Libri di F. De Nicola (cur.)
Vedute di Genova. Testi in prosa e in versi con fotografie d'epoca
Camillo Sbarbaro
Libro
editore: De Ferrari
anno edizione: 2018
pagine: 114
Tanto nella poesia del primo Sbarbaro Genova, soprattutto con i suoi vicoli notturni, appare riconoscibile ma mai nominata e dunque risulta essenzialmente simbolica nella sua dimensione meno accattivante, così invece nelle successive prose liriche, a partire dai Trucioli del 1920, i dettagli della città saranno minutamente dichiarati, come a voler disegnare ben precisati luoghi, ciascuno dei quali risulta segnato da una felice nota di colore, da un aneddoto, da un ritratto. Nulla riecheggia più l'ostilità iniziale verso la grande città, anche perché, all'interno di essa e nei suoi dintorni campestri, tante volte percorsi anche come raccoglitore di licheni, Sbarbaro si era ritagliato un insieme di paesi, quartieri, rioni, campi, stradine, insomma di quegli ambienti familiari che potevano riportarlo ad una dimensione più umana della convivenza cittadina.
Gli scrittori italiani e l'Europa. Atti del Convegno internazionale di studi (Genova, 26-27 novembre 2015)
Libro: Copertina morbida
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 238
"È cominciata probabilmente con la nascita del regno d'Italia una nuova e meno occasionale dimensione europea della nostra cultura che, uscendo da una tradizione secolare di discendenza classica ormai inerte e stereotipata, si apriva con crescente interesse a quanto accadeva al di là dei nostri confini. Così nel convegno "Gli scrittori italiani e l'Europa", dopo l'iniziale relazione di Elvio Guagnini volta ad accertare il peso di alcune riviste tra Settecento e primo Novecento nel favorire in Italia una dimensione culturale europea, si parte proprio dai soggiorni all'estero di alcuni nostri scrittori all'inizio del Novecento (a Parigi si erano trovati Soffici, Ragazzoni e D'Annunzio, sui quali hanno relazionato rispettivamente Francesca Sensini, Ermanno Paccagnini e Anita Ginella; mentre in Svizzera era stato Dino Campana, come ha riferito Renato Martinoni), per passare poi alla presenza di personaggi stranieri in libri italiani (i soldati tedeschi in Calvino e Fenoglio e i personaggi andalusi nei romanzi di Elsa Morante, sui quali hanno riferito rispettivamente Bodo Guthmüller e Victoriano Peña Sànchez), per ricordare quindi la funzione della poesia (nel caso specifico quella di Giuseppe Conte, intervistato da Stefano Verdino, e di Giorgio Caproni proposto da Maria Teresa Caprile) come veicolo di conoscenza del nostro paese fuori dei confini nazionali, senza trascurare la componente storico-politica del concetto moderno di Europa sul quale si è soffermato Edoardo Pusillo. Questo convegno, i cui atti sono qui raccolti, ha dunque rappresentato un'occasione di verifica, condotta quasi esclusivamente sui testi, del processo di formazione e di definizione di una cultura formata da intrecci e spazi europei, tema sconfinato al punto che questo evento potrebbe essere il primo di una serie di volta in volta ospitata in università di diversi paesi del continente e doverosamente allargata a quelle altre importanti realtà culturali e letterarie europee rimaste forzatamente escluse dal convegno genovese, ma certo necessarie per disegnare una mappa esauriente del tema proposto." (dalla Prefazione di Francesco De Nicola)
Ritorno a Sanremo-Sanremo revisited
Giovanni Ruffini
Libro
editore: De Ferrari
anno edizione: 1998
pagine: 65
Il cappello del prete
Emilio De Marchi
Libro: Copertina morbida
editore: Gammarò Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 248
Un best-seller di fine Ottocento, un classico della letteratura d'appendice riproposto in un'edizione curata dal prof. Francesco De Nicola (Università di Genova). Nello scenario di Napoli e della sua periferia De Marchi colloca la storia di un delitto. I due protagonisti, U barone e U prevete, sono entrambi esseri abbietti: l'assassino è il barone Carlo Coriolano di Santafusca, un nobile decaduto vizioso, dissoluto e dedito alle pratiche più immorali accennate, sia pure piuttosto pudicamente, nel capitolo intitolato "L'orgia" dove, tra l'altro, si legge che l' "onda bionda e spumosa" della Sciampagna "spruzzò i seni delle ragazze" e dove "donne sdraiate e seminude [...] fumavano le loro sigarette"; ma oltre a ciò il nobile libertino è anche un darwiniano e acceso materialista, ma anche forte del suo privilegiato ruolo sociale per ritenersi al di sopra della giustizia e delle leggi dello stato. L'assassinato invece è don Cirillo, un prete ricchissimo grazie al lotto e all'usura, pure chiacchierato perché i numeri giusti per vincere al lotto li dà alla bella moglie del cappellaio... Sono in scena, insomma, due squallidi personaggi che rappresentano il peggio della nobiltà e della chiesa, gli istinti più meschini e sfrenati.