Libri di Cesare Moreno
Insegnare al principe di Danimarca
Carla Melazzini
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2023
pagine: 368
La nuova edizione accresciuta con due capitoli inediti di un libro poetico in grado di narrare la realtà più cruda in pagine limpide che emozionano e commuovono. Storie di ragazzi che frequentano una scuola speciale nei quartieri popolari e popolosi di Napoli, e di chi se ne prende cura. «Si racconta qui l'apprendistato di un gruppo di insegnanti di media cultura ed umanità per conoscere le periferie della città e le periferie dell'animo degli adolescenti, cercando di stabilire con loro un dialogo educativo e di vita» (Carla Melazzini). Era dal tempo della Lettera a una professoressa che non leggevamo pagine così emozionanti. Come allora, si parla di ragazzi che frequentano una scuola speciale, e di chi se ne prende cura. Non siamo nell'esilio di una canonica del Mugello, qui, ma in quartieri popolari e popolosi di Napoli dov'è in vigore il Sistema; alle cronache piace chiamarli «il triangolo della morte». L'autrice, Carla Melazzini, è, nella scrittura come nella vita, del tutto aliena dalla retorica e dall'indulgenza facile. Così, commozione, intelligenza e poesia stanno in questo libro con la asciutta naturalezza con cui può sbucare un fiore meraviglioso dalla crepa di un muro in rovina. Senza compiacersi dell'idea che la rovina sia necessaria ai fiori, e ne venga riscattata. Ne troverete di fiori in queste pagine, e di ragazzini fiorai, e anche di rovine. Uno lo anticipiamo qui, è un tulipano finto, così come l'ha raccontato - salvo qualche errore di scrittura - una bambina che era stata bocciata in seconda elementare: «C'era una volta un fiore che non voleva essere un fiore, allora la fata dei fiori disse: "Se tu vuoi diventare un essere umano io ti accontenterò ma se non ti piace, ti dovrai rassegnare perché non potrai più essere un fiore". Il fiore accettò e la fata lo toccò con la bacchetta e lo trasformò in un essere umano. Il fiore si rese conto che la vita era difficile. La fata allora lo fece diventare un tulipano finto, per non farlo morire, poi scomparì per sempre». Carla ha chiesto a un compagno di classe: «Secondo te che cosa ha voluto dire Concetta con il suo racconto?». «Che il fiore non voleva morire e così la fata lo ha fatto diventare immortale». «Però l'ha trasformato in un tulipano finto! È meglio essere una persona umana e morire o essere un fiore finto e non morire mai?». «È meglio morire». In questa nuova edizione sono aggiunti, oltre alla Nota di Claudio Giunta, due capitoli dalle carte inedite dell'autrice: uno sul terrorismo visto con gli occhi dei bambini, l'altro sul «ventre di Napoli», con interviste e osservazioni dirette.
Educazione bene comune. La voce dei ragazzi e delle ragazze
Raffaele Mantegazza, Annamaria Romagnolo
Libro
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2022
pagine: 208
La scuola, sfidata dalla drammatica emergenza sanitaria, vive oggi un momento di smarrimento, mostrando crepe profonde da affrontare con coraggio e decisione, ma soprattutto in modo collettivo, provando a dare voce ai veri protagonisti dell’essere e fare scuola solitamente dimenticati, inascoltati, nei confronti e nel dibattito pubblico sulla scuola: gli studenti e le studentesse. Questo libro racconta un’iniziativa, “Educazione Bene Comune: riflessioni – tra presenza e distanza – sulla scuola che (NON) c’è”, promossa dall’associazione Circola – Cultura, Diritti e Idee in movimento, che nel tentativo di analizzare la situazione della scuola post pandemia ha interpellato gli studenti di tre scuole di diverse regioni d’Italia (il Liceo Scientifico Lorenzo Respighi di Piacenza, l’Istituto Tecnico per il Turismo Marco Polo di Firenze e l’IIS Liceale Quinto Orazio Flacco di Portici), immaginando un progetto in cui i ragazzi potessero far sentire la loro voce, nella convinzione che solo integrando diversi punti di vista, esperienze e contesti, si possa comprendere quel che realmente sta accadendo nelle nostre scuole. L’analisi è partita dal bisogno di capire, in particolare, come si sia potuto verificare che – pur in una situazione straordinaria – l’interruzione del diritto allo studio non abbia scandalizzato troppo, e di come ne siano stati ignorati i riflessi sulla vita di un’intera componente della comunità scolastica, la principale, la più fragile, la più bisognosa di attenzione: quella studentesca. Capire quali siano le paure, le emozioni, le riflessioni e le proposte dei ragazzi è sicuramente un dovere per gli educatori, la società civile e le istituzioni, ma è anche un’occasione rara per ripensare in ogni suo aspetto il sistema scolastico, in crisi da anni e inadeguato ad affrontare le complesse sfide globali dell’immediato presente, ancor prima di quelle del futuro. Questo libro, con la ricerca e le parole degli studenti e delle studentesse, è un prezioso contributo al futuro della scuola. Prefazione di Cesare Moreno.
Sconfini dell'educazione. Quando irrompono emozioni violente nel lavoro educativo
Libro
editore: Edizioni La Meridiana
anno edizione: 2018
pagine: 134
Ai margini della mente vigile, ai margini della città ben organizzata, ai margini del mondo agiato esistono dolorose realtà: quella dei giovani disorientati che non sanno o non possono progettare il proprio futuro, quella degli emarginati che vivono cronicamente nei ghetti e nell’illegalità, quella dei poveri del mondo che sono esclusi o sfruttati dall’economia globale. In questi territori, percorsi da violente emozioni, dove la ragione e la parola sono precarie e il vivere civile incerto e difficile, l’educazione è luogo di possibile speranza. Il paradigma pedagogico ereditato dalla scuola di Comenio sembra funzionare solo per coloro che vivono già una vita civile, che hanno accesso alla parola e dimestichezza con la cultura razionale. Occorre allora un paradigma pedagogico nuovo, che dia voce a chi non ce l’ha, che allenti le maglie della paura e dell’odio, riaprendo la fiducia nel futuro: un paradigma che utilizzi pratiche che sconfinano dal consueto, avvalendosi dei dispositivi psicologici volti a sostenere la riflessività e la cura di sé, dell’altro e delle relazioni. La scuola comunitaria va oltre il concetto di riproduzione della società per perseguire la sua rifondazione: in quest’ottica essa diventa luogo di frontiera per eccellenza e quindi realtà che attiva cittadinanza per le nuove generazioni e non solo per i giovani a rischio di emarginazione.
Insegnare al principe di Danimarca
Carla Melazzini
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2011
pagine: 362
"L'autrice, Carla Melazzini, è, nella scrittura come nella vita, del tutto aliena dalla retorica e dall'indulgenza facile. Così, commozione, intelligenza e poesia stanno in questo libro con la asciutta naturalezza con cui può sbucare un fiore meraviglioso dalla crepa di un muro in rovina. Senza compiacersi dell'idea che la rovina sia necessaria ai fiori, e ne venga riscattata. Ne troverete di fiori in queste pagine, e di ragazzini fiorai, e anche di rovine. Uno lo anticipiamo qui, è un tulipano finto, così come l'ha raccontato una bambina che era stata bocciata in seconda elementare: C'era una volta un fiore che non voleva essere un fiore, allora la fata dei fiori disse: 'Se tu vuoi diventare un essere umano io ti accontenterò ma se non ti piace, ti dovrai rassegnare perché non potrai più essere un fiore'. Il fiore accettò e la fata lo toccò con la bacchetta e lo trasformò in un essere umano. Il fiore si rese conto che la vita era difficile. La fata allora lo fece diventare un tulipano finto, per non farlo morire, poi scomparì per sempre. Carla ha chiesto a un compagno di classe: 'Secondo te che cosa ha voluto dire Concetta con il suo racconto?' 'Che il fiore non voleva morire e così la fata lo ha fatto diventare immortale.' 'Però l'ha trasformato in un tulipano finto! È meglio essere una persona umana e morire o essere un fiore finto e non morire mai?' 'È meglio morire.'"