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Libri di Anita Likmeta

L'aquila nera. Una storia rimossa del fascismo in Albania

L'aquila nera. Una storia rimossa del fascismo in Albania

Anita Likmeta

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2025

pagine: 176

«Non ricordo chi fu il primo a vederlo, se mio cugino Armand o sua sorella Xhixhja. Ricordo però che facemmo subito capannello intorno a quello strano ritrovamento. Un lungo osso bianco era affiorato dalla terra e se ne stava lì, mezzo dentro e mezzo fuori, come la radice di un albero.» Fine estate 1994. A Rrubjekë, un villaggio con le case basse di pietra e i campi che si estendono a perdita d’occhio, una banda di ragazzini in cerca di avventure si imbatte nei resti di alcuni soldati italiani. Anita è la più piccola del gruppo, ma percepisce tutta la drammaticità di quel momento in cui la morte si rivela ai suoi occhi nell’uliveto non lontano dalla casa dove vive con i nonni. È allora che comincia a farsi domande che la porteranno a decidere di raccontare una storia dolorosa condivisa tra le sue due patrie: quella natale, l’Albania, e quella d’adozione, l’Italia. Tra legami profondi e ferite aperte, tra cronaca familiare e tragedia collettiva, Likmeta sottrae all’oblio una vicenda complessa che si snoda su più piani temporali, dagli anni trenta agli anni novanta del Novecento, fino ai giorni nostri. Scoprirà così che l’Italia non è stata solo quella degli invasori, delle navi che riempirono il porto di Durazzo il 7 aprile 1939, delle uniformi per le strade di Tirana, dei manifesti con il volto di Mussolini, dell’italiano imposto come lingua del potere. Un’altra Italia non si era limitata a eseguire ordini e, nel caos dell’8 settembre 1943, aveva scelto. Di quelle testimonianze diventa urgente ritrovare e custodire la memoria. Soprattutto oggi, nella consapevolezza che «il fascismo non è un ricordo del passato. L’invasione dell’Albania non è un fatto archiviato nei manuali. Raccontarla significa strapparla alla retorica e alla neutralità. Significa dire che dietro le manovre politiche, le leggi, i trattati, c’erano volti, mani, terre spaccate e storie che si sono spezzate».
17,00

Le favole del comunismo

Le favole del comunismo

Anita Likmeta

Libro: Libro in brossura

editore: Marsilio

anno edizione: 2024

pagine: 160

Le favole del Paese delle Aquile raccontano di asini, meli, operazioni volte a salvare una ragazza pazza con la coda di cavallo, e di fogli che una volta piantati possono far germogliare non solo agli e cipolle, ma pure case. Il Paese delle Aquile è il più felice che ci sia. Anche se non c’è l’acqua corrente, anche se ci sono più bunker che mucche, anche se la mamma di Ari l’ha lasciata dai nonni perché è rimasta incinta troppo giovane per poter lavorare, e anche se quando cade il muro di Berlino altro che fine immediata della dittatura: nel Paese delle Aquile ci sono solo disordine e omicidi e uomini con la faccia coperta. Certo, quando cade il muro di Berlino molti partono per l’Italia, diretti alla riva opposta al Paese delle Aquile che è il più felice di tutti. Ma Ari e i nonni no, loro restano. I nonni si sentono troppo vecchi per partire, e allora Ari aspetta che la madre - partita sulla nave che hanno preso tutti gli altri - torni a prenderla. Ci sono due Ari in questo romanzo: una è la bambina che vive in Albania tra gli anni Ottanta e Novanta, ed è senza scarpe, perché le scarpe non devono essere consumate e dunque si va scalzi; l’altra è una giovane donna che di scarpe ne ha moltissime, così come ha l’acqua corrente, e oggi vive nel centro di Milano, in un appartamento elegante, passando ore sotto la doccia perché gli shampoo biologici non fanno abbastanza schiuma. Le due si somigliano, un po’ perché sono belle e la bellezza è tutta uguale, un po’ perché sono la stessa Ari.
16,00

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