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Libri di F. Marciano

La rivolta di Masaniello in Napoli e nella campagna vesuviana. 29 settembre 1947-16 novembre 1948

La rivolta di Masaniello in Napoli e nella campagna vesuviana. 29 settembre 1947-16 novembre 1948

Libro

editore: Youcanprint

anno edizione: 2021

pagine: 72

Il saggio di Felice Marciano e Angelandrea Casale ripercorre le vicende storiche accadute in Napoli e nel territorio vesuviano dopo la morte di Masaniello (16 luglio 1647), quando Enrico II di Lorena, duca di Guisa, si pose a capo della cosiddetta "Reale Repubblica di Napoli", guidando gli insorti per un semestre, subendo una fine miserevole. La fonte di riferimento è stata lo studio dello storico Camillo Minieri Riccio. Da Napoli nel giro di qualche mese la rivoluzione si propagò nelle località del vesuviano e così agli inizi di ottobre insorsero, schierandosi a favore del popolo, Salerno, Nocera de' Pagani, Cava, San Severino, Angri, Aversa, Torre del Greco ed altri paesi. A capo degli insorgenti venne nominato Gennaro Annese maestro fucilaro di scoppette, al quale venne dato il titolo di Generalissimo del Popolo. Nonostante il Viceré il 29 gennaio 1648 concedesse al popolo insorto il perdono generale, l'insurrezione andò avanti. Fra alterne vicende si giunse al 12 giugno 1648, giorno in cui venne fatto prigioniero Gennaro Annese, decapitato dieci giorni dopo. Così, una dopo l'altra le città occupate dai popolani verranno liberate dai Realisti.
12,00

Teatro: Pazzo d'amore-Menzogne della mente

Teatro: Pazzo d'amore-Menzogne della mente

Sam Shepard

Libro: Copertina morbida

editore: Costa & Nolan

anno edizione: 2006

pagine: 153

Sullo sfondo di deserti infiniti, cactus e lunghe strade silenziose, si consumano i residui del sogno americano. Spazi sterminati si chiudono in luoghi claustrofobici: una camera di motel, una stanza d'ospedale. Il degrado si fa emblema di rapporti familiari ambigui e destinati a una dissoluzione drammatica: in "Pazzo d'amore", due amanti, fratello e sorella ignari di esserlo, ingaggiano una lotta spietata e insensata. In un cantuccio isolato della scena, siede il padre di entrambi, il solo che sa. In "Menzogne della mente", una donna vittima della violenza del marito spera nel teatro come via di fuga, ma realtà e finzione sono confusi da lui che la aggredisce e la crede morta. La verità si proietta in un gioco disorientante di specchi. La doppia scena, illuminata di volta in volta a metà, segna l'incomunicabilità delle parti, marcando a fondo l'isolamento che schiaccia i personaggi.
8,60

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