Libri di E. Colli
Apollineo e dionisiaco
Giorgio Colli
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2010
pagine: 268
All'interno del vastissimo patrimonio filosofico che Nietzsche ci ha lasciato, i concetti di "apollineo" e "dionisiaco" sono certamente fra i più citati e i meno compresi, e a tutt'oggi la letteratura al riguardo appare largamente inadeguata. Con gli scritti raccolti in questo volume, Giorgio Colli non solo mostra di coglierli nella loro intima essenza, ma si spinge ancora più in là sulla strada aperta da Nietzsche. Collocandoli alle origini stesse del pensiero occidentale, ed esaltandone l'"inesauribile fecondità", ne fa chiavi interpretative in grado di schiudere i passaggi più occulti della storia del pensiero, dell'arte e della scienza. E non sembrerà azzardata, al lettore che lo voglia seguire nel suo affascinante percorso speculativo, l'affermazione che eleva "apollineo" e "dionisiaco" a "princìpi universali e supremi della realtà".
Filosofi sovrumani
Giorgio Colli
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2009
pagine: 184
"Nel VI secolo interviene un fattore nuovo a trasformare in modo decisivo la vita spirituale della Grecia, cioè il fenomeno cosiddetto dionisiaco. Il fenomeno dionisiaco è stato prevalentemente studiato nel suo aspetto artistico e religioso, e quasi mai si è analizzata la sua relazione sostanziale con l'intera evoluzione spirituale greca, e soprattutto con la filosofia. Con un termine più filosofico si può chiamare misticismo questo movimento; mentre sin qui l'uomo aveva guardato il mondo e in questo aveva inserito come parte se stesso, ora si stacca da tutto, si volge alla propria interiorità, e ricercando in se stesso vi trova il mondo e la divinità. Vediamo così coesistere nel VI secolo in Grecia due visioni del mondo antitetiche, una politica e una mistica: dall'urto di queste forze nasce il miracolo della filosofia greca. Nel nostro studio seguiremo costantemente questa distinzione fondamentale, sviluppandola e giustificandola sui testi dei Presocratici e di Platone". Sarebbe difficile trovare parole migliori di quelle dello stesso Colli per presentare questo suo scritto, un'opera che soltanto dal punto di vista meramente cronologico si può definire giovanile, poiché già contiene in forma compiuta e matura interpretazioni ricorrenti in tutto il suo percorso filosofico. Interpretazioni che sono ancora oggi tanto misconosciute quanto fondamentali per "comprendere nella sua essenza l'origine della filosofia greca".
Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967
Giorgio Colli
Libro: Libro rilegato
editore: Adelphi
anno edizione: 2003
pagine: 263
Tornare a filosofi come Gorgia e Parmenide implica una riscoperta, nella loro versione aurorale, delle categorie che hanno poi dominato il pensiero sino a oggi. Sotto le chiose rivelatrici di Colli, ogni pensatore entra in una rete di rapporti storici e epistemologici mobile e imprevedibile. Così Gorgia, anziché modello della "sapienza apparente" e "non reale" usata da "ingannatori" nemici dei filosofi, è un sofista nell'eccezione di "fisiologo" e di "fisico", e dunque capace di elaborazioni profonde ed eleganti, che culminano nella celebre tesi della "reductio ad impossibile". Quanto a Parmenide, Colli ne ripercorre le vertigini ontologiche indagando aspetti noti e nel contempo prospettando accostamenti arditi e illuminanti.
L'eloquenza dei simboli. La «Tempesta»: commento sulle allegorie poetiche di Giorgione
Edgar Wind
Libro
editore: Adelphi
anno edizione: 1992
pagine: 288
Zenone di Elea. Lezioni 1964-1965
Giorgio Colli
Libro
editore: Adelphi
anno edizione: 1982
pagine: 177
Discepolo di Parmenide, geniale ideatore dell'arte dialettica, Zenone noto ai moderni per le sue famose aporie sulla divisibilità infinita (Achille e la tartaruga), aporie sulle quali si sono misurati numerosi maestri della filosofia e che persino Aristotele dichiarava di non saper confutare facendo appello al solo piano razionale e logico. In realtà Zenone mostra nei suoi argomenti un istinto eccezionale al rigore dimostrativo, al punto che Colli attribuisce a lui la scoperta del principio di contraddizione, facendone così un pensatore cruciale della filosofia e della scienza moderne.

