Libri di Emma Cantimori
Arte del ritratto e borghesia fiorentina-Le ultime volontà di Francesco Sassetti
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 128
«Un fattore fondamentale della civiltà del primo Rinascimento fiorentino è che le opere d'arte devono la loro origine alla comprensiva cooperazione comune fra committenti e artisti, e sono dunque da considerarsi in un certo senso prodotti di un'azione reciproca fra committente e artista esecutore. Nulla appare quindi più naturale e più ovvio del tentativo di illustrare esattamente il problema del “rapporto fra ritrattista e persona ritratta”, scegliendo alcuni casi della storia dell'arte fiorentina, allo scopo di comprendere l'universale della mentalità e del modo di agire di eminenti figure del passato sulla base di fatti singoli della loro reale esistenza. Certo, un tentativo del genere è più facile auspicarlo e osarlo che non attuarlo, poiché alla storia dell'arte si presenta, per una considerazione comparata del rapporto fra committente e artista, in modo unilaterale soltanto il risultato definitivo del processo creativo, ossia l'opera stessa. Dello scambio di sensibilità o di opinioni fra committente e artista esecutore solo di rado qualcosa traspare, e la verità indefinibile e sorprendente del ritratto sembra essere il dono di un felice istante imprevisto, sottraendosi in tal modo alla consapevolezza personale e storica. Giacché le deposizioni di testimoni oculari sono così difficilmente reperibili, sarà dunque necessario convincere il pubblico di questa collaborazione mediante prove, per così dire, indiziarie».
Arte e astrologia nel palazzo Schifanoja di Ferrara
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
«Già da parecchio tempo vedevo chiaramente che un'analisi iconologica particolare degli affreschi di Palazzo Schifanoja avrebbe dovuto rivelare la duplice tradizione medioevale del mondo figurativo delle divinità antiche. Qui possiamo, seguendo le fonti, chiarire fino nei particolari tanto l'influenza della sistematica dottrina delle divinità olimpiche, come la tramandavano i dotti mitografi medioevali dell'Europa occidentale, quanto anche l'influenza della mitologia astrale, come essa si conservava imperturbata nei testi e nelle immagini della pratica astrologica. La serie degli affreschi murali di Palazzo Schifanoja a Ferrara rappresentava le immagini dei dodici mesi. Il simbolismo complesso e fantastico di queste figure ha resistito finora a ogni tentativo di elucidazione; dimostrerò, estendendo il campo di osservazione a Oriente, che esse sono elementi sopravvissuti di una concezione astrale del mondo delle divinità greche. Sono di fatto null'altro che simboli delle stelle fisse i quali, errando per secoli dalla Grecia attraverso l'Asia minore, l'Egitto, la Mesopotamia, l'Arabia e la Spagna, certo hanno perduto in pieno la chiarezza dei loro contorni greci». Il saggio è corredato dalle riproduzioni dell'intero ciclo degli affreschi del Salone di Rappresentanza di Palazzo Schifanoja. Con uno scritto di Fritz Saxl.
Botticelli
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 128
Aby Warburg (1866-1929) scelse come argomento della sua tesi di dottorato due dipinti mitologici di Botticelli: la Nascita di Venere e la Primavera, a quel tempo divisi ed esposti rispettivamente agli Uffizi e all’Accademia. Nella scelta di due «capolavori», già allora considerati «emblematici» del Rinascimento, oltre alla volontà di porre in risalto il significato che l’interesse per l’antichità assumeva nella cultura fiorentina del tardo Quattrocento, è possibile riconoscere un’intenzione polemica e una sfida alla visione «estetizzante» di tali opere da parte di un pubblico «moderno», ispirata dalle concezioni dei preraffaelliti e dell’Art Nouveau. La dissertazione, presentata nel dicembre 1891, venne pubblicata due anni più tardi, con il significativo sottotitolo di Ricerche sull’immagine dell’antichità nel primo Rinascimento italiano, e con una dedica a Hubert Janitschek e al docente di archeologia classica Adolf Michaelis, di cui il giovane Warburg aveva nel frattempo seguito i corsi.
Arte e astrologia nel palazzo Schifanoja di Ferrara
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 74
«Già da parecchio tempo vedevo chiaramente che un'analisi iconologica particolare degli affreschi di Palazzo Schifanoja avrebbe dovuto rivelare la duplice tradizione medioevale del mondo figurativo delle divinità antiche. Qui possiamo, seguendo le fonti, chiarire fino nei particolari tanto l'influenza della sistematica dottrina delle divinità olimpiche, come la tramandavano i dotti mitografi medioevali dell'Europa occidentale, quanto anche l'influenza della mitologia astrale, come essa si conservava imperturbata nei testi e nelle immagini della pratica astrologica. La serie degli affreschi murali di Palazzo Schifanoja a Ferrara rappresentava le immagini dei dodici mesi. Il simbolismo complesso e fantastico di queste figure ha resistito finora a ogni tentativo di elucidazione; dimostrerò, estendendo il campo di osservazione a Oriente, che esse sono elementi sopravvissuti di una concezione astrale del mondo delle divinità greche. Sono di fatto null'altro che simboli delle stelle fisse i quali, errando per secoli dalla Grecia attraverso l'Asia minore, l'Egitto, la Mesopotamia, l'Arabia e la Spagna, certo hanno perduto in pieno la chiarezza dei loro contorni greci». Il saggio è corredato dalle riproduzioni dell'intero ciclo degli affreschi del Salone di Rappresentanza di Palazzo Schifanoja. Con uno scritto di Fritz Saxl.
Arte del ritratto e borghesia fiorentina-Le ultime volontà di Francesco Sassetti
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2019
pagine: 120
«Un fattore fondamentale della civiltà del primo Rinascimento fiorentino è che le opere d'arte devono la loro origine alla comprensiva cooperazione comune fra committenti e artisti, e sono dunque da considerarsi in un certo senso prodotti di un'azione reciproca fra committente e artista esecutore. Nulla appare quindi più naturale e più ovvio del tentativo di illustrare esattamente il problema del “rapporto fra ritrattista e persona ritratta”, scegliendo alcuni casi della storia dell'arte fiorentina, allo scopo di comprendere l'universale della mentalità e del modo di agire di eminenti figure del passato sulla base di fatti singoli della loro reale esistenza. Certo, un tentativo del genere è più facile auspicarlo e osarlo che non attuarlo, poiché alla storia dell'arte si presenta, per una considerazione comparata del rapporto fra committente e artista, in modo unilaterale soltanto il risultato definitivo del processo creativo, ossia l'opera stessa. Dello scambio di sensibilità o di opinioni fra committente e artista esecutore solo di rado qualcosa traspare, e la verità indefinibile e sorprendente del ritratto sembra essere il dono di un felice istante imprevisto, sottraendosi in tal modo alla consapevolezza personale e storica. Giacché le deposizioni di testimoni oculari sono così difficilmente reperibili, sarà dunque necessario convincere il pubblico di questa collaborazione mediante prove, per così dire, indiziarie».
Divinazione antica pagana in testi e immagini dell'età di Lutero
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2016
pagine: 128
"Nello stesso modo in cui i fenomeni celesti venivano circoscritti entro sembianze umane per limitare il loro potere demoniaco almeno attraverso l'immagine, così si voleva sottomettere un uomo demoniaco come Lutero alle leggi astrologiche (e precisamente, come abbiamo visto, già in vita), mediante un collegamento quasi totemistico della sua nascita a una coppia di pianeti. Così si cercava di trovare nell'immagine di una entità superiore, cosmica, che dalla divinità prendeva nome, la causa di una potenza che altrimenti si sarebbe detta sovrumana e pertanto incomprensibile. Il ruolo che in questo ebbe la rinascita dell'Antichità demoniaca è dovuto alla memoria delle immagini, che funziona, per così dire, per empatia sebbene in modo ambivalente. Siamo nell'età di Faustus, nella quale lo scienziato moderno, oscillando fra pratica magica e matematica cosmologica, cerca di conquistare nello spazio del pensiero la distanza fra se stesso e l'oggetto. Per questo occorre sempre di nuovo salvare Atene da Alessandria. Da questo punto di vista le immagini e i testi qui esaminati - e sono solo una piccola parte di quello di cui avremmo potuto disporre -sono da considerarsi all'incirca come documenti sino ad ora mai letti della tragica storia della libertà di pensiero dell'uomo europeo moderno. Al tempo stesso doveva essere mostrato, mediante una indagine positiva, come si possa perfezionare il metodo della storia della civiltà collegando tra loro storia dell'arte e scienza delle religioni".
Arte del ritratto e borghesia fiorentina-Le ultime volontà di Francesco Sassetti
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2015
pagine: 113
"Un fattore fondamentale della civiltà del primo Rinascimento fiorentino è che le opere d'arte devono la loro origine alla comprensiva cooperazione comune fra committenti e artisti, e sono dunque da considerarsi in un certo senso prodotti di un'azione reciproca fra committente e artista esecutore. Nulla appare quindi più naturale e più ovvio del tentativo di illustrare esattamente il problema del "rapporto fra ritrattista e persona ritratta", scegliendo alcuni casi della storia dell'arte fiorentina, allo scopo di comprendere l'universale della mentalità e del modo di agire di eminenti figure del passato sulla base di fatti singoli della loro reale esistenza. Certo, un tentativo del genere è più facile auspicarlo e osarlo che non attuarlo, poiché alla storia dell'arte si presenta, per una considerazione comparata del rapporto fra committente e artista, in modo unilaterale soltanto il risultato definitivo del processo creativo, ossia l'opera stessa. Dello scambio di sensibilità o di opinioni fra committente e artista esecutore solo di rado qualcosa traspare, e la verità indefinibile e sorprendente del ritratto sembra essere il dono di un felice istante imprevisto, sottraendosi in tal modo alla consapevolezza personale e storica. Giacché le deposizioni di testimoni oculari sono così difficilmente reperibili, sarà dunque necessario convincere il pubblico di questa collaborazione mediante prove, per così dire, indiziarie".
Arte e astrologia nel palazzo Schifanoja di Ferrara
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2014
pagine: 74
"Già da parecchio tempo vedevo chiaramente che un'analisi iconologica particolare degli affreschi di Palazzo Schifanoja avrebbe dovuto rivelare la duplice tradizione medioevale del mondo figurativo delle divinità antiche. Qui possiamo, seguendo le fonti, chiarire fino nei particolari tanto l'influenza della sistematica dottrina delle divinità olimpiche, come la tramandavano i dotti mitografi medioevali dell'Europa occidentale, quanto anche l'influenza della mitologia astrale, come essa si conservava imperturbata nei testi e nelle immagini della pratica astrologica. La serie degli affreschi murali di Palazzo Schifanoja a Ferrara rappresentava le immagini dei dodici mesi. Il simbolismo complesso e fantastico di queste figure ha resistito finora a ogni tentativo di elucidazione; dimostrerò, estendendo il campo di osservazione a Oriente, che esse sono elementi sopravvissuti di una concezione astrale del mondo delle divinità greche. Sono di fatto null'altro che simboli delle stelle fisse i quali, errando per secoli dalla Grecia attraverso l'Asia minore, l'Egitto, la Mesopotamia, l'Arabia e la Spagna, certo hanno perduto in pieno la chiarezza dei loro contorni greci". Il saggio è corredato dalle riproduzioni dell'intero ciclo degli affreschi del Salone di Rappresentanza di Palazzo Schifanoja. Con uno scritto di Fritz Saxl.
Botticelli
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
Aby Warburg (1866-1929) scelse come argomento della sua tesi di dottorato due dipinti mitologici di Botticelli: la Nascita di Venere e la Primavera, a quel tempo divisi ed esposti rispettivamente agli Uffizi e all’Accademia. Nella scelta di due «capolavori», già allora considerati «emblematici» del Rinascimento, oltre alla volontà di porre in risalto il significato che l’interesse per l’antichità assumeva nella cultura fiorentina del tardo Quattrocento, è possibile riconoscere un’intenzione polemica e una sfida alla visione «estetizzante» di tali opere da parte di un pubblico «moderno», ispirata dalle concezioni dei preraffaelliti e dell’Art Nouveau. La dissertazione, presentata nel dicembre 1891, venne pubblicata due anni più tardi, con il significativo sottotitolo di Ricerche sull’immagine dell’antichità nel primo Rinascimento italiano, e con una dedica a Hubert Janitschek e al docente di archeologia classica Adolf Michaelis, di cui il giovane Warburg aveva nel frattempo seguito i corsi.