Libri di Adele Patriarchi
Per una critica della secolarizzazione
Pasquale Serra, Adele Patriarchi, Adriano Vinale
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2009
pagine: 364
"Il circolo di sacro e secolare si è spezzato. Qui sta il segno inquietante dell'attuale crisi di civiltà. Le magnifiche sorti e progressive della secolarizzazione borghese hanno prodotto questa collettiva perdita di senso del vivere in comune di uomini e donne in carne e ossa. Se ognuno per sé, senza altro oltre, allora non si dà più società. E il futuro è veramente dietro le spalle." (dalla Postfazione). A cura di Pasquale Serra; Postfazione di Mario Tronti; contributi di Claudio Bazzocchi, Alessandro Calabrese, Antonio Stefano Caridi, Giovanni Cogliandro, Epimeteo, Gabriele Guerra, Lorenzo Marras, Adele Patriarchi, Pietro Secchi, Adriano Vinale.
Il lavoro corroso. Modernità, secolarizzazione, globalizzazione
Adele Patriarchi
Libro
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2007
pagine: 176
Analizzando il "nuovo" capitalismo attraverso la filosofia del lavoro, emerge con chiarezza come l'ideale lavoristico che aveva dominato il mondo occidentale sia ormai in declino: il lavoro vocato, con la sua aura di sacralità, nasce all'interno della tradizione cristiana e viene successivamente assorbito dal pensiero liberale, che ne ha fatto il pilastro ideologico del modo di produzione capitalistico fino al fordismo. Il "nuovo" capitalismo, che sta sorgendo come reazione alla grave crisi in cui il capitalismo stesso è caduto a partire dagli anni '70, ha dato vita a un nuovo paradigma imprenditoriale, il post-fordismo, che si alimenta della traduzione occidentalizzata di quella forma orientale di organizzazione del lavoro detta "toyotismo" ed è incompatibile con il principio del lavoro vocato. Il nuovo capitalismo post-fordista sta sostituendo il lavoro vocato con un nuovo ideale lavoristico che può essere definito lavoro flessibile e che si sta già manifestando come un potentissimo strumento di asservimento dell'uomo alle necessità del capitale. Il lavoratore precario infatti è dipendente dal proprio lavoro ancora più che dal proprio padrone.