Libri di Anselmo Botte
Barile, il figlio della gjitania
Anselmo Botte
Libro: Libro in brossura
editore: Caffèorchidea
anno edizione: 2019
Un viaggio a ritroso tra i vicoli del paese rianima la vita di una comunità perduta nel tempo e in quello che si usa chiamare la Storia. In una Basilicata magica e segreta, le vite di uomini e bambini, riemergono con la loro voce e il suono di una lingua – l’arbëreshë – piena di poesia.
Il raccoglitore di pigne
Anselmo Botte
Libro: Libro rilegato
editore: Caffèorchidea
anno edizione: 2017
pagine: 210
C’è una pianura, a sud di Salerno, che si stende lungo il fiume Sele e costeggia il mare con una pineta fitta e ricca di storie. Qui una popolazione di invisibile – marocchini, algerini, rumeni, indiani… – sopravvive lavorando nei campi, alla ricerca, fin dalle prime ore dell’alba, dell’ingaggio che consenta loro di sfamarsi. Ahmed è un giovane marocchino, esperto nella raccolta delle pigne. Nessuno è più veloce di lui nel riempire i sacchi sulle alte chiome dei pini. Un giorno, durante la raccolta, trova un crocifisso d’oro intarsiato di diamanti e lo nasconde in tasca. Quel talismano – paradigma di un’intera civiltà – porta con sé sogni e paure, costringendo Ahmed a una difficile battaglia interiore. Caporali disumani, prostitute romantiche, allevatori indiani, trattoristi specializzati, capre, bovini e case più simili a pollai che ad abitazioni per l’uomo emergono da una scrittura materica e onirica al tempo stesso, che ha il respiro dei grandi narratori sudamericani, fa parlare direttamente gli alberi e Gesù Cristo e – nel raccontare – svela la trama sottesa alla disperata ricerca della felicità che, da sempre, spinge gli uomini a migrare come uccelli.
Il racconto giusto. Storie di amianto e di operai dell'Isochimica di Avellino
Anselmo Botte
Libro
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2014
pagine: 116
Rosso rosso
Anselmo Botte
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2012
pagine: 155
Dopo l'esordio narrativo "Mannaggia la miseria", che denunciava le condizioni di lavoro e di sfruttamento della comunità marocchina del ghetto di San Nicola Varco di Eboli molto prima dello sgombero, e il successivo "Grazie mila", che racconta dal di dentro i tormenti degli ottocento braccianti africani cacciati con violenza dalla polizia, Anselmo Botte chiude con "Rosso rosso" la sua trilogia nelle terre dove Levi scrisse il suo memoriale civile. Anche questo nuovo libro, che ha la forma del romanzo, usa lo stesso travestimento formale, dove l'autore utilizza le storie e l'esperienza sul campo di sindacalista per raccontare la condizione umana delle operaie stagionali del pomodoro, quelle 12.000 donne che "come formiche, correvano verso un nuovo giorno di lavoro, in molteplici fabbriche dell'Agro Nocerino-Sarnese, sotto il Vesuvio, a due passi da Salerno". Nella capitale mondiale del pomodoro pelato, terra di caporali e caporale, in una fabbrica dove si spettegola e si lotta per la sopravvivenza quotidiana, vive e racconta in un registro a volte comico-grottesco, in altre sentimentale, la protagonista-narratrice di "Rosso rosso", cioè l'operaia Lucia. Parla e straparla del suo bell'Antonio e dell'amore nella terra dei pommarolari, spietati padroni avvezzi a rapporti di lavoro feudali, dove "la mezzadria e la colonia apparivano gli unici criteri di valutazione dell'economia", nel contesto desolato e barbarico della Statale 18, territorio di pomodori e camorra. Prefazione di Vera Lamonica.