Libri di Elisabetta Zevi
Alla corte di mio padre
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 328
«Questo libro racconta la storia di una famiglia e di una corte rabbinica così vicine tra loro che era difficile dire dove finisse l’una e dove cominciasse l’altra» scrive Singer nella Nota introduttiva; e prosegue: «La corte rabbinica ... era una specie di connubio fra tribunale, sinagoga, casa di studio e, se vogliamo, lettino dello psicoanalista, dove chi aveva l’animo turbato poteva venire a sfogarsi». Ne passavano a decine, nello studio del padre – il rabbino di via Krochmalna –, di uomini e donne perplessi, incolleriti, disperati o rassegnati: tutti in cerca di un consiglio, di un conforto, di un verdetto. In piedi accanto alla sedia del Rabbi – intermediario unico tra i fedeli e la Torah – o seminascosto dietro una porta socchiusa, il piccolo Isaac ascoltava avidamente ogni parola, e soprattutto si imbeveva di storie: quelle che avrebbe raccontato, molti anni dopo, nella lingua dei suoi avi. Mentre affronta l’arduo passaggio dall’infanzia all’adolescenza, prendendo parte attiva alle vicende della famiglia e insieme scoprendo con stupore il mondo esterno (in primo luogo quello dei libri «profani»), il ragazzino dai capelli rossi e gli occhi azzurri fa scorta di immagini e personaggi formidabili, e impara a conoscere ciò che agita l’animo umano: il desiderio, la paura, la cupidigia, la scaltrezza, la meschinità, la generosità, ma anche la nostalgia di Dio e il risentimento nei suoi confronti.
Ombre sull'Hudson
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 633
Ci sono scrittori così affascinanti, ha notato Manganelli, che riescono a cambiarti l'umore: scrittori come Singer, capace di creare personaggi simili a «figure da affresco, pantografie, immagini proiettate sulle nubi». È la grandezza che qui sprigiona il seducente e contradditorio Hertz Grein, tormentato da un'insaziabile sete carnale – si divide infatti fra la virtuosa moglie Leah, la minacciosa amante Esther e Anna, il nuovo amore – e insieme dal richiamo di un'osservanza religiosa al cui rigore non sa sottomettersi, pur riconoscendo che si tratta di «una macchina da guerra per sconfiggere Satana». Hertz sa bene che un ebreo, per quanto creda di essersi allontanato da Dio, non potrà mai sfuggirgli: sta soltanto girando in tondo, «come una carovana persa nel deserto». Intorno a lui e ai suoi dissennati grovigli amorosi – in una New York che sul finire degli anni Quaranta, per chi giunge da Varsavia o Berlino, ha le irresistibili attrattive di un gigantesco arazzo visionario –, una folla di personaggi in vario modo straziati dalla vergogna di essere vivi: come Boris Makaver, il padre di Anna, occupato durante il giorno dai suoi lucrosi affari ma sopraffatto la notte da una sofferenza terribile quanto «un dolore fisico»; o come il professor Shrage, matematico convertitosi alla parapsicologia, che vive nella speranza di ritrovare la moglie Edzhe, trucidata dai nazisti. Tutti turbati dal silenzio di Dio o – per usare ancora le parole di Manganelli – investiti «della grandezza del sacro, e della sua sproporzione».
La nuova Russia
Israel Joshua Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 276
È l’autunno del 1926 quando Israel Joshua Singer, su invito del direttore del «Forverts» − quotidiano yiddish di New York −, si reca in Unione Sovietica per un reportage che lo impegnerà diversi mesi. «Queste immagini e impressioni sono state scritte di getto, sul momento, come accade nei viaggi» dirà, non senza understatement, a commento del suo lavoro, che invece costituisce una testimonianza eccezionale, per molti versi unica. Perché Singer, che aveva osservato a fondo il paese dei soviet già nel pieno della tempesta rivoluzionaria, non solo ci mostra ora uno scenario drasticamente mutato, ma coglie in nuce, con occhio penetrante, quelli che saranno i tratti peculiari del regime staliniano: la burocrazia imperante, la pervasività dell’apparato poliziesco, gli ideali comunisti sempre più di facciata, i rigurgiti antisemiti. Percorrendo le campagne bielorusse e ucraine punteggiate di fattorie collettive e colonie ebraiche, visitando le principali città del paese – Mosca, «grande, straordinaria e bellissima»; Kiev, che «non riesce ad accettare il nuovo ruolo di città di provincia»; Odessa, «cortigiana esuberante» divenuta «profondamente osservante e devotamente socialista» –, immergendoci in una prodigiosa polifonia di testimonianze, Singer ci restituisce un quadro vivido e composito, pieno di chiaroscuri, della nascente società sovietica. E porta così alla luce le feroci contraddizioni che proliferano sotto lo sguardo vigile e ubiquo delle nuove icone laiche del «santo Vladimir».
Un amico di Kafka
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 338
«Fuori cadeva fitta la neve ... Dalla Vistola soffiava un vento gelido, ma nella casa di studio ardeva la stufa di terracotta. I mendicanti arrostivano patate sulle braci. I ragazzi che studiavano di notte ... ascoltavano le storie». Da suo padre ne ha ascoltate, di storie, il piccolo Isaac – e da quelle sono poi nate le sue. In questi ipnotici racconti il narratore incantato che è Singer porge orecchio alle voci di altri narratori incantati, che a loro volta aprono squarci su vicende, esistenze, universi interi. Sfilano così personaggi indimenticabili: dall’ex attore amico di Kafka allo spazzacamino che indovina i segreti di tutti, dalla donna dagli «occhi gialli» che attira su di sé le disgrazie a quella che è convinta di aver visto Hitler in una tavola calda di Broadway, dal rabbino in collera con Dio per la sofferenza che infligge agli uomini al professore il cui funerale viene accompagnato dai colombi che aveva sempre nutrito... Sullo sfondo, le strade, profumate «di panini appena sfornati, bagel, latte bollito e aringhe affumicate», del quartiere ebraico di Varsavia, o quelle polverose delle torride estati newyorkesi, e le sinagoghe, i bordelli, le case dei ricchi e i tuguri dei poveri, i villaggi e le grandi città: mondi che Singer fa rivivere sotto i nostri occhi con una capacità evocativa che è soltanto sua.
L'apoteosi del femminile nella Qabbalah
Moshe Idel
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2024
pagine: 252
«L’affermazione che una potenza divina femminile occupi un luogo privilegiato in certe teologie ebraiche potrà sorprendere alcuni studiosi». Fin dal caustico incipit, il nuovo libro di Moshe Idel promette di disvelare un paesaggio teologico controintuitivo, quasi scandaloso – promessa che verrà poi mantenuta in un crescendo analitico dall’esito abbagliante. Quel «ruolo privilegiato» del Femminile divino non si presta a facili analogie con altri ambiti o epoche del pensiero occidentale e orientale: non è un «messaggio rivelato» da un’entità femminile, come avviene con Diotima nel Simposio platonico; né può riallacciarsi alle «donne eminenti» sublimate nella letteratura dei trovieri, fino a «guide spirituali» come la Beatrice dantesca. Con certe forme delle divinità classiche (per esempio Atena, dea della saggezza, della guerra e della «castità virginale»), il Femminile divino dei cabbalisti condivide invece una «molteplicità funzionale» che Idel indaga sul piano non solo strettamente teologico, ma anche rituale. E il legame con la cultura classica riaffiora nell’acme cosmogonico del libro, allorché il Femminile divino – stando ai cabbalisti più radicali – viene a coincidere con il telos della creazione, ergendosi quindi a «creatura più nobile di tutte». Perché la donna, in un vertiginoso paradosso, benché sia «l’ultima a essere stata creata», è stata «la prima nella mente divina», sulla scorta di una relazione Maschile-Femminile che riecheggia quella tra pensiero e azione nella dottrina della causalità aristotelica, in cui «dopo» significa «meglio».
Max e Flora
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2023
pagine: 226
A Max basta vederla, quella Rashka appena quindicenne, per rimanerne abbagliato. E dire che finora tutto filava liscio: lui e la sua bella Flora, moglie e amica, complice e amante, sono tornati a Varsavia per procurarsi della «merce» per la loro fabbrica di borsette – in realtà, carne fresca per il florido bordello che gestiscono a Buenos Aires. Appena arrivati, si sono immersi, come un tempo, nel mondo di via Krochmalna, cuore pulsante del ghetto di Varsavia, sorta di corte dei miracoli, dove, all’inizio del Novecento, aleggia ancora un buon «odore di birra, mostarda, bagel caldi e pretzel» e trafficano i loro vecchi amici, gente come Meir Panna Acida, Leah Lingualunga, Itche il Guercio e Srulke il Tonto. Ma, come recita un antico detto yiddish, «dieci nemici non possono fare a un uomo il male che può fare a se stesso». E così sarà di Max Shpindler, un’altra delle indimenticabili figure della vasta commedia umana che Singer ha saputo mettere in scena: cinico e donnaiolo, in apparenza pienamente soddisfatto di sé e della propria ricchezza, pronto a finanziare un gruppo di anarchici se questo gli consente di far soldi, Max è in realtà tormentato da dubbi, e da domande a cui non trova risposta, e da tentazioni di morte – un tumulto che proprio l’incontro con l’irresistibile Rashka porterà con prepotenza alla luce. Dopo Keyla la Rossa e Il ciarlatano, un terzo, strepitoso inedito del grande scrittore polacco.
Zlateh la capra e altre storie
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 102
Sette racconti che racchiudono come in uno scrigno la magia, la bizzarria, l'incanto di un mondo remoto e per sempre perduto – quello delle comunità ebraiche della Polonia –, che solo la letteratura ha il miracoloso potere di mantenere in vita. Perché nelle storie «il tempo non svanisce», e per lo scrittore e i suoi lettori «tutte le creature vivono per sempre». Storie che nessun altro se non Sendak, grande ammiratore di Singer, avrebbe potuto – magnificamente – illustrare. Età di lettura: da 8 anni.
Ombre sullo Hudson
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2021
pagine: 633
Ci sono scrittori così affascinanti, ha notato Manganelli, che riescono a cambiarti l'umore: scrittori come Singer, capace di creare personaggi simili a «figure da affresco, pantografie, immagini proiettate sulle nubi». È la grandezza che qui sprigiona il seducente e contradditorio Hertz Grein, tormentato da un'insaziabile sete carnale – si divide infatti fra la virtuosa moglie Leah, la minacciosa amante Esther e Anna, il nuovo amore – e insieme dal richiamo di un'osservanza religiosa al cui rigore non sa sottomettersi, pur riconoscendo che si tratta di «una macchina da guerra per sconfiggere Satana». Hertz sa bene che un ebreo, per quanto creda di essersi allontanato da Dio, non potrà mai sfuggirgli: sta soltanto girando in tondo, «come una carovana persa nel deserto». Intorno a lui e ai suoi dissennati grovigli amorosi – in una New York che sul finire degli anni Quaranta, per chi giunge da Varsavia o Berlino, ha le irresistibili attrattive di un gigantesco arazzo visionario –, una folla di personaggi in vario modo straziati dalla vergogna di essere vivi: come Boris Makaver, il padre di Anna, occupato durante il giorno dai suoi lucrosi affari ma sopraffatto la notte da una sofferenza terribile quanto «un dolore fisico»; o come il professor Shrage, matematico convertitosi alla parapsicologia, che vive nella speranza di ritrovare la moglie Edzhe, trucidata dai nazisti. Tutti turbati dal silenzio di Dio o – per usare ancora le parole di Manganelli – investiti «della grandezza del sacro, e della sua sproporzione».
Nemici. Una storia d'amore
Isaac Bashevis Singer
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 260
Un giorno, a una domanda sull'importanza che aveva avuto l'amore nella sua vita, Isaac Bashevis Singer rispose: «Grandissima, perché l'amore è amore della vita. Quando ami una donna ami la vita che è in lei». Ma che genere di amore è quello che lega Herman, il protagonista di "Nemici", a Jadwiga, la contadina polacca che lo ha salvato dalla deportazione nascondendolo per tre anni in un fienile, nutrendolo e curandolo, e che lui ha portato con sé a New York e ha sposato? E che genere di amore lo lega a Masha, la donna, scampata ai lager, del cui corpo non riesce a fare a meno, ma che percepisce come una minaccia — perché quel desiderio, più che alla vita, si apparenta alla morte? Ed è ancora amore il sentimento che lo lega alla moglie Tamara, che credeva morta e che gli riappare davanti all'improvviso? Di fronte a simili domande Herman è paralizzato, incapace di trovare una via d'uscita. A rendere tutto molto, molto più complicato è la fatica quotidiana del vivere, in quella New York che è sembrata un miraggio di felicità, ma che si rivela ogni giorno più inospitale e più aspra. Il lettore segue Herman nei suoi affannosi, sconclusionati andirivieni dal Bronx a Coney Island e da Coney Island a Manhattan, chiedendosi se e come riuscirà a tirarsi fuori da quella specie di guerra che le sue tre donne gli hanno dichiarato, e soprattutto dal groviglio di un'esistenza fatta di continue menzogne, sotterfugi, goffaggini e fughe — o se, come il Bunem di Keyla la Rossa, finirà per cedere alla tentazione di disperare di Dio.
Gli ebrei di Saturno. Shabbat, sabba e sabbatianesimo
Moshe Idel
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2012
pagine: 236
Che cosa hanno in comune un antico dio pagano, un pianeta, una figura messianica della prima età moderna e i sabba, le cerimonie notturne delle streghe? E come è possibile conciliare l'astrologia greco-araba con la sacralità religiosa dello Shabbat, il sabato ebraico? Sostenendosi, come di consueto, su un'amplissima serie di fonti primarie edite e inedite in varie lingue, Moshe Idel ricostruisce un affascinante percorso della storia delle idee, guidando il lettore lungo un avvincente itinerario nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle radici di alcuni dei più radicati cliché della cultura e dell'immaginario moderno: dall'antichità a oggi si svelano così le molteplici connessioni tra mito e scienza, tradizioni dotte e popolari, sistemi speculativi e religiosi che hanno contribuito a forgiare il pensiero e la coscienza di generazioni di uomini vissuti tra oriente e occidente.
Eros e Qabbalah
Moshe Idel
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2007
pagine: 370
Il maschile, il femminile e le relazioni erotiche che ne derivano costituiscono, fin dall'epoca più remota, anche un modo di pensare le coppie di elementi opposti o complementari e i rapporti che intercorrono fra essi. In Occidente, alla tradizione di pensiero che da Empedocle e dal "Simposio" di Platone giunge sino ai testi ermetici si affianca quella ebraica, e più specificamente cabbalistica. Il racconto della creazione androgina del primo essere umano e della sua scissione in Adamo ed Eva e l'interpretazione del "Cantico dei Cantici" sono i fondamenti da cui si sviluppano speculazioni che estendono la sfera del pensiero erotico fino ad abbracciare la dimensione intradivina, creando una molteplicità di coppie sessuate che si rifrangono specularmente a tutti i livelli della realtà. In questo libro Moshe Idel, lo studioso che ha ripreso e sviluppato in nuove direzioni le indagini di Scholem, si addentra in quella che egli definisce la "cultura dell'eros" peculiare dell'ebraismo, dove il rapporto sessuale non solo assolve a un comandamento fondamentale, ma ha una valenza cosmica, poiché esercitando un'azione teurgica sulla sfera superna favorisce di riflesso l'unione di Dio con la sua consorte, la "Shekhinah", ovvero la sua presenza immanente, e fa così discendere sul mondo la benedizione dell'influsso divino. L'eros rappresenta dunque una via d'accesso privilegiata tanto alla conoscenza teosofica quanto all'esperienza mistica.