Libri di Antonio Donato Sciacovelli
Croazia e Ungheria. Otto secoli di storia comune
Libro: Libro in brossura
editore: Luglio (Trieste)
anno edizione: 2017
pagine: 224
In questo volume si leggono i destini incrociati di Ungheria e Croazia, due nomi propri, che a torto definiremmo semplici nomi geografici, ma che sono in questo caso degli illustri ed eccellenti ‘contenitori’ geopolitici, che hanno generosamente offerto argomenti di ricerca e discussione a esperti di storia politica, economica, culturale, delle istituzioni, della letteratura, riuniti dall'obiettivo comune di tracciare un profilo, diremmo un primo possibile resoconto degli otto abbondanti secoli di storia comune tra Ungheria e Croazia, che nel corso del 2013 hanno trovato nuovi sviluppi grazie all'ammissione di Zagabria nel consesso delle capitali dell’Unione Europea. L’ingresso della Croazia ‘in Europa’ conferma l’appartenenza di questo paese alla grande famiglia europea, comprovata peraltro dall'intreccio, anzi dalla condivisione di gran parte della sua storia con quella della vicina Ungheria.
Il sangue di san Gennaro
Sándor Márai
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2010
pagine: 346
"A Pasqualino, perché aveva sei anni e ogni mattina portava giù l'immondizia, al pescatore monco, perché ammansiva il mare, a santo Strato, perché proteggeva il palazzo e i malati": a loro Màrai dedica il suo "romanzo napoletano", ambientato nella città dove visse dal '48 al '52, prima di partire per gli Stati Uniti. A formare il vasto coro, lacero e sgargiante, che commenta la vicenda intorno a cui è costruito il libro sono gli uomini, le donne e i bambini della città, con la loro miseria, il loro lerciume, la loro fatica di vivere e il loro orgoglio ancestrale di aristocratici; e le interminabili chiacchiere, le liti che scoppiano furibonde, teatrali, ritualizzate, da una finestra all'altra, i lutti non meno teatrali e urlati, i santi arcigni e polverosi dentro le teche di vetro - con la loro umanità piagata e ghignante. Un intero popolo che, fra tutte le possibilità, crede che "la più verosimile" sia il miracolo. Un giorno, dalle parti di Capo Posillipo, vanno ad abitare due stranieri, un uomo e una donna (inglesi? polacchi?): displaced persons, così li definiscono le autorità, profughi. Anche loro, almeno per un po', crederanno che lì possa avvenire il miracolo. Ma durante una violenta tromba d'aria si verificherà un evento che avrà il senso di una delusione assoluta, di una sconfitta inappellabile, poiché sancirà l'impossibilità di credere che ci sia un futuro per chi, in quanto esule, ha perso la propria identità.
Karel Martens. Romanzo d'un giovane artista
Karel Moor
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Lumen Harmonicum
anno edizione: 2019
pagine: 168
Trieste, molo San Carlo... 1904, forse 1905... Un giovane artista, l’ennesimo “K” della letteratura boema, guardando il mare sulle rive del grande emporio dell’impero absburgico, decide di voler raccontare se stesso. Verità o finzione? Chissà... In ogni caso non ce la fa proprio a negare di essere “morbosamente sensibile, ipersensibile”, anzi “di carattere facilmente irascibile”, incontenibile – aggiungiamo noi – nel provare “entusiasmo per ogni buona cosa”, nel vedere i propri “sentimenti accendersi fulminei e divampare immediatamente in una fiamma potente”, così come spegnersi all’istante in una melancolia che sa molto di taedium vitae recidivo e costante. Chi è? Si tratta di un musicista, un certo Karel Martens. Così almeno nel romanzo. In realtà è Karel Moor, un giovane compositore dalla voglia irrefrenabile di mettersi in musica, lui e tutte le sue pulsioni, magari debordando in letteratura là dove il pentagramma può non bastare. In quel momento la Boemia è la sua patria, Praga la sua matrigna, Trieste, forse, la sua speranza...