere in un palazzo o in una povera casa…". L'immagine in copertina è firmata dal fotografo Daniele Dax Paladini. Persone, luoghi e vicende sono plausibili e anche se si potrebbe obiettare che è facile riconoscere subito i 'buoni' dai 'cattivi'; come in tutte le storie ambientate nel secolo scorso, nel Meridione, è la povertà a farla da padrone, condizionando i comportamenti di uomini e donne che affrontano i propri destini in maniera opposta, a secondo di come un Caso che molti chiamano Provvidenza, li faccia nascere in un palazzo o in una povera casa... In sostanza, questo romanzo va letto proprio come una ennesima condanna a quelle ingiustizie sociali che, nella nostra letteratura, formano un poderoso filone che va dal Verga a Silone, comprendendo poi tutti gli scrittori dell'immediato dopoguerra, attenti e partecipi di una 'questione Meridionale' mai risolta. (dalla prefazione di Raffaele Polo)
Il paese della rosa peonia. Sa ‘idda de s’orrosa ‘e padenti
Federica Murgia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Raggio Verde
anno edizione: 2015
pagine: 64
Uno spaccato del mondo contadino sardo con le sue tradizioni che ancora resistono come buone pratiche su cui si innerva un forte senso della comunità. Quattro racconti introdotti da una breve presentazione dei protagonisti, in primis, il paesaggio che è parte della memoria non solo individuale ma collettiva e diventa un tassello unico e insostituibile. Lo anticipa visivamente la copertina con il dipinto dell’artista Luigi de Giovanni, che ritrae uno scorcio di Dolianova. “Racconti di un mondo arcaico, lontano, del buon tempo antico, intrisi di fascino, di gioia di vivere e di spensieratezza: il mondo dei bambini. Accanto a questo mondo, però, esiste il mondo dei grandi fatto di sofferenze, di privazioni, d’invidia e di cattiveria. Due mondi paralleli che Federica è riuscita a coniugare e a rappresentare magistralmente offrendoci uno spaccato di purezza che diventa, però, messaggio ed ammonimento e ci obbliga ad un duro esercizio di retrospezione”. (Dalla prefazione del genealogista Pino Ledda)